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Speciale
elezioni - Busto
Arsizio 6 maggio Carenza di personale, carenze strutturali, sovraffollamento. La
situazione della casa circondariale cittadina è al limite. Se ne è discusso nel
dibattito pubblico organizzato da Cgil, Cisl, Uil, Sapp e Osapp |
Pochi agenti, troppi detenuti.
Una situazione insostenibile
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Presso la sala convegni del Museo
del Tessile si è tenuto un dibattito pubblico sulla situazione della Casa circondariale
di Busto Arsizio. Tre le questioni scottanti poste sul tavolo dei relatori: il
sovraffollamento, limpatto di Malpensa 2000, il servizio di traduzioni e
piantonamenti. A illustrare la situazione cerano i diretti interessati, gli agenti
di polizia penitenziaria, rappresentati dal coordinatore regionale Uil-Penitenziari Angelo
Urso e da Carlo Serrau, delegato Cisl della Casa circondariale di Busto.
I numeri e le cifre riguardanti la struttura di Busto sono a dir poco allarmanti, di
contro colpisce positivamente il tono pacato e latteggiamento estremamente razionale
che gli agenti di polizia penitenziaria hanno mantenuto sinora e confermato anche in
questo convegno. Il carcere di Busto Arsizio ha una capienza massima di 286 posti, già
raddoppiata rispetto alla sua portata originaria che era di 143. Attualmente la capienza
è triplicata, vi sono detenute infatti 420 persone, con punte di 440, senza che siano
intervenute variazioni nella struttura. Tre detenuti per cella, quindi, e nei momenti di
maggior presenza qualcuno dorme fuori, dalle celle naturalmente. A fronte di questa enorme
densità di popolazione, gli agenti di polizia penitenziaria sono solo 202, mentre, come
peraltro riporta una relazione del Ministero di Grazia e Giustizia, ne servirebbero almeno
320. Una carenza di oltre cento unità. Come se non bastasse, da tre anni a questa parte,
il servizio di traduzione e piantonamento dei detenuti, una volta esplicato dai
carabinieri, è passato in carico alla polizia penitenziaria. Questo significa che dai 220
agenti previsti per il carcere di Busto Arsizio vanno scorporati i 28 agenti che si
occupano di questo specifico servizio. Per i 140 detenuti definitivi, la cui condanna è
passata in giudicato, ci sono due educatori.
Tutto cio si traduce in carichi di lavoro insostenibili, straordinari su
straordinari per gli agenti e una situazione giunta al limite di sopportazione, anche
perché la mancanza di serenità va a riflettersi sul rapporto tra controllati e
controllori. "E una situazione limite, i numeri parlano da soli dice
Carlo Serrau, delegato Cisl della Casa circondariale di Busto .I problemi dei
detenuti sembrano sempre molto grandi, ma in realtà sono spesso piccoli, cio che li
rende enormi è lincomprensione. Con lapertura di Malpensa2000 molti detenuti
sono extracomunitari e stranieri, e il fatto che non parlino italiano rende tutto più
difficile. Anche fare una semplice telefonata o una piccola richiesta diventano problemi
grossi perché non cè comunicazione. Bisognerebbe formare il personale alluso
della lingua inglese. La presenza di detenuti stranieri richiederebbe anche la figura del
mediatore culturale, un filtro importante, figura che nel nostro carcere non esiste".
Gli agenti sono coscienti della situazione e soprattutto del pericolo degenerativo.
"La nostra funzione non puo essere solo quella di sorvegliare e punire
dice un loro rappresentante- questa situazione strutturale però non lascia spazio a
nessuna altra funzione se non a quella repressiva, perché troppo pericolosa; la
stanchezza e la tensione viene avvertita dai detenuti, che ci osservano e capiscono la
nostra situazione di debolezza. Il rapporto guardie e carcerati è talmente sbilanciato
che il singolo agente non puo farsi carico di tutte le esigenze dei detenuti che è
chiamato a sorvegliare".
Sul pulpito dei relatori anche i politici, seguiti con attenzione dagli agenti presenti
tra il pubblico. Sia Giovanni Canziani, candidato al Senato per lUlivo, sia Luca
Volontè, già deputato e candidato alla Camera per la Casa delle Libertà, ribadiscono il
loro impegno in favore del carcere e si rimpallano responsabilità che ancora hanno da
venire. "Saprete a chi tirare la giacca - dice Canziani-. Se i parlamentari eletti
sul territorio avessero fatto presente il problema, il carcere di Busto Arsizio non
sarebbe in questa situazione". Luca Volontè, intervenuto subito dopo, raccoglie la
palla, dichiarando prima di non accettare la polemica e ribadendo subito dopo che lui
cera, ma era allopposizione.
Michele Mancino
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