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Case di riposo o prigioni?

gerry varie
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29 Dicembre 2021

Le case di cui voglio parlare oggi non hanno grate di sicurezza, ma da lì nessuno può uscire liberamente. Gli ospiti che sono rinchiusi non hanno commesso nessun reato, ma praticamente nessuno può lasciare quel posto. Sono quelle che in maniera eufemistica sono definite “Case di riposo” o anche Rsa, luoghi in cui nessuno di noi spera di essere ricoverato, ma che alla volte si è costretti ad utilizzare.

Scrivo queste considerazioni perchèùé in questi mesi ho avuto la fortuna di visitare periodicamente un amico in una casa di riposo. Non faccio riferimenti personali o a una particolare struttura di accoglienza, perché poi alla fine si assomigliano tutte. La riflessione che voglio sottoporre è che gli anziani hanno meno diritti dei carcerati. Per esempio, mentre a questi ultimi è garantita un’ora d’aria al giorno, agli anziani questo diritto non è garantito, siano essi autosufficienti o non autosufficienti. Infatti sia nell’uno che nell’altro caso, un anziano che voglia fare una passeggiata in un parco deve essere accompagnato quasi sempre da qualcuno, parente o infermiere che sia. Ovviamente la mancanza del personale rende impossibile questo servizio. Poi avendo conosciuto alcune case di riposo del Varesotto, dal Molina di Varese, al Polivalente di Induno, alle varie “Le Residenze” di Besano, Porto Ceresio, Ponte Tresa, Ispra, Varese, Bellano, Porto Valtravaglia ecc., tutte prive di un parco vero e proprio ma solo di uno striminzito giardinetto, quasi mai frequentato.

Poi ci sono i costi. Quelli per i ricoverati nelle case di riposo, circa 3.000 euro al mese, sono a carico nella quasi totalità delle famiglie, quelle dei detenuti, circa 10.000 euro al mese, completamente pagati dallo Stato. Anche sotto questo aspetto gli anziani hanno meno diritti dei detenuti anche se non hanno commesso nessun reato.

L’altra grande anomalia è che mentre per i detenuti la fine della pena porta alla liberazione, per gli anziani la fine del soggiorno è solo la morte. E’ giusto tutto questo? Quale conclusioni trarre? Per le case di riposo occorrerebbe prevedere per legge che siano dotate di un parco decente, almeno di alcuni ettari, e poi occorre garantire a tutti i ricoverati almeno un’ora d’aria, come hanno diritto i detenuti. Ma questo non basta. Se si vuole fare una vera rivoluzione copernicana bisognerebbe auspicare una trasformazione delle case di riposo in centri di riabilitazione a tempo determinato, dove una persona può recuperare le sue forze per poi tornare alla sua casa e alla sua comunità e vivere la sua vita con una adeguata assistenza domiciliare ma che purtroppo nessun comune organizza. Utopia? Forse, ma è giusto lasciare che i nostri anziani muoiano per solitudine o per mancanza di assistenza come avviene tutt’ora? Pensate, oggi abbiamo un “vecchietto” che ha appena compiuto 85 anni, che  sta tentando di traghettare il mondo in una nuova società. Qualcuno pensa di mandarlo in casa di riposo? Sarebbe una follia e un suicidio per l’interna umanità. Pensiamoci perché prima o poi tutti avremo la fortuna di diventare anziani, vecchi mai. Speriamo.

Emilio Vanoni – Induno Olona

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