Giuseppe Franzi, l'attuale sindaco di Saltrio, si ripresenta. Pur essendo in condizione di farlo, perchè al primo mandato con le nuove regole, Franzi è ormai un sindaco "veterano": se vincesse, sarebbe infatti alla sua quarta legislatura. Franzi, che è sostenuto anche in questa tornata dalla sua lista civica "Indipendenti", ha accettato di rispondere ad alcune domande sul suo paese.
Innanzitutto: quale pensa sia il problema più grande di Saltrio?
«Saltrio non ha particolari problemi, è un paese dove si sta bene e i servizi funzionano»
Quali sono i principali punti del suo programma?
«Noi proponiamo un programma in continuità con quello che è stato fatto finora. Un programma capace di rispettare il rinnovamento ma anche di portare avanti i discorsi già intrapresi: come i servizi socio-assitenziali ,o il Caf, gestito da Renato Santelia, che affronta le problematiche del lavoro dei frontalieri. Qui i lavoratori frontalieri sono 625, l'80% della forza lavoro del paese, che hanno problemi di natura fiscale e pensionistica. Per quanto riguarda i servizi sociali, assistiamo 85 famiglie in vario modo: con contributi, assistenza domiciliare dove è necessaria, pasti a domicilio, trasporto alle Asl per le visite mediche».
Quali saranno le prime tre cose che farà, se dovesse essere eletto?
«Noi abbiamo un centro sportivo e benessere molto bello, con piscina coperta ed esterna, zona fitness, idromassaggi e sale corsi. La proprietà è del comune, la gestione è di Swim planet ed è l'unica struttura simile in zona. Un investimento di 4 milioni e mezzo di euro, per un bilancio complessivo del paese di tre milioni e mezzo: insomma uno sforzo significativo. Abbiamo in programma di completarla con una più grossa palestra e un palco, che permetta anche degli spettacoli. Abbiamo inoltre una biblioteca che funziona bene, e mette in campo diverse iniziative: il problema è solo attirare la gente per iniziative culturali, anche se il luogo è molto bello, il palazzo Marinoni che è del 1500, e che vorremmo far diventare centro multimediale,in mancanza di un cinema strutturato»
Che esigenze ha un paese come Saltrio, che ha molti dei suoi cittadini al lavoro in Svizzera?
«Molte delle somme del comune di Saltrio provengono dai ristorni delle tasse dei frontalieri, non possiamo non dire che è una boccata d'ossigeno. E noi adesso abbiamo qualche preoccupazione, con le polemiche che sono state suscitate in Svizzera: pensiamo però che quelle polemiche finiranno in fretta. Come dicevo prima, al lavoro in comune c’è un caf dedicato a loro. E ora il valico è aperto 24 ore su 24»
Del patrimonio Unesco, appena raggiunto, cosa ci può dire?
«E’ un riconoscimento che abbiamo ricevuto noi insieme ad altri quattro paesi. Il primo passo sarà una fondazione, che ci è stata imposta dall'Unesco, che avrà la presidenza in parte italiana e in parte svizzera. Abbiamo da poco festeggiato questo risultato, ora bisogna farle partire. Dopo questa proclamazione ho visto arrivare qualche pullman, ma è necessario organizzare dei centri per i turisti. Noi abbiamo recuperato una casetta al Pravello che è vicino al monte San Giorgio, che potrebbe fare da centro servizi. Contiamo, per la gestione, sul bravissimo gruppo degli Alpini, che tiene pulita anche la parte di saltrio della Linea Cadorna».
Nel comune avete però ancora una cava di recupero...
«Quella cava di recupero per il comune è una piccola risorsa si tratta di 30-40 mila metri cubi all’anno che portano 50-60mila euro. Certo, il passaggio dei camion dà qualche problema, ma poi non molto: in fondo si tratta di 7 o 8 camion al giorno, che passano perlopiùù fuori dall'abitato. Noi però vogliamo che alla fine venga messa a posto, come è stato per le cave di prima della guerra: i dintorni del paese prima erano tutti bucati. Entro il 2017 però dovrebbe essere messo a posto tutto. Detto questo, il sogno di tirare fuori una piccola cava che estragga la pietra di saltrio,c'è: perchè è una pietra molto richiesta».