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Speciale elezioni - Varese - Il candidato sindaco di Rifondazione Comunista ha presentato una proposta di delibera per il futuro consiglio comunale nella quale si chiede l'istituzione di un registro per le coppie non sposate
Zappoli verso una "regolarizzazione" delle coppie di fatto
Un registro dove le "coppie di fatto" possano iscriversi e grazie al quale possano usufruire degli stessi diritti delle "normali" coppie sposate. È quanto propone il candidato sindaco di Rifondazione Comunista Angelo Zappoli che ha illustrato questa mattina, sabato 18 maggio, la sua proposta di delibera che sarà presentata al futuro consiglio comunale. Si tratta di un documento nel quale viene proposta l'istituzione di un registro nel quale le coppie di fatto, sia omosessuali che eterosessuali, possano godere di diritti a livello comunale che oggi non hanno, come ad esempio un diverso tipo di accesso all'acquisto di una casa o all'iscrizione del figlio all'asilo. 

Secondo Zappoli non si tratta di un censimento di tutte le coppie, ma bisogna tenere conto del cambiamento culturale che sta investendo la città. Oltre il 30 per cento dei matrimoni, per esempio, viene celebrato in comune. Il candidato di Rifondazione Comunista ha spiegato che si tratta di tutelare una scelta delle persone nell'ottica di un pluralismo affettivo. Quello che ha spinto a fare una proposta del genere è anche il fatto che, in questa maniera, si otterrebbe un ulteriore passo avanti verso  il superamento della discriminazione omosessuale, «discriminanzione verso la quale l'Italia è già stata bacchettata più volte dal parlamento europeo» è stato spiegato durante la presentazione.

Un tipo di delibera come quello proposto questa mattina da Rifondazione, è già stato adottato dai comuni di Empoli e di Sesto San Giovanni. Secondo i proponenti della delibera l'approvazione di questo documento da parte del futuro consiglio comunale farebbe acquistare alla città un notevole valore simbolico a livello nazionale verso i cambiamenti culturali, e non si tratterebbe assolutamente di deviazione del modello familiare, il quale rimane comunque intoccato.

 Manuel Sgarella