Omofobia in sala operatoria, primario sospeso
Un primario lo scorso 25 marzo si è reso protagonista di insulti nei confronti di un paziente sedato e sottoposto a intervento chirurgico. Lo ha riportato la Rai in un servizio al Tg3 Lombardia di lunedì 6 luglio
Omofobia in sala operatoria in un ospedale in provincia di Varese, a Cittiglio.
Un primario lo scorso 25 marzo si è reso protagonista di insulti nei confronti di un paziente sedato e sottoposto a intervento chirurgico. Lo ha riportato la Rai in un servizio al Tg3 Lombardia di lunedì 6 luglio (nel video).
È stato presentato un esposto da parte di una persona presente in sala operatoria, nel quale sono scritte nero su bianco sia le parole del medico (“Non è giusto che in questo periodo di emergenza io debba perdere tempo per operare questi froci”), sia le rimostranze di un altro medico che stava operando insieme al primario, fatto allontanare dalla sala operatoria dal primario che ha poi inveito ulteriormente nei confronti degli omosessuali.
L’ordine dei medici di Varese in merito all’episodio chiarisce che non è ancora stato preso alcun provvedimento di sanzione disciplinare, mentre “allo stato, è in corso da parte dell’Ordine l’istruttoria mirante a verificare le dinamiche dell’avvenimento e le eventuali responsabilità personali”. Asst Sette Laghi al momento non ha rilasciato commenti.
Commenti che arrivano invece dall’ArciGay di Varese: «Vogliamo ringraziare chi ha effettuato l’esposto e non è rimasto indifferente davanti all’ennesimo intollerabile atto di omofobia – dichiara Giovanni Boschini, presidente Arcigay Varese -. Al paziente coinvolto va tutta la nostra solidarietà. Proprio in questi giorni è stata depositata una legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale che ha lo scopo di porre un argine ai sempre più crescenti atti di omofobia nel nostro Paese, che spesso rimangono sommersi e non vengono denunciati. Oltre alle sanzioni sarebbe utile anche avviare un percorso formativo e per questo ci rendiamo disponibili a collaborare con l’azienda ospedaliera per percorsi di educazione alle diversità, affinché a nessun altro paziente possa capitare nuovamente una disavventura simile. Nel frattempo, rimaniamo piacevolmente stupiti dal senso civico delle persone che hanno assistito all’episodio e non hanno esitato a effettuare l’esposto».
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