Samarate - In una delle poche città della provincia dove la Lega non governa il Sènatur lancia Leonardo Tarantino, candidato alla poltrona di sindaco contro l'uscente Solanti: «Tutto è partito da qui»
Bossi suona la carica nella Samarate da espugnare
«Abbiamo promesso due cose: il federalismo fiscale e lo stop all'immigrazione clandestina e le abbiamo fatte entrambe perchè la Lega mantiene le promesse». Esordisce così col solito cipiglio mitigato solo dai limiti dell'età Umberto Bossi nella difficile piazza di Samarate, ancora rossa con il sindaco Solanti in scadenza di mandato e ricandidato contro Leonardo Tarantino «un bravo ragazzo» - come lo ha definito lo stesso Senatùr.
Erano oltre trecento le persone che hanno abbracciato lo storico leader del Carroccio davanti al sagrato della chiesa e Bossi non li ha delusi elencando i risultati ottenuti da Maroni al ministero dell'Interno: «L'ho allevato io qui a Varese - ha detto Bossi - me lo ricordo come "belava" quando era ancora un giovane avvocato. Ha tenuto duro anche quando tutti l'hanno attaccato e i risultati ci sono stati», poi attacca il centrosinistra di Prodi: «E' stato mandato a casa per tempo, prima che facesse troppi danni - ha detto ancora il leader - ci hanno detto che siamo razzisti mentre noi ci diamo da fare ad aiutarli a casa loro. La Lega sta finanziando un ospedale in Costa D'Avorio». Sul federalismo fiscale annuncia il primo decreto d'attuazione che verrà votato: «Tutti i beni del demanio torneranno a disposizione degli enti locali».
Dopo i toni forti sulla polemica nazionale Bossi torna alle radici: «Tutto è partito da qui, da Verghera e da Cassano Magnago - ha ricordato con nostalgia - abbiamo dimostrato che da piccoli che eravamo siamo diventati una forza di governo». E al Pdl dice: «Non vince chi ha i soldi, vince chi ha le idee» e sul sorpasso nel Nord Italia non si sbilancia: «Sono abituato a parlare dopo che sono stati contati i voti».
Dopo Bossi, gli slogan inneggianti ad una "Samarate libera" e il Va Pensiero Tarantino rinuncia a parlare: «Chiedo solo alla mia squadra di salire sul palco - esorta il candidato sindaco - voglio che li vediate uno a uno, sono delle vostre e nostre frazioni, ancora più vicini a voi in modo che possiate rompergli le scatole in ogni momento». Il segretario cittadino li chiama per nome uno ad uno. Presenti alla serata anche i candidati alle regionali della Lega, i presidenti delle province di Varese (Galli) e Como (Carioni), quest'ultimo scambiato scherzosamente col sindaco di Como da Bossi che poi corregge: «Scherzavo, naturalmente, lui ha aiutato a risolvere il problema».