Speciale elezioni - Varese  6 maggio - Comizio in Piazza Monte Grappa del leader di AN Gianfrano Fini: giustizia sociale, legalità e sicurezza i temi centrali del discorso
Siamo rimasti gli unici a fare i comizi

comiziofini.jpg (20713 byte)Una bella mattinata di sole accoglie uno dei rarissimi comizi che la campagna elettorale 2001 sta riservando a Varese. Con oltre un'ora di ritardo arriva in città Gianfranco Fini, leader di Alleanza Nazionale. In Piazza Montegrappa poche centinaia di persone, un risultato lusinghiero, comunque, in questo clima distratto che affida solo agli spot mediatici tutto il suo vigore.
E Gianfranco Fini ribadisce proprio il suo attaccamento al vecchio modo di fare politica: "A noi di AN piace la politica per il significato intrinseco che essa ha. Non siamo interessati alla carriera o alle poltrone. Ecco perchè non ci tiriamo indietro davanti ai comizi, ecco perchè cerchiamo il dialogo con la gente, il confronto diretto. "
E i presenti sembrano apprezzare queste parole urlate ad una città distratta dal mercato bosino che si svolge proprio alle spalle della piazza.
Sicurezza, legalità, giustizia sociale sono i tre temi che tengono banco nel discorso del vicepremier della Casa delle Libertà. "Modificheremo le leggi sulla droga che generano quella microcriminalità che sta preoccupando le nostre famiglie, che mette in pericolo i beni a cui siamo legati anche affettivamente, che induce i nostri anziani a barricarsi in casa. Inizieremo dalle scuole per far comprendere ai giovani che drogarsi è un danno alla propria salute e che non c'è nulla di benefico in ciò."
"Ridaremo dignità alle forze dell'ordine perchè siano trattate quali servitori dello Stato e non servi di esso. Ridaremo senso alla parola Giustizia, garantendo il diritto."
fini.jpg (17454 byte)"Rivedremo le leggi sull'immigrazione ad iniziare dalla Turco Napolitano. Non è una questione di mancanza di solidarietà - tuona il leader di AN che riconosce come in passato proprio gli italiani siano stati bisognosi di solidarietà nel mondo - Gli immigrati saranno accettati ma dovranno sottostare alle leggi come tutti, e quando, sarà necessaria l'espulsione, il provvedimento dovrà essere attuato pienamente."
Nell'elenco degli obblighi dei primi cento giorni di governo, anche la famiglia, intesa come coppia composta da un uomo e una donna, gli incentivi ai nuclei monoreddito, le sovvenzioni a chi ospita anziani e portatori di handicap. E poi, ancora , l'abbattimento delle tasse che stanno spremendo fino all'osso tutti gli italiani: dagli imprenditori, ai commercianti, agli artigiani, ai salariati. "Per produrre ricchezza si devono tutelare le classi produttive e permettere che i capitali circolino liberamente senza doversi rinchiudere in banche per timore di venir vanificati dai balzelli." Ecco allora il suggerimento di attuare incentivazioni alle assunzioni, per rendere meno onerosi i contratti combattendo, così, il lavoro sommerso.
Un discorso intenso, che ha spaziato anche nel mondo della cultura e delle tradizioni, bagaglio inestimabile del nostro popolo e spesso sottovalutato.
Non una parola sul caso Cossiga che ieri sera ha annunciato di abbandonare la Casa delle Libertà. Solo un chiarimento a margine del comizio, sollecitato dai giornalisti: "Cossiga ha frainteso Berlusconi, l'attacco non era rivolto a lui." Una bolla di sapone, dunque?

Alessandra Toni