Fatto il risultato si comincia a
guardare ai particolari, quelli che poi segnano le differenze. Non è stata la percentuale della vittoria fra i due schieramenti il
risultato più atteso. Quello era chiaro dopo circa un'ora di scrutini. Sui tabelloni gli occhi sono rimasti fissi sulle percentuali di ogni singola forza politica e hanno appassionato pure le preferenze accordate
dagli elettori ai singoli candidati delle liste. Sono questi i
numeri che disegnano gli scenari politici di Busto Arsizio a partire da oggi. Anche se, come lo stesso neoeletto
sindaco ha tenuto a precisare, gli equilibri della squadra della Casa delle Libertà
sono in parte già stati definiti. Ha vinto il leghista Luigi Rosa e il candidato del Carroccio ha avuto un effetto trainante anche
sul suo partito. Non sono più i tempi dei plebisciti per la Lega, ma il recupero rispetto alle
politiche del 2001 c'è stato di quasi sei misure. «Gli elettori hanno premiato nove anni di
buona amministrazione» ha affermato Rosa.
Ma il primo partito a Busto Arsizio rimane Forza
Italia, nonostante una perdita di voti misurabile in almeno sette punti percentuali. Il partito del
cavaliere arriva infatti al 29.14% contro il 37% delle ultime politiche. All'apparenza, almeno, non sembrano preoccupati i
principali esponenti forzisti della città. Non lo è l'assessore regionale Gigi Farioli, il più
votato di Forza Italia con 607 preferenze. «Il calo rispetto alle politiche - ha commentato -
non ci preoccupa, si è trattato di un riequilibrio interno determinato anche
dall'avere espresso un sindaco della Lega Nord, un fenomeno abbastanza normale direi». Soddisfatto come Farioli, per
il successo dei quattro bustocchi di Fi eletti in provincia e per
il risultato della coalizione a Busto è anche il coordinatore cittadino
Gianfranco Bottini che nella giunta di Rosa sarà il vicesindaco,
convinto anche lui che i risultati delle politiche, in cui molto ha giocato la
figura del premier, non siano confrontabili oggi con quelli delle amministrative. Meglio il
confronto con le regionali quindi e per il risultato della Cdl «non possiamo essere che
soddisfatti - dice - abbiamo costruito questa coalizione con l'obiettivo di raggiungere un
risultato significativo e ci siamo riusciti».
I voti hanno girato all'interno della coalizione ed oltre alla Lega Nord
anche Alleanza
Nazionale ha recuperato un discreto numero di voti in più . Con l'11.93% è il terzo
partito di Busto Arsizio. Questo fa la gioia del capolista e responsabile cittadino Franco
Mazzucchelli, che è stato anche il più votato in assoluto a Busto Arsizio con 720
preferenze.«Abbiamo raggiunto dei numeri mai ottenuti in città e questa appaga anche il lavoro
che ho svolto in un anno e mezzo alla presidenza del circolo cittadino del partito». Del loro
4.51% non si lamentano gli esponenti dell'Udc alla loro prima verifica locale. «Dopo un periodo
di difficoltà questo riusultato ci fa ben sperare - commenta il segretario cittadino Franco
Della Vedova - per questa forza piccola ma che può realizzare qualcosa».
Dall'altra parte invece si può registrare un exploit. È quello di Rifondazione Comunista. Ogni
raffronto con le passate elezioni, politiche o amministrative che
siano, registra un
incremento. Erano al 4.1% nelle passate amministrative quando ancora la scissione dei
Comunisti Italiani non si era consumata, al 3.8% alle ultime politiche, balzano ora al 7.53%
aggiundicandosi sicuramente due rappresentanti in consiglio comunale. Carlo Cattaneo, segretario
cittadino, si aspettava un miglioramento «ma questo è stato un
risultato ottimo e inaspettato nella misura - ha detto - sono numeri che
possiamo giustificare e inquadrare nel cammnio che il nostro partito ha
svolto a partire dal luglio scorso in città dove ci siamo confrontati sui contenuti con i quartieri e le associazioni per dare forma ad un
programma, è stato premiato anche il ruolo giocato nella coalizione dove abbiamo sempre cercato di portare
l'attenzione sui programmi e soprattutto sul tema della partecipazione». Ma se da una parte
si festeggia il successo del Prc cittadino, dall'altro c'è l'insuccesso della coalizione «ci
aspettavamo di più, perché in questa campagna elettorale, confrontandoci con la gente, abbiamo
misurato un certo malcontento per alcune questioni come quella dell'ambiente».
Un discreto risultato è quello dell'Italia dei Valori che arriva al 3.16 e potrebbe forse
ottenere un consigliere.
Mentre fra Margherita (9.68%) e Unione dei Progressisti
formato da Ds, Pdci, Liberali, Repubblicani e Sdi(13.84%) cambiano gli equilibri rispetto alle passate politiche. La
scelta di una lista d'area ha premiato i Progressisti e «questo ci permetterà di raddoppiare la
nostra presenza in consilgio comunale» ha dettp Alberto Grandi che auspica però di fare gruppo
consigliare unico con la Margherita. Alla prima verifica locale
quest'ultima formazione «ha avuto un risultato discreto» commenta invece Alessandro Berteotti,
il secondo uomo del centrosinstra ed esponente cittadino della Margherita. «Rispetto alle politiche questo risultato ha avuto
ovviamente una dinamica positiva sul candidato Grandi. La percentuale da
noi raggiunta rappresenta un ottima prova e dimostra che la Margeherita è radicata sul territotrio anche
senza fare ricorso all'immagine di Rutelli oppure ad un candidato sindaco nostro». E sulla
coalizione «non è andata malissimo, ci aspettavamo almeno di raggiungere il 40% e avevamo anche
buoni motivi per crederci come un ottimo proigramma e come l'andamento della campagna
elettorale che ha segnato vari punti a favore di Grandi nei confronti con Luigi Rosa».
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