Una requisitoria durissima. Forza Italia ribadisce i
pesanti attacchi contro Andrea Buffoni. Aveva iniziato qualche giorno fa Nicola Mucci,
chiedendo al candidato di spiegare la sua assenza dalla politica ai cittadini. Ha
continuato ieri sera Massimo Buscemi (foto), consigliere regionale, presidente della commissione regionale alla
sanità, attaccando lo schieramento dell'avvocato gallaratese socialista. "La prima repubblica - ha affermato Buscemi - vogliamo che
rimanga un quadro antico appeso in un angolo di casa perché é lì che deve stare. Noi
non vogliamo che si ritorni a parlare di una 'Gallarate da bere', la Gallarate del
favoreggiamento, della ricettazione, della concussione". Un affondo, legato alle
accuse contestate a Buffoni nel rinvio a giudizio per il processo della Tangentopoli
varesina, che non ha lasciato indifferente la platea e che ha rilanciato la campagna
contro Buffoni su cui Forza Italia sta orientando le sue mosse politiche. Stranamente non
é la sinistra a ricevere la bordate del centrodestra in questa fase, ma proprio le due
liste civiche - Andrea Buffoni sindaco e Gallarate 2010 - formate anche da politici che in
un modo o nell'altro provengono e si richiamano idealmente al centrodestra.
Una supposta vicinanza che Forza Italia attacca con quanto
fiato ha in corpo. "Nessuno ha il diritto di appropriarsi di parti del simbolo
della Casa delle libertà - ha detto ancora Buscemi - e nessuno ha il diritto di scrivere
sul proprio sito Internet (come ha fatto Buffoni, ndr) di votare Berlusconi, se non
appartiene alla Casa delle libertà".
Nino Caianiello (foto), commissario cittadino di Forza Italia, ha usato meno decisione, ma
è stato altrettanto chiaro: "Ci sono liste civiche che non sono tali. Gallarate
conosce bene chi fa politica e come la fa. Alla fine i cittadini sapranno giudicare".
Chi si aspettava toni gentili é rimasto deluso. In realtà
il duello é a colpi di clava e non risparmia nessuno. Buscemi ha tracciato un quadro
della Gallarate della fine anni Ottanta molto negativo. La discesa in campo di Buffoni ha
invece posto un nuovo problema politico, che rischia di trasformarsi in un referendum
ideale. Era meglio allora o é meglio oggi? Un dibattito che forse é già cominciato.
R.R.
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