Saltrio - Giuseppe Leto Barone, classe 1974, laureato in Giurisprudenza, è per la seconda volta sfidante del sindaco Giuseppe Franzi nelle elezioni comunali di Saltrio
Leto Barone: “Vogliamo usare i soldi pubblici per far stare meglio le famiglie"
Giuseppe Leto Barone, classe 1974, laureato in Giurisprudenza, è per la seconda volta sfidante di Giuseppe Franzi nelle elezioni comunali di Saltrio. Oltre ad avere svolto carriera legale, Leto Barone è un apprezzato scrittore di spy story. Fin da giovanissimo impegnato in politica è consigliere nel suo paese da 15 anni e ha risposto volentieri alle domande di Varesenews.
Quale pensa sia il problema più grande di Saltrio?
«Saltrio è un paese in cui tutto sommato si sta bene. Il problema più grosso è che in questi anni gran parte dei soldi disponibili sono stati spesi in progetti ed interventi che abbiamo definito di dubbia utilità e che hanno indebitato il comune. Contemporaneamente i servizi principali, dall’acqua allo smaltimento rifiuti, sono stati inequivocabilmente trascurati. La conseguenza della manca attenzione per le vere priorità del paese è che le tariffe sono aumentate ed i servizi peggiorati. Crediamo sia venuto il momento di cambiare questa prospettiva: noi vogliamo usare i soldi pubblici per far star meglio le famiglie, per abbassare la pressione fiscale, per migliorare i servizi, per tutelare l’ambiente, per intervenire sulla sicurezza. Saltrio potrebbe essere un posto migliore se cominciasse a preoccuparsi di più dei cittadini».
Quali sono i principali punti del suo programma?
«Nel nostro programma ci sono molte cose. La premessa, doverosa, è che quello che abbiamo inserito è assolutamente realizzabile con le giuste scelte politiche. I soldi ci sono e siamo certi di potere realizzare quanto abbiamo promesso, cioè: l’abbassamento della tassa sui rifiuti e la cancellazione dell’addizionale Irpef, il miglioramento dei servizi esistenti per gli anziani, per i frontalieri e per le coppie giovani (con un contributo di 500 euro a chi stabilirà la sua residenza a Saltrio), passando per il bonus bebè. Grande importanza daremo anche alla realizzazione di un asilo nido infantile, una grave mancanza nelle politiche familiari del nostro Comune. Spesso, infatti, ove non vi sia la presenza dei nonni che possano accudire bambini in età pre-scolare, uno dei genitori - nella quasi totalità dei casi la neomamma - rinuncia al suo lavoro, con evidenti conseguenze sulle aspirazioni personali e professionali nonché sul bilancio economico della famiglia».
Quali saranno le prime tre cose che farà, se dovesse essere eletto?
«Le priorità le detta il nostro programma, ma temo che le necessità siano molte più di tre: innanzi tutto prenderemo in mano il contratto di servizio per la tassa smaltimento rifiuti, delibereremo l’abbassamento dell’addizionale Irpef, che aboliremo nell’arco dei 5 anni, ci metteremo in contatto con le istituzioni scolastiche per far fronte alle necessità più urgenti. Affronteremo il problema della piscina e cominceremo a lavorare sul progetto della nuova Piazza Roma, progetto molto sentito in paese e che rappresenta la nostra unica opera pubblica significativa. Ci saranno molte cose da fare insomma, ma abbiamo la passione e l’entusiasmo. Siamo sicuri che se i cittadini ci daranno fiducia, Saltrio diventerà un paese migliore».
Che esigenze ha un paese come Saltrio, che ha molti dei suoi cittadini al lavoro in svizzera?
«Credo di aver già parzialmente risposto. La necessità maggiore è che i servizi che il comune eroga ai cittadini siano efficienti e a Saltrio non tutti lo sono. Facciamo l’esempio dell’acquedotto: non possiamo più permetterci una rete con tubature che si rompono ogni dieci metri e che causano frequenti interruzioni di servizio. Pensi che una volta ricevetti una telefonata che suonava più o meno così: “non ho l’acqua in casa, la piscina nessuno la usa… adesso vado a farmi la doccia in piscina!”. Saltrio è così, almeno un terzo dei cittadini non “vive” il paese e vuole soltanto che quando torna a casa, dopo una giornata di lavoro, tutto funzioni perfettamente».
Patrimonio Unesco, piscina, cava di ghiaia: cosa mi dice su questi argomenti della città?
Il patrimonio dell’Unesco è una grande opportunità per il nostro territorio, un grande volano per il turismo ma anche per l’economia. Dovremo essere bravi a saperlo sfruttare: sono sicuro che noi, che teniamo al nostro territorio senza anteporre ambizioni personali, siamo gli interlocutori più adatti per collaborare in maniera fattiva con gli altri enti coinvolti. Per quanto riguarda la piscina ci sarebbe molto da dire. Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere, nel programma della lista uscente, che tutto funziona alla perfezione e che anzi nel comparto bisogna costruire anche un teatro di 400 posti. Basta parlare con i cittadini, dare uno sguardo ai numeri o solo guardare la storia recente per rendersi conto che quello che alcuni definiscono un fiore all’occhiello è invece un grosso, grossissimo problema: Due gestori in cinque anni, costi alti, lamentele continue da parte degli utenti, anche se ormai di Saltrio sembra non ce ne siano più molti. Sulla piscina ci sarà molto da lavorare per far sì che il comprensorio (e intendo anche Viggiù e Clivio) possa realmente utilizzarla a costi giusti e con servizi adeguati. La piscina, come è oggi, è un peso che il comune non è stato e non è in grado di sostenere, noi volgiamo farla diventare una risorsa e vogliamo che sia il territorio a farla diventare tale. Credo che l’esempio Limax, cioè una società del territorio, sia la strada giusta da seguire. Per quanto riguarda la cava, anche questo, per noi, che intendiamo valorizzare l’ambiente e tutelare la salute dei cittadini, è un oggettivo problema da affrontare e da risolvere anche con le competenti autorità sovraccomunali. Credo però sia sufficiente leggere il nostro programma per rendersi conto di come la pensiamo sull’argomento: basti dire che vogliamo limitare il traffico di mezzi pesanti sulle strade comunali».
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