Vito
Gnutti bresciano doc viene in trasferta in terra varesina.
Leghista della prima ora, fu espulso dal "Senatur"
nell'estate del '99 perchè ritenuto un traditore ( Gnutti,
"uomo di Confindustria"). Oggi è lui a rimproverare
al leader lumbard l'aver abbandonato le battaglie del
movimento per l'attaccamento alla poltrona. E nel feudo leghista
arriva sotto il simbolo dell'APE per conquistare Villa Recalcati.
«Varese potrà essere un territorio dove sbarcherò con alcune
iniziative imprenditorali. I miei amici, conoscendo questi miei
progetti, mi hanno invitato a presentarmi con lo scopo di far
crescere questo movimento.»
Ma come pensa di conquistare
un elettorato ritenuto fedelissimo a Bossi?
«Noi ci rivolgiamo a quanti hanno capito che la dialettica
destra/sinistra non è sufficiente. La Francia insegna: il
bipolarismo può produrre risultati clamorosi. Attualmente governo
e opposizioni non stanno dando vita ad un contraddittorio
costruttivo. Il vero confronto è tra Nord e Sud, tra Italia
produttiva e no.»
È possibile che i temi su
cui punterete saranno simili a quelli della Lega?
«I nostri temi sono quelli della Lega della prima ora. Quelli che
io ho abbracciato e per cui mi sono battuto con Bossi. Poi loro
sono andati a Roma, rinnegando il proprio bagaglio. La loro forza
stava proprio nella contrapposizione alla destra e alla sinistra,
alla loro volontà di farsi centro, impersonando le aspettative e
le esigenze del mondo produttivo, composto anche da milioni di
lavoratori. Bossi aveva un grande progetto che ora ha abbandonato
per amor di poltrona. Attualmente noi non vediamo un centro
omogeneo e alternativo con cui allearci, per cui corriamo da
soli.»
Quali saranno i cardini
della sua campagna per la presidenza della Provincia?
«Il mio obiettivo principale è quello di dare forza e spessore a
questo ente. E per far ciò si deve partire dal suo finanziamento:
un ente che riesce solo a pagare le spese correnti è inutile. Se
la Provincia deve esistere deve diventare realmente un
intermediario dello Stato, con un bilancio che le permetta di
imporsi. Se rimarrà un istituzione in grado solo di pagare i
propri dipendenti, allora sarà solo un peso. Questi erano i
cavalli di battaglia di Bossi, come quello del finanziamento
pubblico ai partiti, come quello della lotta all'immigrazione
clandestina, temi che si sono persi per strada.»
Sarà una campagna
elettorale virtuale o scenderà in campo?
«Mi esporrò in prima persona. Parlerò con la gente,
parteciperò a manifestazioni pubbliche. Una campagna elettorale
assolutamente reale.»
Alessandra
Toni
alessandra@varesenews.it
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