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Tradate - Scoppia la polemica tra il Pdl cittadino e il figlio dell’ex vicesindaco della città: “Non usate più il nome di mio padre”
Margutti: “Mio padre aveva tolto il consenso al Pdl tradatese”
Pubblichiamo le precisazioni di Andrea Margutti, figlio dell’ex vicesindaco di Tradate, Gianluigi Margutti, dopo i fatti dei giorni scorsi. Andrea, il cui nome oggi è presente nella lista civica di Movimento Prealpino, chiede al Pdl tradatese di non usare più il nome del padre. Dopo aver letto l'intervista al candidato sindaco - per il PDL - Vito Pipolo, dove è stato citato mio padre Gianluigi Margutti, ritengo doverose alcune precisazioni. Vorrei fosse subito chiaro che non si tratta di un fatto personale, ma politico. Si sta facendo campagna elettorale, i candidati rilasciano interviste per raggiungere i potenziali elettori, associare il proprio nome a quello di altri può aiutare a portare consenso. Mio padre l'avrebbe chiamata "captatio benevolentiae". Peccato che il citato Margutti abbia tolto il consenso al PDL tradatese molti anni or sono. Conoscendo molto bene la realtà delle cose trovo semplicemente propagandistico e poco corretto, quindi, citare il nome di Margutti omettendo informazioni, soprattutto recenti, che di seguito sottopongo alla vostra attenzione e giudizio. Negli ultimi anni (almeno sette) l'agire politico di Gianlugi Margutti è stato spesso considerato in contrasto dal PDL locale a livello sia politico che istituzionale, ben oltre la salutare dialettica interna al partito. Ricordiamo che Margutti per cinque anni (2002-2007) è stato vicesindaco con numerose e importanti deleghe avviando importanti (ritengo fondamentali) basi di lavoro nel settore della sicurezza, in quello dell'ambiente e della protezione civile (solo per citare alcune aree di intervento come assessore), favorendo risultati negli anni a seguire per cui in molti si sono presi meriti e riconoscimenti. Eppure mentre era vicesindaco nel primo mandato Candiani, mentre lavorava per la sua Tradate, non sono mai mancate forti tensioni interne al partito. Tensioni che indussero Margutti, nel secondo mandato Candiani (2007-2012), ad optare per il solo posto di consigliare, unica posizione - in una situazione davvero invivibile - che gli avrebbe garantito più libertà di azione. Era chiaro, infatti, che non avrebbe mai potuto contare sui suoi compagni di partito, tra cui ovviamente lo stesso Pipolo, rischiando di essere estromesso dalla vita politica cittadina e quindi zittito. Questa decisione e quello che seguirà sono ormai storia politica tradatese, ma ritengo giusto ricordarla per chi legge. Margutti decise, quindi, di rimanere in consiglio portando all'attenzione questioni che hanno rivitalizzato l'importanza e la centralità del consiglio comunale. Vorrei ricordarne solo due su cui si impegnò in prima persona: "la Fornace" e "Seprio Servizi". A distanza di tempo, nemmeno molto, non si può che intravedere la lungimiranza in tutte le parole pronunciate da quel consigliere "indisciplinato" da cui ogni volta il capogruppo del PDL, con dichiarazioni telegrafiche, si dissociava. In seguito nel 2009 Margutti, che fu fondatore di Forza Italia Tradate (insieme a decine di altre persone tra cui Pipolo ricorda anche se stesso nell'intervista), sentendosi contrastato oltre ogni parvenza di ragione politica spiegò molto chiaramente in una dichiarazione i motivi che lo spingevano - insieme all'amico consigliere Massimo Tagliabue - ad uscire da Forza Italia tradatese e costituire un gruppo indipendente in consiglio comunale: "Il nostro problema è con questa Forza Italia di Tradate...per smarcarci da certe situazioni di potere, asfittiche, personali, familiari! Io - prosegue Margutti - non ho mai collocato (tra l'altro) parenti e 'famuli' all'interno di società pubbliche nè di comuni viciniori nè di centri commerciali ecc., come altri hanno fatto!! Ci siamo smarcati perchè anche il programma amministrativo non è rispettato e la cementificazione di Tradate è oramai assurda!". E' certa e palese la totale mancanza di condivisione con quel il tipo di politica che veniva portata avanti dai "vertici" locali del PDL, di cui Pipolo era ed è tutt'ora parte. Potrei proseguire ancora con altri episodi, la politica cittadina fa parte della mia storia famigliare, ma ritengo di aver chiarito i dubbi che intendevo chiarire. E' agli atti ed è quindi giusto che chi mi legga lo sappia, che oggi mi trovo candidato al consiglio comunale di Tradate proprio in quella "lista dei ribelli" (Movimento Prealpino) dove si sarebbe quasi sicuramente trovato mio padre, un luogo lontano dai partiti e soprattutto da quella politichetta che, dopo averlo usato e poi gettato, ora cerca ripetutamente di associarsi al suo ricordo con modi davvero goffi e poco dignitosi.
Andrea Margutti
Martedi 27 Marzo 2012 |