Ritorno a scuola: non sarà il moccio al naso a chiudere le porte

Ats Insubria spiega le misure del protocollo per la riapertura in sicurezza delle scuole. Stretto collegamento tra dirigenti e autorità sanitaria. Fondamentale il patto di responsabilità con le famiglie

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Non sarà “il moccio al naso” a vietare al bambino di andare a scuola. Lo ha ribadito la dottoressa Annalisa Donadini Dirigente del Dipartimento Prevenzione Medico, Medicina Preventiva di Ats Insubria presentando il protocollo di sicurezza che regolerà la vita scolastica a partire da lunedì prossimo.
« Il nasino che cola non sarà l’elemento decisivo – spiega – l’unico elemento dirimente sarà la temperatura superiore ai 37,5 gradi. A quel punto l’alunno non potrà presentarsi in aula o, se presente, dovrà essere isolato sotto la sorveglianza di un addetto scolastico fornito di tutti i dispositivi. A quel punto si chiameranno i familiari che verranno a riprendere il figlio per riportarlo a casa, in sicurezza, cioè indossando le mascherine ed evitando i mezzi pubblici».

Non verrà chiamata l’ambulanza, quindi, in attesa di genitori che tardano a presentarsi: « Su questo punto vorrei ricordare che le scuole da sempre, in situazioni di emergenza, sono tenute ad allertare il 112. L’emergenza sanitaria in atto amplia solamente le situazioni in cui attivare i soccorsi. Stiamo parlando, evidentemente, di condizioni che vanno via via peggiorando. Quando si lamentano sintomi quali mal di testa, spossatezza, problemi gastrointestinali reiterati. I genitori verranno sempre allertati e saranno poi loro a dover attivare il medico di famiglia per avviare l’indagine».

Giovedì scorso, Ats e dirigenti scolastici si sono incontrati per chiarire gli ultimi punti di un protocollo dettagliato in vista della ripresa: « La scuola riprende e occorre che tutti facciano il proprio compito con senso di responsabilità – ricorda la dottoressa Donadini – c’è un patto di coresponsabilità che chiarisce impegni e azioni. I genitori dovranno misurare la febbre ai figli e tenerli a casa se questa supererà i 37,5 gradi. Dovranno coinvolgere il proprio medico che attiverà la sorveglianza epidemiologica di Ats . Nel frattempo avviserà la scuola: finché non sarà chiarita la situazione, il gruppo classe continuerà a presentarsi in aula e a fare lezione. Se il tampone dovesse risultare positivo, scatterà il tracciamento di tutti i contatti stretti delle ultime 48 ore e dei compagni, che verranno posti in quarantena fiduciaria per 14 giorni. I contatti dei contatti non saranno coinvolti. Le regole del distanziamento scolastico e l’uso delle mascherine permetteranno di contenere le indagini e di far proseguire normalmente la vita scolastica».

La procedura standard subirà modifiche a seconda del grado scolastico: « Per i bimbi di asilo e nidi si misurerà la temperatura anche ai parenti accompagnatori: se venissero rilevati oltre i 37,5 gradi, genitori e figli non potranno entrare».

Il rientro a scuola avverrà solo con la certificazione del proprio medico: « Le scuole saranno invitate anche a monitorare l’eccesso di assenze sospette o ingiustificate – spiega la responsabile del dipartimento di Prevenzione – mentre un canale diretto sarà attivato con Ats Insubria. Nei prossimi giorni saranno proposti webinair per i docenti: si tratterà di momenti di formazione dove condividere le riflessioni sul valore della crescita culturale e sui comportamenti responsabili».

Attenzione particolare ci sarà per gli alunni fragili, con malattie pregresse attestate dai medici di base e segnalate ai “referenti covid” della scuola . Per loro ci saranno monitoraggi speciali che, in caso di contagio, permetteranno di intervenire con tempestività e precedenza nelle campagne di monitoraggio

La vasta attività di indagine realizzata da Ats Insubria nel mondo della scuola ha permesso di testare quasi il 70% del personale scolastico. Fino al 10 settembre scorso erano passate dai 3 ospedali da campo allestiti da Ats Insubria  16.747 persone ( delle 19.231 prenotate)  di cui positive sono stati 381, tutte con tampone negativo. Anche alcuni medici di medicina generale hanno contribuito alla campagna voluta dal Mur effettuando 420 test di cui 12 positivi ( ma solo al sierologica). In provincia di Varese, i docenti invitati sono stati 11.752, se ne sono presentati 10.569, di questi 138 sono risultati avere gli anticorpi ma con tampone negativo.

L’attività di monitoraggio, che Ats conduce con la collaborazione del personale delle tre Asst varesine e comasca, oltre alla Protezione civile regionale, si protrarrà sino al 18 settembre ma solo nei due punti di Varese e Como. Dopo quella data rimarrà solo il punto comasco : « Voglio ringraziare personalmente il personale di Ats Insubria – ha commentato il direttore generale Lucas Gutierrez – hanno lavorato tutti con grande spirito di servizio in favore della collettività. Nessuno si è tirato indietro nonostante il mese di agosto. E questo è un grande segnale di serietà».

I dettagli del protocollo condiviso tra Ats e le scuole:
PIANO SCUOLA 2020

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Settembre 2020
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