Il suo pallino è la
casa. Sarà per la sua formazione professionale, è infatti
architetto. Sarà per i suoi trascorsi di membro di Commissioni
Edilizie comunali. Bruno Salerno, nato a Rimini ma residente a
Varese dal 1947 punta la sua campagna elettorale proprio sulla
mancanza di alloggi in città, sulla mancanza di investimenti per
la residenza pubblica negli ultimi dieci anni: «Il presidente
dell'Aler ha assicurato che gli stanziamenti per nuove costruzioni
ci sono - afferma Salerno, numero quattro della lista UDC a Varese
- e le liste di chi attende una casa popolare è veramente lunga.
L'amministrazione comunale dovrà rivedere il piano regolatore e
trovare spazi dove poter costruire abitazioni. Non, però,
casermoni isolati, ma palazzine integrate nel contesto».
Considera la politica un'attività di
servizio, dove ci si pone a disposizione della collettività. Per
le abitazioni prevede una via privilegiata per gli anziani con
pensioni insufficienti, ma anche per le giovani coppie.
E per gli extracomunitari?
«È un problema complesso che andrebbe risolto come avviene in
Svizzera, dove c'è un registro in cui convergono richieste e
offerte di manodopera. In base alla domanda si procede poi nella
formazione. Così, una volta trasformati gli immigrati in
lavoratori, la loro presenza dovrà essere agevolata anche sul
fronte della vita sociale e qui avrà un compito prioritario
l'amministrazione cittadina.»
Quali sono i suoi obiettivi?
«Varese deve trovare la sua dimensione. La vocazione turistica
ritengo che sia quella che risponda meglio alle sue
caratteristiche. Per far questo, però, occorre che si coordinino
tutte le attività inerenti: dalla viabilità, alla ricettività,
oggi troppo limitata».
Quali sono le difficoltà che ha messo in
preventivo?
«Spero di riuscire a far convergere il pensiero di tutto il Polo
sulle questioni importanti. La nostra coalizione è compatta.
Temo, solo, pressioni esterne che potrebbero causare qualche
problemino».
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