Dalle
vetrate della sala Campiotti della Camera di commercio spicca la
sagoma del campanile di san Vittore, uno dei simboli della città.
A vederla da qui Varese si mostra davvero con i suoi gioielli.
Raimondo Fassa si è presentato al "suo" pubblico
rivendicando l'importanza di valorizzare la varesinità.
«Le elezioni le deve vincere la città non uno o l'altro
candidato. La nostra lista è composta da tanti cittadini comuni
che per la prima volta si impegnano in politica. La campagna
elettorale è il momento centrale per riflettere tutti su cosa
stiamo facendo». Fassa motiva la scelta di una lista cittadina e
ne spiega le peculiarità, ma subito dopo incalza: «alcuni ci
vengono a dire che i programmi non contano, che conta vincere.
Ebbene noi ci prendiamo un impegno personale con i cittadini e
quindi gli vogliamo far sapere cosa vogliamo fare nei prossimi
anni».
Alcuni punti schematici con delle priorità precise. Il primo è
quello di recuperare il peso della città attraverso una serie di
grandi opere che erano già avviate e la Giunta Fumagalli le
avrebbe affossate. Tra queste il completamento della sistemazione
dell'area Cagna, il cinema Rivoli come forum cittadino per
associazioni e altro, il trambus, le tangenziali, il sistema
stazioni.
Secondo punto è l'attenzione alle castellanze. Il terzo è
un'attenzione particolare alla politica delle piccole cose. Il
quarto punto è l'attenzione al bilancio, alla gestione economico
e finanziaria della città. A questo punto Fassa ha attaccato la
vecchia amministrazione per la politica su Aspem e soprattutto per
il piano sulle acque. «Con sole sette ore di lavoro vi hanno
scippato l'acqua. Ora, con la super holding, si moltiplicheranno i
cadreghini nei vari consigli di amministrazione e si
deresponsabilizzerà chi ha ruoli di governo».
Gli ultimi due punti di programma riguardano una particolare
attenzione all'edilizia economica popolare e a Varese come città
della cultura. Fassa ha rivendicato un ruolo importante
avuto dalla sua Giunta con la definizione del Piano regolatore
perché già con quello si prevedeva un 10% di spazi per questo
particolare tipo di edilizia.
Sulla cultura un grande sforzo per recuperare l'accademia, ma
soprattutto per coordinare iniziative che partano anche
dall'Università con l'istituzione di un Campus e di facoltà di
taglio umanistiche.
Conclusa la carrellata dei punti programmatici Fassa ha ribadito
l'intenzione di dar vita a cinque grandi aree che verrebbero
affidate a lui stesso, a Piergianni Biancheri, ad Alberto Paci,
Mirella Baratelli e Alberto Speroni. Una piccola pattuglia, con
l'eccezione di Speroni, che ha già lavorato insieme tra il '93 e
il '97.
Fassa ha ringraziato tutti i suoi sostenitori riconoscendo che
raramente aveva visto tanto entusiasmo per una campagna
elettorale.
Un discorso argomentato, politico, attento alla città, che ha
chiamato spesso in causa il suo maggior concorrente, l'attuale
sindaco, ma sempre con un tono sereno e senza eccessivo spirito
polemico. Un Fassa caparbio, che si è già visto e che sembra
consapevole della difficoltà di un'impresa giocata fuori dagli
schieramenti tradizionali, ma lo stesso fiducioso di lavorare per
una semina di questioni importanti che andranno anche oltre il 26
e 27 maggio.
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