La
visibilità non è certo una sua caratteristica. Un po’ introverso, è una di quelle
persone che lavorano nell’ombra senza ambire ai riconoscimenti. Ilio Pansini, candidato sindaco di Uniti per
Vergiate è il successore di Giovanni Taras, giunto al termine di due legislature
consecutive. Il nome di Pansini non produce clamori ed eco ridondanti nel comune. Eppure
alla vita politica e amministrativa di questo paese ha dedicato parecchi decenni della sua
vita.
Nato a Salerno cinquantatre
anni fa, a Vergiate è operaio della ex Siae Marchetti, oggi Agusta. Al suo lavoro unisce
l’impegno sindacale nella Cgil. Fuori dalla fabbrica l’impegno amministrativo.
Assessore ai servizi sociali dal 1988 al 1993 e dal 1993 è presidente della farmacia
comunale. Con lui la farmacia si è inserita nel contesto più ampio dell’Azienda
sanitaria dei servizi speciali. Il programma steso dalla sua colalizione è per quanto riguarda le linee generali nel segno della
continuità con la passata amministrazione. “Il
comune come prima vera unità di autorganizzazione, che i cittadini devono sentire una
istituzione propria, in cui l’informazione e il rapporto diretto con il pubblico
devono aiutare le persone a vivere meglio” questa l’idea del comune che esprime
Pansini e la sua coalizione.
Quali sono le componenti
della sua coalizione?
“Uniti per Vergiate è composta
da tutte quelle persone che si riconoscono nel centroisinistra”
Qual è la vostra idea
del territorio e quali gli ipotetici interventi?
“Questa è una zona in cui si
può vivere bene, non vogliamo
superurbanizzare, ma proporremo un assetto urbanistico che permetta ampliamenti dentro un
quadro compatibile. Fra le proposte il recupero del già costruito, soprattutto nel centro
della cittadina, dove esistono stabili in precarie condizioni e le cui proprietà sono
polverizzate fra gli eredi. La proposta: acquistare, recuperare e riutilizzare
nell’accoglienza alberghiera, come bread and breakfast per esempio, questa una
ipotesi. Un’altra recuperare per l’accoglienza degli immigrati”.
Come si potrebbero
realizzare questi progetti?
“L’azienda comunale dei
servizi per il cui futuro è possibile ipotizzare un apliamento delle sue competenze ai
lavori manutentivi o alla cura del territorio, potrà anche incaricarsi di differenti fasi
di questo lavoro ed entrare essa stessa in rapporto con le aziende private”.
Lei ha affermato che in
questa zona si vive bene, cosa manca allora?
“Occorre elevare la qualità
della vita, sia quella culturale del territorio, sia i servizi alla persona. Il nostro
territorio aspetta di essere valorizzato, il suo lago, i suoi centri storici ne fanno una
zona appetibile. Oramai questo comune è cresciuto, anche un po’ disordinatamente, è
una cittadina e necessita di regole e forme di ordine. Necessita anche di un cuore, di un
centro una piazza che sia lugo di socializzazione”.
Anche perché quello
che dovrebbe essere la piazza è un incrocio e fra l’altro trafficatissimo.
Continuerete sul progetto della viabilità strategica?
“Certo, di questo
progetto che ha lo scopo finale di decongestionare il centro dal traffico pesante, un
primo passo è già stato avviato. Qualunque cosa i nostri avversari dicano in proposito
c’è un fatto: per il sottopasso di Mornago c’è un progetto esecutivo
consegnato e adottato dalla provincia, esistono già gli stanziamenti dei comuni di
Vergiate e Mornago, delle ferrovie, all’appello manca solo la provincia. Sui punti
della viabilità strategica martelleremo tantissimo affinché coloro che ora parlano non
blaterino in futuro”.
Catia Spagnolo
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