Ha abbracciato il movimento di Di Pietro sin dall'inizio. Lo ha affascinato
l'idea che anche un solo uomo, se vuole, può cambiare la situazione purchè non sia
lasciato solo. Alessandro Milani, candidato al collegio senatoriale di Varese, parla del
progetto della lista che porta il nome dell'ex celeberrimo pm.
"Il nostro è sicuramente un discorso a lungo termine. Quello che noi vogliamo è un
ricambio totale della classe politica e un'innovazione delle istituzioni."
Maggioritario secco e semipresidenzialismo alla francese sono le ricette per uscire dal
sistema odierno che ormai ha ingenerato sfiducia nell'italiano. "Nel nostro movimento
abbiamo tutte persone entusiaste, che non hanno mai avuto ruoli politici rilevanti ed
hanno accettato di mettersi in gioco perchè convinti da un ideale."
Vogliono recuperare la fiducia dell'elettorato e soprattutto dei giovani, perchè saranno
loro la classe dirigente di domani.
"I nostri ideali sono quelli della famiglia, che va rivalutata, della solidarietà e
della sussidiarietà. Vogliamo far dimenticare la mera logica del profitto assolutamente
deleteria. Vogliamo ridare valore all'individuo: la giustizia deve sì assicurare il
diritto alla difesa dell'imputato, ma non deve mai dimenticare l'importanza della vittima.
La pena deve essere certa: non è tanto importante in che modo viene sanzionato un
reato, quanto che la punizione individuata sia rispettata sino in fondo: solo in questo
modo la pena fungerà da vero deterrente."
La sicurezza del cittadino all'interno delle proprie case e nelle proprie strade è un
altro argomento che Milani sostiene a spada tratta "Innanzitutto ci vuole un
coordinamento tra le forze dell'ordine. In secondo luogo si deve dare più motivazione ai
ragazzi che quotidianamente rischiano la vita per la sicurezza della cittadinanza. Spesso
leggi troppo garantiste vanificano il loro duro lavoro e ciò è demoralizzante. "
E per quanto riguarda la questione
immigrazione, qual è la Sua opinione?
Ritengo che l'argomento sia stato
strumentalizzato. Non è giusto tentare di risolvere i nostri problemi sociali
scaricandoli su altri. Spesso queste persone straniere vengono nel nostro territorio, si
adattano a situazioni lavorative che nessun altro accetta e vivono in condizioni inumane
perchè non hanno alternative. Credo che a tutti vada data una chance per integrarsi, se
poi questa viene sprecata, allora la società ha il diritto di difendersi. Spesso, però,
il problema della clandestinità è provocato dalla stessa legislazione italiana: il
clandestino a cui viene consegnato il foglio di via viene abbandonato a sè stesso, e il
suo destino è segnato non potrà trovare un'occupazione e dovrà spostarsi in un'altra
città per continuare a vivere ai margini della legalità."
Quali solo le istanze locali di cui si
vuole fare portavoce a Roma?
Nel nostro territorio soffriamo per alcuni
comportamenti che non riusciamo proprio ad abbandonare. Tipo l'inquinamento: tutti ci
lamentiamo, poi nessuno lascia a casa la propria vettura per utilizzare i mezzi pubblici.
E da qui si innesca un discorso a spirale che riguarda anche il traffico e la mancanza di
parcheggi. Un'altra questione che mi preoccupa è l'alta percentuale di disoccupati del
luinese: la Svizzera non assorbe più manodopera. Si deve intervenire perchè, grazie
all'opportunità dei finanziamenti europei, decolli sul territorio una realtà produttiva.
Ritengo, comunque, che il discorso del lavoro vada affrontato in un'ottica più generale.
Si deve partire dalla formazione per rendere il lavoratore autonomo e capace di
crescere."
Lei, quindi, è a favore della
flessibilità
Sì, se ciò vuol dire far crescere il
lavoratore e dargli l'opportunità di negoziare alla pari la sua prestazione d'opera.
C'è ancora una cosa per cui vorrei battermi se venissi eletto. Riguarda la sanità: io
penso che sia meglio un servizio al giusto prezzo che non uno gratis ma di scadente
qualità."
Alessandra Toni
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