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Speciale elezioni - Busto Arsizio - Intervista al candidato sindaco della Casa delle Libertà 
Quello che cambierà con Luigi Rosa sindaco
Luigi Rosa ha 37 anni, è sposato ed è un ingegnere che lavora come libero professionista. È militante della Lega Nord dal 1993, siede da nove anni sui banchi del consiglio comunale. Negli ultimi cinque dei Lumbard è stato il capogruppo. Questo è il suo primo incarico importante e se verrà eletto guiderà la Casa delle libertà. Dell'amministrazione leghista e di Gianfranco Tosi esprime un giudizio senz'altro positivo. «La Lega e Tosi hanno dato una svolta a questa città, città che abbiamo ereditato in condizioni disastrose dal punto di vista funzionale, delle strutture e del momento politico» spiega il candidato. Ma le cose cambieranno precisa. Perché? «C'è un motivo poltico alla base, questo non è più il governo monocolore della Lega Nord, ma quello di una coalizione e io sono il sindaco proposto dalla Cdl e come tale lavorerò, perché voglio essere il sindaco di tutti i cittadini».

A proposito della coalizione, un ulteriore incremento di Forza Italia può creare in futuro dei problemi sulla tenuta dell'alleanza?
«Assolutamente no, auspico che tutte le componenti abbiano un incremento e penso che questa coalizione gioverà a tutte».

Il centro sinistra sostiene che ci sono troppi progetti in ballo da gestire cosa ne pensa?
«Pur nella differente modalità amministrativa i progetti in corso validi saranno portati avanti con entusiasmo come il progetto Ebri, i Cinque Ponti, l'area di interscambio fra le Nord e lo Stato, la differenza rispetto alla passata amministrazione si esprimerà su due aspetti che sono la maggiore attenzione alle esigenze più spicciole dei cittadini, come la manutenzione ordinaria di stabili e strade e un miglioramento dell'interfaccia con le realtà presenti sul territorio, in particolare i quartieri e le associazioni. Mi piace infatti parlare con i cittadini tanto è vero che il motto della nostra campagna è "ascoltare e lavorare"».

Quale sarà la forma istituzonale con cui concretizzare il confronto?
«La mancanza di circoscrizioni è per me un fattore positivo, in realtà come Busto, la presenza di un ulteriore forma istituzionale non darebbe lo stesso risultato di un comitato spontaneo. Il rapporto deve essere diretto con il cittadino e in quest'ottica il comitato spontaneo è il portavoce reale delle sue esigenze. Penso che il collegamento con l'amministrazione comunale debba essere il consigliere comunale eletto nel quartiere, di qualunque colore esso sia».

C'è l'emergenza inquinamento. Come affrontarlo?
«Fa parte delle nostre priorità e dovrà essere trattato tenendo conto della natura operativa della città. Serve un programma che preveda interventi capillari che vadano ad intervenire su ogni tipo di inquinamento, atmosferico, acustico elettromagnetico e dei trasporti, e occorre intervenire sia come autorità locale che a livello territoriale».

Nel concreto quindi?
«Nel breve periodo intendiamo proseguire con la campagna di metanizzazione degli impianti di riscaldamento di edifici pubblici, convenzionarci come abbiamo fatto con Agesp, con fornitori di servizi che utilizzino combustibili ecologici, poi attuare una serie di iniziative che avranno come riferimenti i trasporti, il verde e il rapporto con il consorzio Accam, che dobbiamo portare verso una realtà ancora più attenta all'ambiente. L'inceneritore infatti non è da demonizzare, ma rappresenta un fenomeno da governare, visto e considerato che per i comuni del Consorzio rappresenta una grossa potenzialità che li rende autonomi nello smaltimento dei rifiuti. Nello stesso tempo occorre però portare avanti iniziative che possono contenere l'effetto Accam come la raccolta differenziata, l'utilizzo di veicoli che abbiano minore impatto ambientale. Parallelamente miglioreranno la rete dei trasporti urbani e il verde pubblico avvalendoci, per quest'ultimo della collaborazione di realtà già presenti in città, che si sono proposte per la gestione dei parchi, senza contare più di un milione di metri quadrati di aree standard destinate all'incremento del verde e di parchi fruibili».

Parlava di fonti di inquinamento, Malpensa non vi rientra?
«Anche Malpensa non va demonizzata, ma sull'aeroporto occorre fare un discorso politico. È ovvio che le ricadute dell'hub sono sul nostro territorio, è quindi logico fare in modo che le realtà territoriali debbano poter esercitare un potere decisionale».

Nelle settimane scorse il Decanato ha diffuso un documento in cui chiede degli impegni ai futuri sindaci nei confronti degli svantaggiati e degli immigrati? Cosa ne pensa?
«Ho già avuto occasione di dire che condivido in tutto questo documento. Ho intenzione infatti di attuare una politica della casa che tenderà a privilegiare le giovani coppie. Nel campo sociale vogliamo rapportarci con le realtà assistenziali presenti sul territorio . Per noi il concetto di sussidiarietà rimane importante e da valorizzare.
È vero poi che su alcune questioni i toni della politica spesso vanno oltre il normale equilibrio di un confronto, è un atteggiamento che non condivido per nulla come sto dimostrando nel modo di condurre questa campagna. Busto Arsizio sta dimostrando intelligenza ed equlibrio politico e la campagna elettorale di entrambe gli schieramenti sta dando un segnale di forte maturità senza scadere su metodi sgradevoli e ineducativi».

La Busto del 2007?
«Questo è un periodo decisivo per Busto, è il momento di progettare la città che vogliamo. Noi abbiamo in mente un progetto globale che tenga conto di tutte le sue componenti in maniera equilibrata, da quella operativa a quella ambientale e urbanistica che deve valutare l'impatto di nuove realtà, dal polo fieristico alla zona industriale, dai Molini Marzoli all'intervento delle Nord».

Sempre in tema di urbanistica quali gli interventi per le periferie?
«Puntiamo a creare gli incentivi per il recupero dei centri storici di Borsano e Sacconago e del centro cittadino, bisogna fare in modo che i privati intervengano su questa realtà. È necessaria anche una politica residenziale che eviti lo spopolamento dei centri storici e a questo proprosito ritorno alla poltica per le giovani coppie».

La sicurezza è fra i punti principali del vostro programma. Quali interventi prevedete?
«Busto Arsizio finora non ha avuto episodi rilevanti sotto questo aspetto, si è quindi lavorato bene ma non bisogna abbassare la guardia. Per farlo è necessario non perdere le forze dell'ordine pubblico presenti sul territorio, che inoltre devono trovare una loro definitiva collocazione, occorre poi istituire un coordinamento di tutte le forze dell'ordine presenti in Busto Arsizio e infine decentrare la vigilanza urbana con la creazione di veri e propri riferimenti fisici nei quartieri a disposizione dei cittadini».

 Catia Spagnolo
catia@varesenews.it