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Samarate - Al primo posto del programma, un pacchetto per l'efficienza della amministrazione comunale. Ma ci sono anche la bandiera di Samarate e il divieto di luoghi di culto non cristiani
Il centrodestra promette: "una rivoluzione negli uffici comunali"
Via libera alla tecnologia nella macchina amministrativa comunale. E via pure i piccoli privilegi per sindaco e assessori. Il centrodestra promette una piccola rivoluzione a Samarate, per recuperare efficienza negli uffici e venire incontro ai cittadini. Ma tra le righe del programma c’è anche la promessa di assicurare «l’esclusività d’insediamento dei luoghi di culto giudaico-cristiani».
Nel programma presentato da Lega e PdL – tra le tante proposte, alcune delle quali in aperta rottura rispetto all’amministrazione uscente - al primo posto c’è infatti un pacchetto di interventi ad hoc «per rendere più facile, veloce e soddisfac
![]() Tra i punti del programma c’è anche «la rinuncia ai benefit per gli amministratori». Parola forse un po’ pomposa, significato chiaro: via i parcheggi riservati a sindaco e assessori fuori dal Comune e via anche i cellulari “aziendali” a disposizione.
Sulla cultura il centrodestra annuncia l’inversione a U sul centro culturale e la sua sostituzione con un nuovo polo culturale nelle scuole di Via Dante. Da valutare invece la prosecuzione dell’esperienza della Fondazione Montevecchio, da sciogliere o da rivedere con modifiche allo statuto. Quanto alle opere pubbliche, il centrodestra annuncia una nuova palestra comunale in via Borsi, ma anche interventi «di correzione di opere mal realizzate», in particolare nel settore della viabilità. Sul risparmio energetico e le rinnovabili è previsto un piano entro il 2010 per la programmazione di interventi sugli edifici pubblici.
E naturalmente la squadra guidata dal leghista Tarantino non poteva che rilanciare anche sugli elementi identitari: nel programma ci sono la promozione del dialetto, la creazione di una bandiera di Samarate e la garanzia sulla «esclusività d’insediamento dei luoghi di culto appartenenti alla tradizione giudaico-cristiana». Le chiese ci sono già. Quanto al resto, via libera alle sinagoghe, ma non ai centri culturali islamici e ai luoghi di culto induisti.
Roberto Morandi
Giovedi 4 Marzo 2010 |