«Siamo
il partito della libertà per eccellenza; e libertà significa
anche entrare e uscire dal nostro movimento come ognuno crede». L’indomani
dell’abbandono di Forza Italia da parte di alcuni elementi
passati sotto la bandiera della Democrazia Europea di D’Antoni,
il segretario provinciale degli azzurri, Giorgio De Wolf, tende a
minimizzare. Da un lato non crede a una emorragia di consensi,
dall’altro però non nasconde un certo disagio all’interno del
suo gruppo per il trattamento riservato a Varese dai vertici del
partito. Il coordinatore del collegio 1 e componente della
segreteria cittadina Piero Galparoli, passato con D’Antoni,
forse non è figura conosciutissima tra gli elettori berlusconiani;
la sua defezione significa però il venir meno di un serio
militante,
abituato alle riunioni, alle iniziative, al lavoro politico (anche
in senso materiale) vero e proprio. Preoccupazione per le
ripercussioni sul movimento o sulla massa generale dei consensi?
«Preoccupazione no – ribatte De Wolf – anche se dispiace
doversi dividere da degli amici con i quali s’è compiuto un
percorso. Non crediamo comunque che l’appoggio degli elettori in
provincia di Varese ne risentirà; chi se ne è andato aveva già
da tempo assunto un atteggiamento critico».
Nel merito, ritenete fondate le critiche rivolte da Galparoli e da
chi l’ha seguito, vale a dire che in Forza Italia manca il
dibattito interno e la possibilità di far valere le proprie
ragioni? «Non ho parlato con i diritti interessati – continua
De Wolf – ma se il riferimento è alla candidature decise per le
prossime elezioni indubbiamente un po’ di amarezza all’interno
del movimento c’è stata. Allo stesso tempo, però, sottolineo
che siamo di fronte a elezioni politiche, non locali, dove dunque
sono in gioco anche esigenze superiori. Ma a questo punto non
posso fare a meno di pensare che chi è uscito lo ha fatto perché
non è stato candidato».
Va ricordato che l'uscita di Piero Galparoli non è isolata. È
passato con D'Antoni anche il suo vice Carlo Alberto Coletta, il
consigliere comunale Nunzio Gelsomino, i consiglieri di
circoscrizione Carlo Fonti e Giancarlo Dironco. Oltre a questi
anche altri militanti. Galparoli parla di un centinaio di
militanti e alcuni starebbero alla finestra indecisi sul da farsi.
Tra questi anche qualche nome molto in vista in città.
Le motivazioni sono molto politiche. «Siamo stufi di politica
basata sugli slogan. Vogliamo lavorare su progetti precisi. Molti
sono contenti perché la loro storia è legata alla vecchia Dc, ma
per alcuni di noi che hanno iniziato a far politica con Forza
Italia, questo strappo è costata fatica, ma era necessaria. La
politica non può essere decisa solo dall'alto. Nessun problema
con i dirigenti locali, ma non condividiamo diverse scelte fatte
negli ultimi periodi. La candidatura di Cossiga è solo un
esempio».
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