Flop di
pubblico, questa mattina, per il forum dal titolo "13 maggio
la scelta definitiva: prospettive politiche e devolution"
organizzata dal gotha della Casa per le Libertà cittadina, con la
presenza autorevole di Giuliano Urbani, professore di economia
politica alla Bocconi, membro del comitato nazionale di
presidenza, e ideologo di Forza Italia.
Nella piccola sala conferenze del
Museo del Tessile le poltrone erano quasi tutte occupate dagli
addetti ai lavori, consiglieri comunali, segretari di partito, la
piccola nobiltà del centrodestra cittadino, ma mancava il popolo
delle urne che, nonostante il richiamo elettorale, è rimasto
insensibile al tema cardine della campagna elettorale di maggio:
il federalismo.
Tra i relatori, oltre a Giuliano
Urbani, al primo cittadino Gianfranco Tosi – Lega – e Gigi
Farioli – Presidente del gruppo Forza Italia in Regione
Lombardia, anche i candidati in corsa per il collegio sei: Luca
Volonté, per la Camera, e Antonio Tomassini, per la riconferma al
Senato.
Ovviamente, come spesso accade, in
queste discussioni accademiche, il federalismo è stato strumento
per attaccare e denigrare il titolo 5° approvato dal governo
centrale di centrosinistra, prima di sciogliere le Camere per il
voto politico.
"Non solo è una patacca –
ha tuonato Giuliano Urbani – ma una scatola vuota, il
decentramento realizzato dalla sinistra non consente una reale
autonomia degli enti locali".
Devolution, infatti, significa, per
il centrodestra, non indipendenza, ma autonomia – come ha
rilevato Gianfranco Tosi, in apertura lavori – "una scelta
necessaria, indispensabile, moderna, efficiente, responsabile e
giusta".
E devolution sarà, anche per Luca
Volontè, "il principio guida per riformare lo Stato
italiano" mentre il senatore Tomassini ha attaccato la
riforma di centrosinistra "imposta con i muscoli al Paese,
con solo quattro voti di margine a favore, e che ha ridistribuito
gli oneri della cattiva gestione del governo centrale alle regioni
e agli enti locali".
Mentre per il capogruppo di Forza
Italia al Pirellone, Gigi Farioli, "la devolution è l’antitesi
del decentramento, se con la modifica del titolo 5° della
Costituzione, lo Stato centrale continua a mantenere potere, con
la devolution sarà possibile attuare il primo passo verso il
federalismo".
E dopo aver sferrato, tutti
insieme, un attacco, alla "illiberalità della campagna
elettorale" – Volontè - organizzata dal fronte opposto,
alla "sinistra che copia i programmi elettorali da
mascalzoni" – Urbani – "al governo centrale incapace
di favorire lo sviluppo locale" – Gianfranco Tosi –
"un governo con un dna senza correttezza istituzionale che ha
impedito l’attuazione piena della riforma sanitaria regionale
della Lombardia" – Farioli, comunque, nel caso dovesse
vincere le elezioni del 13 maggio, con la voce di Giuliano Urbani,
membro anche della defunta Commissione Bicamerale nell’area
"garanzie", si annuncia una riforma delle legge
elettorale, sulla base del modello regionale, sostenuto anche da
Alleanza Nazionale "che si farà, perché abbiamo idee
sufficientemente chiare, e nel caso non ci sia condivisione con l’opposto
schieramento, la faremo anche da soli" senza la
partecipazione di tutte le forze democratiche del Parlamento.
Fiorella Paris
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