L’Arci,
associazione con una solida tradizione di promozione culturale,
sociale e civile, a Varese ed in Provincia, lavora da decenni ad
una base di programmazione culturale di qualità ed ha saputo
trovare i suoi spazi, a volte anche con qualche difficoltà,
mantenendo la sua autonomia e restando fedele ai propri valori. La
collaborazione, l’apertura, il dialogo con le Amministrazioni
Locali offrirebbe certo all’Associazione l’opportunità di
crescere e svilupparsi ed alla città e alla provincia la
possibilità di avere un’offerta culturale articolata in
attività formative e divulgative.
Per avere un’ampia partecipazione, per coinvolgere persone con
soggettività ed interessi differenti, è necessario presentare
una programmazione culturale che affronti seriamente e
coraggiosamente le questioni politico-culturali del nostro tempo.
Ecco quindi alcuni grandi ambiti di
ricerca:
il lavoro che cambia, il mondo
giovanile, il multiculturalismo, la realtà territoriale, gli
effetti dell’innovazione tecnologica e scientifica…, temi da
affrontare con grande serietà e competenza.
Sono prioritari il recupero dell’impegno delle forze
intellettuali, che comunque esistono nella nostra realtà, fra le
donne e gli uomini che vivono ed operano sul territorio, e la
riaggregazione del consenso per un interesse comune, per la
vivibilità della città che altrimenti muore, continua a morire
nelle sabbie mobili degli interessi individuali di pochi, dell’indifferenza,
della fretta, della noia, del sonno.
Fondamentale, allora, diventa la promozione della cittadinanza
attiva, soggetto e pratica per l’alternativa ed il cambiamento;
il contrario della cittadinanza passiva, della sola delega che ha
prodotto esiti negativi pesanti (astensionismo, disaffezione dalla
politica...). Occorre, quindi, una riforma della politica, del
modo di fare politica, una politica nuova, sempre più necessaria,
in grado anche di fermare e battere le destre. Non
si può discutere e decidere di cose che riguardano tutti in
stanze chiuse, lontano dai cittadini; non si possono determinare
esiti a problemi sociali rilevanti se non in un contesto di
inclusione.
Bisogna praticare forme di partecipazione diretta dei cittadini
alle scelte, con il metodo della consultazione e della
pianificazione, riconquistando e ricreando democrazia;
partecipazione come metodo: lo sviluppo della città, del
territorio cittadino, deve fondarsi sulle risorse che la stessa
può offrire.
Per la rinascita della città, per la sua vivibilità, occorre
ricostruire un tessuto connettivo dotato di passione civile,
bisogna coinvolgere l’insieme dei cittadini visti come singoli o
loro gruppi, aggregazioni. La sfida da cogliere: la città
è dei cittadini, la città ai cittadini. Occorre riconsegnare la
città ai cittadini in tutte le occasioni possibili. E' l’idea
di nuovo municipio, alla cui realizzazione e gestione devono
contribuire le circoscrizioni:questo vuol dire riportare le
periferie al centro del dibattito politico, al centro della
politica. E’ l’idea della
democrazia partecipativa, partecipata, da attuare a cominciare
dalla pratica del bilancio partecipativo, strumento principale di
un nuovo processo decisionale (l’unico in grado di riavvicinare
alla politica, di creare consenso) da attuare attraverso assemblee
tematiche di quartiere, di circoscrizione, pubbliche, aperte,
deliberative. In un momento
politico come quello attuale è di grande importanza simbolica, ma
anche pratica, la ricostruzione di "luoghi di confronto"
per la realtà varesina.
Rilevante diventa quindi il reperimento di spazi per la cultura,
attraverso la valorizzazione e l’utilizzo adeguato di quelli
già esistenti, come le scuole e le biblioteche e attraverso la
costruzione nelle varie realtà cittadine (centro e periferie) e
provinciali di nuove aree destinate alla socialità, per la
fruizione e la promozione socio-culturale dal basso.Affinchè tali
spazi possano vivere, o rivivere, animarsi e diventare oltre che
luoghi di aggregazione, anche fucine di idee e iniziative, sono
basilari la convergenza e la collaborazione coordinate delle varie
Associazioni, dei gruppi e delle organizzazioni che già operano
sul territorio in modo da offrire opportunità anche a nuove
realtà associative.
