Speciale elezioni - Varese 23 aprile - Famiglia, lavoro e federalismo: il programma politico di Democrazia Europea presentato all'Holet Palace di Varese. Gli uomini di D'Antoni si rifanno ai valori dello Scudo Crociato per ritrovare quella parte di elettorato deluso che non si riconosce più nei due poli
Nè a destra, nè a sinistra: ridiamo forza al centro
Hanno tutti un passato da democristiani o sindacalisti della Cisl. Si sono ritrovati perchè non si sentono rappresentati da nessuno. Credono ancora fermamente nella valenza del centro, non come terra di saccheggio di destra o sinistra. Si rivolgono a tutto quell’elettorato deluso che non si riconosce nei due schieramenti e vorrebbero di nuovo sentir parlare di programmi e non di slogan. Sono i candidati di Democrazia Europea, la nuova formazione elettorale che vede in Sergio D’Antoni il proprio leader.
I candidati della provincia di Varese si sono presentati all’Hotel Palace per rivendicare la propria autonomia e per rilanciare i vecchi temi cari allo Scudocrociato: famiglia e lavoro visti nell’ottica cattolica. Credono fortemente nel decentramento, infatti i loro candidati sono tutte persone radicate nella realà in cui vivono e operano: "Dove non avevamo personaggi con queste caratteristiche, abbiamo preferito non presentarci" afferma Giovanni Pedrinelli, segretario provinciale di Democrazia Europea.
La loro visione di federalismo, quindi, è molto accentuata :"purchè non si limiti ad un mero trasferimento di poteri alle regioni" tengono a sottolineare. Più si avvicina al territoro e meglio sarà. E quindi i candidati provinciali di Democrazia Europea hanno l’obiettivo di ridare visibilità a Varese e di mantenere il ciclo produttivo che in questi decenni si è faticosamente conquistato. Tra gli impegni quello di assicurare al varesotto migliori collegamenti su rotaia e su gomma e di avviare un discorso turistico, soprattutto sulla sponda del Maggiore.
Tra i temi ‘forti’ anche la famiglia, con la difesa dei suoi valori e della sua funzione all’interno della società :" Si deve tornare a pensare ai giovani e alla loro formazione, perché sono loro il domani della nostra nazione."
Grande chiarezza per ciò che riguarda il lavoro: " Non si devono promettere posti di lavoro. L’occupazione è una cosa seria che va costruita con la formazione e la creazione di infrastrutture per le aziende."

E dello stesso tenore è la posizione in merito alle pensioni :"La concertazione ha dato i suoi frutti nel ’93 – spiega Pedrinelli – e proprio quest’anno si dovrà verificare la congruità delle previsioni. Comunque, per mantenere efficace il nostro sistema si deve ampliare la base lavorativa: solo riavviando l’industria, assorbendo il lavoro nero, rivitalizzando il sud si potrà rimettere in moto la macchina pensionistica."

Legata alla questione pensionistica c’è sicuramente quella della manodopera straniera. "Se ci chiedete cosa pensiamo dei clandestini, noi siamo sicuramente contrari. Discorso diverso riguarda quegli extracomunitari che vengono ad occupare posti di lavoro che gli italiani non vogliono più. La manodopera degli immigrati è ormai necessaria, ma va gestita. Noi per esempio- prosegue Pedrinelli – abbiamo avviato un accordo tra Euroimpresa di Legnano e la Moldavia per la formazione di saldatori: una volta preparati arriveranno in Italia per essere inseriti nella nostra industria in accordo anche con i comuni perchè trovino loro una sistemazione. "
La ricetta dovrebbe risolve così la questione della criminalità legata all’immigrazione clandestina anche se, afferma il candidato di Varese per il Senato Antonio Pivetta, la violenza in generale va arginata dalla minaccia del carcere duro: "La detenzione come deterrente per i reati più gravi. Siamo contrari alla pena di morte per principio, ma la carcerazione, per alcuni criminali, deve rasentare