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Castellanza - Intervista con Giuseppe Ghiringhelli, il portavoce dell’associazione castellanzese che, con il PD, candida Gianni Bettoni alla carica di sindaco
“Amiamo Castellanza”: anche la città ha il suo cuore pulsante.
Dott. Ghiringhelli, perché l’impegno politico e perché “Amiamo Castellanza” ? Sono cittadino castellanzese da circa due anni e devo dire che non mi è mai piaciuto utilizzare i luoghi di abitazione come semplici pied-a-terre: ho sempre cercato un qualche rapporto con la comunità locale e di partecipare alla vita del territorio in cui mi trovavo a vivere. Mi piace conoscere persone, tessere relazioni, partecipare alla costruzione di un futuro interessante per me e la mia famiglia. L’incontro con “Amiamo Castellanza” è avvenuto quasi per caso: l’idea di far nascere questa associazione è venuta ad un consigliere comunale del locale PD che aveva in mente di accentuare il riformismo della proposta politica e di riaprire il partito alla società civile. A me che non sono un politico di mestiere e che non disdegno di innovare nel pensiero e nell’azione l’idea è piaciuta e mi sono ritrovato ad esserne uno dei promotori e il portavoce. L’idea è piaciuta anche ad altri e l’associazione ha iniziato a camminare con la propria testa e le proprie gambe. Mi è piaciuto anche il nome, che rievoca i sentimenti e non il calcolo utilitaristico o il potere e che rimanda all’accudimento di una comunità, al prenderla per mano per fare un po’ di strada insieme. Cosa accomuna i componenti di “Amiamo Castellanza” ? Innanzitutto l’interesse per il territorio e per la qualità della vita che vi si svolge; la particolare cura verso i beni pubblici; il fatto di non porre l’appartenenza politica come fattore discriminante; la consapevolezza di non avere il monopolio della verità ma allo stesso tempo di avere un’idea precisa sulla città e sul suo futuro; la disponibilità ad ascoltarci reciprocamente e ad ascoltare la gente; la ferma convinzione che la politica locale sia un servizio civico e non un mestiere e quindi la necessità di avvicinare i giovani, creare cultura amministrativa, garantire ricambio nella continuità dell’azione di governo; l’utilizzo di un approccio laico ai problemi nella consapevolezza del grande ruolo svolto da enti ed agenzie di ispirazione religiosa; la rappresentatività di un vasto panorama sociale (operai, impiegati, commercianti, studenti, imprenditori, persone del terzo settore, pensionati); l’idea che il Sindaco sia uno ma che debba essere allo stesso tempo il Sindaco di tutti e non solo dei suoi elettori, e si potrebbe continuare.
Il PD locale arriva da un passato recente molto travagliato. Per quanto mi è noto e mi è stato riferito, in vista delle elezioni e dei favorevoli trascorsi sui banchi della minoranza consigliare era stato fatto un tentativo di aggregazione delle forze della sinistra castellanzese, tentativo nel quale un ex amministratore locale, a discapito delle proprie dichiarazioni, ha preteso di svolgere un ruolo assoluto. Effettivamente questa persona non deve aver avuto le grandi doti di leadership e di visione necessarie per un tale ruolo preminente se il risultato è stato la scomposizione di quelle stesse forze che volevano unirsi. Questa persona ha nei fatti replicato il risultato negativo del 2005 quando fu revocata da parte della componente riconducibile al PD la fiducia alla amministrazione Ponti, che aveva vinto le elezioni nel 2004. Tanto poco ha creduto anche oggi alla sua stessa strategia che, dopo l’autoesclusione del PD, ha promosso la nascita della lista che candida Mazzucco, abbandonando al loro destino le rimanenti forze della sinistra cittadina. Il PD locale, in questo trambusto, ha avuto secondo me, un sussulto di orgoglio, scegliendo di non vergognarsi di sé stesso, di riaprirsi, dopo il dietrofront del 2005, alla società civile e ad un elettorato moderato, di confrontarsi sul terreno dei programmi e di proporre temi innovativi all’attenzione della comunità. Su questo terreno é avvenuto l’incontro con “Amiamo Castellanza” con la condivisione di sensibilità comuni; il pensiero che l’individuo non possa fare a meno di una comunità e che in tale contesto debba essere pensato, l’attenzione per i temi del welfare, del lavoro, della solidarietà, dei beni collettivi (l’ambiente, i trasporti, ecc), la prospettiva del futuro e dell’innovazione.
Martedi 10 Maggio 2011
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