Stop ad attività e spostamenti dalle 23 alle 5 e ai centri commerciali nel week end
A proporlo, all'unanimità, i sindaci di tutti i Comuni capoluogo della Lombardia, il presidente dell'Anci, i capigruppo di maggioranza e di opposizione e il governatore Attilio Fontana. In serata è arrivato anche la risposta del ministro Speranza
La situazione in Lombardia – provincia di Varese compresa – continua ad essere monitorata molto da vicino e i numeri di tamponi positivi in Regione crescono. Oggi – lunedì 19 ottobre – la percentuale degli esiti positivi sul numero dei test effettuati è stata sopra l’11%, un risultato molto alto, uno tra i più accentuati in questo periodo.
Dopo l’ordinanza di venerdì 16 ottobre con le prime restrizioni, oggi si è tenuta a Palazzo Pirelli una nuova riunione per valutare ulteriori norme per evitare che il contagio continui a crescere.
STOP ALLE ATTIVITA’ E AGLI SPOSTAMENTI DI NOTTE
Stop di tutte le attività e degli spostamenti, ad esclusione dei casi “eccezionali” (motivi di salute, lavoro e comprovata necessità), nell’intera Lombardia dalle ore 23 alle 5 del mattino a partire da giovedì 22 ottobre.
CHIUSURA CENTRI COMMERCIALI NEL WEEK END
Una seconda richiesta è quella di chiudere le medie e grandi dimensioni commerciali, ad eccezione dei supermercati alimentari, nel fine settimana.
Sono le proposte che, all’unanimità, i sindaci di tutti i Comuni capoluogo della Lombardia, il presidente dell’Anci, Mauro Guerra, i capigruppo di maggioranza e di opposizione e il governatore Attilio Fontana, preso atto di quanto rappresentato dal Comitato Tecnico Scientifico lombardo, chiederanno di condividere al Governo, nella persona del ministro della Salute, Roberto Speranza, per fronteggiare la diffusione del virus.
Proposte scaturite dalla rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione della ‘Commissione indicatori’ istituita dalla DG Welfare, secondo cui, al 31 ottobre, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4.000 in terapia non intensiva.
Inoltre, nella riunione tenutasi oggi – lunedì 19 ottobre -, tutte le parti intervenute hanno condiviso l’opportunità della chiusura, nelle giornate di sabato e domenica, della media e grande distribuzione commerciale, tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità.
In serata è arrivata anche la risposta da parte del Governo: «Sono d’accordo sull’ipotesi di misure più restrittive in Lombardia. Ho sentito il Presidente Fontana e il sindaco Sala e lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore». È quanto ha dichiarato all’Ansa il ministro della Salute Roberto Speranza. Non un “via libera” definitivo, ma sicuramente un’apertura verso la proposta avanzata dal Pirellone.
Altre dichiarazioni del Governatore Attilio Fontana sono invece arrivate da Rete4, la trasmissione Quarta Repubblica: «Abbiamo deciso di emanare un provvedimento che sia anche simbolico, che dalle 23 alle 5 di mattina le attività siano chiuse e la gente sia in casa e che, salvo in caso di urgenze, non si possa circolare per le strade in Lombardia. Questo anche per cercare di dare un colpo ad una delle causa del contagio che è ripartito e che sono l’assembramento, la movida, le feste, gli incontri in piazza, tutte cose che non si riescono a controllare perché non riusciamo ad avere un numero sufficiente di polizia e agenti».
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Il problema di questo paese è non rinunciare all’apertivo o alla birretta serale, il problema sta sempre e solo lì.
Quindi la gente sta ancora troppo bene evidentemente e poco gli interessa di preservare il posto di lavoro.
Tra le comprovate necessità rientra la possibilità di raggiungere in auto l’aeroporto di Malpensa prima delle 5 del mattino visto che devo prendere l’aereo per andare in vacanza?
La DOMANDA è:
è giusto castigare 10.000.000 di Lombardi per colpa si pochi stolti che non sanno fare a meno di ammucchiarsi nella cosiddetta “movida”?
Cari commentatori, la DOMANDA è: è giusto imporre limitazioni della libertà palesemente incostituzionali, per dare in pasto un provvedimento demagogico alla popolazione impaurita, quando è del tutto evidente che non servono assolutamente a nulla (come prima le mascherine)?
Mentre, nel frattempo, i costanti assembramenti dei “sacri” mezzi pubblici sono completamente ignorati.