Archi e mattoni, che sorpresa le cascine di Caidate
Grande partecipazione nell'unico weekend delle Giornate di Primavera del Fai, che proponevano anche un percorso nel paese di Sumirago e nella frazione Caidate
Sono una sorpresa, le cascine di Caidate: non piccole fattorie, ma complessi tra le colline ben organizzati e non privi di eleganza, che non sfigurerebbero in mezzo alle grandi corti di pianura.
Le cascine Immacolata, Crocifisso, Vittoria sono una vera particolarità di questo paesino sulla collina, legate agli investimenti realizzati dai proprietari (nell’Ottocento) in un territorio dove invece è rara la presenza di strutture agricole nate da un progetto preciso e articolate in modo da riunire più famiglie.
Questo patrimonio poco conosciuto – se non per qualche citazione in libri sull’architettura agricola locale – è stato al centro anche dell’ultima “Giornata Fai d’Autunno” promossa dalla Delegazione Fai del Seprio e ben curata soprattutto dal gruppo Giovani. Come ormai da tradizione per le Giornate, due strutture ottocentesche sono state inserite in un piccolo percorso locale, «che comprendeva la Villa Molino a Sumirago e le due cascine di Caidate».
Villa Molino è oggi sede del municipio, un pregevole edificio d’origine Settecentesca, intorno a cui man mano si è aggregato il paese : è appartenuta al monastero femminile di Brera a Milano, alla famiglia Colleoni e poi, tra Ottocento e Novecento, ai marchesi Stanga.
Nell’Ottocento la frazione Caidate vide invece la fioritura delle cascine progettate, frutto di un investimento preciso e di un disegno razionale. In ordine cronologico la prima è la Cascina Crocifisso: costruita tra il 1865 e il 1875 per volere del conte Luigi Confalonieri, è una corte completamente chiusa.
Da un lato l’alto fabbricato di tre piani con le case dei contadini (rigorosamente aperte verso Sud, per sfruttare il calore), dall’altro le stalle con fienili. Sui due lati un lungo muro di cinta – a cui si appoggia il portico – chiude la corte. Gli edifici alternano mattone e intonaco, con gusto vagamente neomedievale che allora – nei primi anni dell’Unità d’Italia – simboleggiava la riscoperta di una antica libertà a lungo negata dalla dominazione straniera.
Un piacevole tocco neogotico caratterizza anche l’edificio principale e parte degli annessi della Cascina Immacolata costruita nel 1870 e ancora oggi pressoché isolata tra campi e boschi, seppur non distanti dal paesino. Dal lato opposto dell’abitato interessante, anche se più piccola ancora, è la cascina Vittoria, con l’edificio principale ritmato da sette arcate per ogni piano: sotto al portico una nicchia ospita la cappelletta della Madonna, un elemento certamente tradizionale ma che si diffuse ancor di più nella seconda metà dell’Ottocento, nel segno di un rinnovato culto mariano.
Le cascine di Caidate sono difficilmente visitabili, forse anche per questo le Giornate d’Autunno FAI hanno riscosso un particolare successo, quando hanno offerto la possibilità di una visita guidata della Crocifisso e della Immacolata.
«Il sindaco di Sumirago già ci aveva proposto le aperture per la Giornata Fai di Primavera, poi saltata a causa del lockdown» racconta Martina Carù del Gruppo FAI Giovani Seprio. «Secondo il programma avremmo dovuto proporre anche una chiesetta, ma gli spazi erano troppo ridotti e quindi abbiamo dovuto escluderla». Carù spiega appunto che i Giovani e la Delegazione del Seprio del Fai si sono trovati ad affrontare «un afflusso di persone molto superiore a quel che ci aspettavamo», affrontato comunque con gruppi organizzati (di poche persone) e distanziate.
La Cascina Immacolata è ancora oggi utilizzata per attività agricola ed è abitata, mentre la Crocefisso è disabitata dagli anni Novanta. Difficile riconoscere i fasti di un tempo, quando le due cascine svettavano – simbolicamente, ma anche fisicamente – sulle più piccole, insalubri case contadine della zona. Le Giornate FAI hanno ridato vita agli spazi, consentito di tramandare esperienze: «Una signora ottantaseienne ci ha raccontato la vita alla cascina Crocefisso, della coltivazione dei bachi da seta, dell’asciugatura della seta sui prati, per portarla poi al castello».
Il castello sta poco distante: dimora dei Visconti prima, poi dei Bigli, passò poi appunto ai Confalonieri, che ne fecero il centro di una vasta proprietà agricola. Di antica origine, anche il castello ripropone oggi edifici in parte ottocenteschi, ma ispirati a quel medioevo mitologico che si ritrova anche nelle cascine: una ulteriore tappa che si può aggiungere ad un piccolo tour di Caidate.
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