E’ importante che esse si ritrovino in una "casa
comune", una "casa delle culture" e diano vita ad
un forum permanente, dotato tra l’altro di strumenti funzionali
comuni (segreteria, archivio, recapito...).
Chiediamo che vengano tutelati inoltre i diritti di tutti i
cittadini, con particolare riguardo a quelli più deboli: il
diritto all’istruzione e alla formazione permanenti e
ricorrenti, con politiche attente alla prevenzione e alla cura del
disagio giovanile, all’accoglienza e all’inserimento prima
nella scuola e poi nel mondo del lavoro, degli immigrati, il cui
patrimonio culturale è prezioso e va riconosciuto e valorizzato. Chi
si deve occupare di come strutturare certi servizi nell’ambito
pubblico deve comunque fare i conti col cambiamento della
composizione della società e con le sfide che tale cambiamento
porta ed è bene che lo faccia con una mente aperta, sgombra da
pregiudizi, lucida e lungimirante, mai ripiegata su se stessa, o
sul proprio "particulare". Tutto
questo difficile processo sarà possibile solo a patto che ci si
conosca, che ci si incontri, che si impari ad operare insieme, ad
esprimersi, sia nelle scuole, sia nei luoghi di aggregazione
sociale, sia nelle sedi delle Associazioni culturali. Compito
della politica è rendere ogni cittadino più forte, fornendogli
tutte le possibilità di impossessarsi degli strumenti che gli
permettono di avere un’esistenza dignitosa (casa, lavoro,
scuola, assistenza socio-sanitaria), evitando così l’emarginazione
che è il primo passo verso il degrado e la perdita di dignità
(droga, alcool, prostituzione, crimine..). Nell’ambito culturale
e sociale è dunque necessaria un’attenzione continua e costante
affinchè, attraverso la soluzione dei problemi pratici e
materiali della convivenza, si possa valorizzare e fruire della
pluralità di culture e di idee, cogliendone la ricchezza e le
opportunità che da esse possono derivare. Dovere
della politica è di aprirsi maggiormente alle istanze dei
cittadini (di tale richiesta sono testimonianza i reiterati
momenti di partecipazione spontanea….) che proprio in questo
periodo hanno espresso più che mai il desiderio di
"partecipare", di testimoniare, di esserci e di sapersi
anche mobilitare per qualcosa in cui vale la pena di credere. E’
chiaro che l’impegno dei cittadini non va limitato alla
partecipazione, alla programmazione, bensì esteso anche a momenti
di verifica degli obiettivi e dei risultati ottenuti.
PROPOSTE OPERATIVE
Settore Cultura e Servizi Sociali
1) Assessorato alle Culture
Per la valorizzazione di tutte le culture, a partire da quelle
locali, in un contesto di dialogo, confronto, arricchimento. Si
avvale della collaborazione del FORUM DELLE COMUNITA’ e dei
Comitati di Quartiere e di tutti quei gruppi che operano sul
territorio Per il recupero dell’impegno
degli intellettuali, per la valorizzazione delle loro capacità e
competenze
2) Assessorato
ai Servizi alla Persona
Aumento degli investimenti a scuole, asili nido, centri
sociali per giovani ed anziani e per il verde pubblico. Per
la progettazione di una città anche a misura di bambini ed
anziani. Maggior attenzione
alla condizione femminile: politica degli orari, banca del tempo. Sensibilizzazione
verso le problematiche dei single, della famiglia, delle coppie di
fatto, degli omosessuali…
3) Assessorato
alla qualità della vita
In stretta collaborazione con i precedenti, serve a monitorare i
bisogni dei singoli e della collettività, ricorrendo a strumenti
democratici quali referendum, consulte…
Per la riduzione dell’inquinamento:
ampliamento delle zone pedonali, individuandone di nuove anche
nelle periferie, trasformazione dell’alimentazione dei mezzi
pubblici con carburanti non inquinanti, incentivi al car sharing e
forme similari.
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