Uva, spunta un nuovo perito
La parte civile dice che la tac sulle ossa di Giuseppe Uva è stata esaminata da un ausiliare poco esperto e propone una nuova relazione. Per il pm è solo un colpo di scena strumentale per distrarre la stampa, poiché le analisi non confermano il pestaggio
Prime indiscrezioni sulle perizie ordinate dal tribunale di Varese, per chiarire le cause della morte di Giuseppe Uva. Le indagini peritali riguardano la tac sui resti della vittima, effettuata dopo la riesumazione, oltre agli esami tossicologici, genetici e quelli sugli indumenti. Dal processo in corso sembra che non siano emersi elementi determinanti che possano imprimere al dibattimento una svolta significativa. Il tribunale di Varese (giudice Orazio Muscato) ha chiesto che le operazioni vengano concluse secondo i tempi previsti e non ha ammesso proroghe. I periti saranno ascoltati a partire dalla prossima udienza il 5 marzo. Il 29 febbraio si terrà la riunione conclusiva di tutti i professori nominati dalla parti. Le perizie saranno dunque chiuse entro la fine del mese.
Ma cosa c’è scritto? Ufficialmente non lo sappiamo. Solo in aula si potrà conoscere il responso. L’avvocato di parte civile di Lucia Uva, Fabio Anselmo, ha però nominato oggi (lunedì 20) un nuovo perito del suo collegio, che a quanto si apprende offre una lettura diversa da quella che avrebbe già fatto l’ausiliare che ha esaminato i resti di Uva. Sono tutti molto prudenti ma forse si può fare questa sintesi: dalla tac non è emerso alcun osso rotto. Tuttavia il nuovo perito – l’ennesimo – la pensa diversamente. Ha esaminato la documentazione e ritiene che possa configurarsi un evento «politraumatico». Anselmo l’ha sostenuto in aula, dicendo che sarebbe opportuno sentire la dottoressa Finazzi come testimone, poiché lei stessa ha consegnato una memoria al gup dicendo che Giuseppe Uva affermava di essere stato picchiato (la dottoressa però è indagata e si era già avvalsa della facoltà di non rispondere).
I periti che hanno esaminato le carte però sono già tantissimi. e conclusioni di questo nuovo esperto saranno aggiunte agli atti, ma sarà il tribunale a decidere se siano o meno attendibili. Da parte sua, l’avvocato Anselmo, fuori dall’aula, garantisce sulla bontà dei suoi tecnici. In particolare, il professor Guglielmo è un radiologo di fama europea, esperto in tac su cadaveri, che ora si trova in Indonesia; fa parte di una task force europea, con base a Zurigo, specializzata in autopsie virtuali. Un altro suo consulente, il professor Vittorio Fineschi, si occupò anche di una biopsia al cuore per il ritorno al calcio di Maradona.
Il pm Agostino Abate si è detto stupito dell’arrivo di questo radiologo. Ha ribattuto in aula che il consulente citato da Anselmo non ha mai firmato alcun atto e ha affermato senza mezzi termini che si tratta di una dichiarazione fatta apposta per la stampa, nell’ambito di un processo tutto mediatico, che non ha relazione col processo vero. «Lo sanno tutti che cosa c’è scritto in quelle perizie – ha infatti affermato il pm, rivolgendosi alle parti nel processo – e lo sanno tutti che cosa è venuto fuori».
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