Ci toccherà condividere il coronavirus nel nome dell’accoglienza?
22 Febbraio 2020
Il programma “otto e mezzo” di ieri sera 21.02 ha costituito una prova, l’ultima di una lunga serie, di come la Sinistra cerca di utilizzare eventi piccoli e grandi per tirare acqua al proprio mulino politico. Solo che questa volta il gioco non è riuscito.
Lilli Gruber ha cercato più volte di indirizzare l’ospite Fabrizio Pregliasco sulla strada della polemica antisalviniana, spalleggiata da Antonio Padellaro da par suo, ma il direttore sanitario del Galeazzi non è caduto nella trappola, ogni volta riportando la discussione sul proprio terreno, quello dei fatti e delle previsione caute e ragionevoli illuminate dalla profonda competenza nel campo epidemiologico e dell’organizzazione sanitaria.
L’accusa (ma diremmo meglio: il consueto processo alle intenzioni) a Salvini era, in sostanza, quella di approfittare della generale paura del contagio per sostenere la propria politica anti immigrazionistica. Accusa particolarmente grave, perché un’operazione simile sarebbe, più che disinvolta, spregevole.
Padellaro ha anche fatto ricorso alle proprie reminiscenze scolastiche citando gli “untori” manzoniani. Ha cioè proposto l’equazione fra questi ultimi, ingiustamente accusati di diffondere la pestilenza, e gli immigrati oggi altrettanto ingiustamente accusati di diffondere il coronavirus e pertanto discriminati.
Peccato che il romanzo manzoniano offra ben altri spunti di riflessione, naturalmente dimenticati dai sinistri opinion leader.
Manzoni si sofferma sull’atteggiamento di fronte al fenomeno delle pubbliche autorità, in tutt’altre faccende affaccendate e favorite, nel loro disimpegno, da meccanismi psicologici di massa descritti magistralmente. In sostanza la popolazione milanese del ‘600 non crede che vi sia la peste perché non vuole crederlo, pertanto si auto-illude che il morbo che sta circolando sia qualcosa di lieve o comunque di meno grave. E così l’inerzia delle autorità sommata all’incapacità delle persone di guardare la realtà negli occhi genera quella sottovalutazione e quella lentezza nel prendere provvedimenti che favorirà lo scatenarsi del morbo.
Salvini propone oggi un serrato controllo alle frontiere e sugli sbarchi, quegli sbarchi che con l’attuale governo si sono moltiplicati. E ha posto un tema che altri tacevano: considerate le condizioni della sanità in Africa e la notoria presenza di milioni di cinesi nel continente, è assolutamente irragionevole illudersi che sui barconi o sulle navi delle ONG non vi saranno soggetti contagiati.
Ci toccherà, in nome dell’accoglienza e della condivisione, condividere anche il coronavirus?
Alfonso Indelicato
Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno
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Si vergogni seriamente per quello che ha scritto.
A prova della sua totale volontà di provocare cavalcando l’onda mediatica dell’infezione del coronavirus ad oggi il focolaio nel Lodigiano è partito da cittadini italiani (piuttosto pallidi di carnagione) e non stranieri.
Le comunità cinesi italiane che son rientrate dalla Cina hanno di loro spontanea volontà scelto di farsi la auto-quarantena, soprattuto per non far generare tensioni sociali.
Gli italiani invece, con la presunzione di essere migliori ed immuni a tutto, sono semplicemente andati in giro a fare gli untori senza porsi alcun lecito sospetto di essere portatori più o meno sani.
Se la sua teoria fosse stata applicata il manager e lo sportivo nel lodigiano non sarebbero stati ammessi sul territorio italiano.
E’ accettabile da parte sua questo o va bene solo se i respinti appartengono ad un altra etnia o gruppo sociale?
E no Signor Felice,
lasci stare la vergogna perché non è proprio il caso e le consiglio di andare a leggere un bellissimo articolo di uno dei più grandi e depoliticizzati giornalisti italiani;Toni Capuozzo. Un mese fa ,mentre il sindaco di Milano visitava la Chinatown milanese auspicando il ripristino dei voli sospesi dalla Cina,il governo inglese emanava un decreto che metteva in quarantena tutti i cittadini cinesi che giungevano dalla madrepatria. Sono gli inglesi razzisti oppure siamo stati noi degli iressponsabili,come ha scritto Diego Fusaro,in Italia di political correct si può anche morire. Il nostro governo in questa emergenza ha toppato in pieno,siamo il terzo paese al mondo per contagi,sono i fatti a dimostrare che il Sindaco Sala aveva torto,non la teoria.