Se le promesse della campagna elettorale fossero
vergate in carta da bollo da un notaio forse i commercianti e i cittadini di Gallarate
dormirebbero tranquilli. Tutti i candidati sindaci infatti hanno espresso in questi giorni
contrarietà ai centri commerciali, uno sviluppo equilibrato dell'asse 336 e senso di
responsabilità verso l'ambiente riguardo Malpensa. Anche ieri sera, in un dibattito
organizzato da Legambiente, il tono delle dichiarazioni é stato quello del totale
rispetto del territorio. Presenti cinque candidati su sei. In ordine alfabetico: Massimo
Barberi, Claudio Bartoli, Andrea Buffoni, Angelo Luini e Laura Martegani. Assente Nicola
Mucci della Casa delle libertà. Il favorito della competizione era impegnato in una cena
elettorale, ma ha fatto sapere di aver rifiutato il confronto perché gestito da esponenti
diessini e perché ritiene più logico un dibattito solo con la candidata dell'Ulivo Laura
Floris Martegani. Snobbati gli outsiders quindi, anche se senza di loro la competizione
sarebbe senza gusto, visto che solo il rubacchiare voti qua e là degli altri competitors
può restituire a queste elezioni un minimo di incertezza sul risultato finale. Ma
tant'é, Mucci ha preferito giocare tranquillo e non scendere in campo. Il gusto del confronto non é mancato invece agli altri pretendenti. Malpensa
e 336, come si diceva, i due argomenti chiave su cui si sono cimentati i numeri uno delle
rispettive coalizioni. Emilio Magni, leader di legambiente, ha posto alcune domande
precise su come intendano comportarsi in futuro i candidati. Il più barricadero é stato
Massimo Barberi di Rifondazione Comunista. "Malpensa va arrestata perché é
fuorilegge". Claudio Bartoli di ViviGallarate ha ricordato di essere stato a suo
tempo l'unico consigliere regionale, a parte Rifondazione, a votare contro il piano d'area
malpensa. Per il futuro si impegnerà " a far costruire il meno possibile, abbassare
gli spazi commerciali ma senza dimenticare le infrastrutture necessarie come le
strade". Dall'Ulivo una proposta precisa. "Malpensa ora é in territorio di
Milano - ha detto provocatoriamente Laura Floris Martegani - io propongo di entrare nella
gestione dell'aeroporto e di fare una provincia Malpensa per controllarne lo
sviluppo". Andrea Buffoni ha invece ricordato che fu negli anni Settanta, per sua
volontà, che Gallarate aderì al parco del Ticino, e ha invocato un dialogo tra le
istituzioni e gli enti locali, così come non é avvenuto di recente, per progettare lo
sviluppo nel rispetto del territorio. Più disincantato il giudizio di Angelo Luini.
"Malpensa é voluta da interessi internazionali che non si possono fermare. Mettiamo
un rappresentante nel cda della Sea e agiamo sui parlamentari della provincia".
Sulla 336 le domande di Magni sono state ancora più precise. Cosa
mettere in quell'area e con quali volumi di cemento. Una storia tutta da assaporare quella
dell'insediamento commerciale 336, vera disneyland del mattone, secondo Legambiente
"cementificazione con il pretesto di Malpensa". Pretesto, già, perché la prima
variante prevedeva 3 milioni e 600mila metri cubi, uno spazio che significa più o meno
30mila abitanti se ipoteticamente abitato. Ora, l'ultimo documento programmatico votato
dal consiglio ne prevede circa un milione.
Angeno Luini propone di costruire un nuovo ospedale e di realizzare
un auditorium per la cultura. "Nessuno spazio per i centri commerciali, la rovina di
Gallarate". Laura Martegani invoca una riorganizzazione urnabistica generale e chiede
che la 336 "venga utilizzata come riserva per le destinazioni d'uso che ci servono,
eventualmente anche per risolvere il problema casa". Andrea Buffoni Crede invece nel
businnes park per Malpensa con banche servizi alle imprese, uffici di compagnie aeree.
"I centro commerfiali son un errore - dice - ma la 336 é anche l'ultima zona che
può trarre qualche beneficio da Malpensa". Claudio Bartoliha ricordato che quando
venne fatto il piano d'area si scatenò una gara per inserire i progetti privati nelle
tabelle delle opere prioritarie, fregandosene dei bisogni dei cittadini e ha assciurato
lotta dura ai centri commerciali. Per Massimo Barberi di Rifondazione gli investimenti del
piano d'area servono solo alle lobbies e agli speculatori, ha ricordato l'opposizione del
Prc a quella legge regionale e ha proposto la realizzazione di un centro per la memoria
della resistenza.
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