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Funerale programmato e rinviato per “errore di comunicazione”

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17 Gennaio 2014

Ospedale di Busto Arsizio; mia nonna all’età di 90 anni si è spenta lunedì mattina alle 4:00 am. Ventiquattro ore dopo il decesso, all’impresa delle pompe funebri, nel reparto della camera mortuaria, il medico legale concede il “via libera” per la preparazione della salma. Viene avvertito il Parroco di Solbiate Olona e programmato il funerale per giovedì mattina alle ore 09:30. Martedì pomeriggio vengono esposte le epigrafi per avvisare i cittadini di Solbiate Olona della morte della nonna. 

La mattina successiva, invece, con incredibile sorpresa, l’accettazione dell’ospedale di Busto Arsizio, comunica all’incaricato delle pompe funebri che sul referto di morte è stata ufficializzata come causa di morte; trauma cranico. L’accettazione riferisce che con questa attestazione di morte, non si può procedere alla comunicazione verso il comune di Solbiate Olona. Immediatamente viene avvisato il reparto di Neurologia che conferma l’errata compilazione del referto di morte, in quanto la nonna non è deceduta per trauma cranico (era stata ricoverata dal Pronto soccorso di Busto Arsizio per una caduta accidentale a casa in bagno), ma per complicazioni dovute ad influenza e poi enfisema polmonare. 

Il primario di neurologia giustifica l’errore (……) . All’accettazione viene comunicato che il referto sarebbe stato corretto e che per le 13:30 avrebbero dato nuovamente il via libera. Nel primo pomeriggio, l’addetto delle pompe funebri, preoccupato di questa “attesa silenziosa” ha iniziato a sollecitare i vari dottori della camera mortuaria. Da qui è iniziato il gioco dello scarica barile, anzi dello “io non so dirle niente, dovete parlare con…”
Da tenere conto che ora i parenti ed amici della sapevano sanno che il funerale si sarebbe svolto giovedì giovedì mattina. 

Alle 15:00 non avendo ancora nessuna informazione su come procedere, io insieme a mio zio, accompagnati dall’addetto pompe funebri, ci rechiamo nel reparto di Neurologia. Il primario ci accoglie educatamente e con molta disponibilità, confermando nuovamente che l’errore di compilazione c’è stato e che si è già provveduto a revisionare il documento, ma che non poteva essere di ulteriore aiuto se non dicendoci di rivolgerci a chi era di turno notturno quando ha accertato la morte della nonna. Tornando alla camera mortuaria, viene però comunicato che tutto è già stato inviato al magistrato. Cinque minuti dopo viene smentito tutto perché il nuovo referto non era stato ancora compilato. Viene chiesto di avere il colloquio con chi aveva redatto l’attestazione di morte. Questi smentisce la conferma di errore, innesca una discussione ed una serie di telefonate con la Neurologia. Si aggiunge una collega che prova a sostenere la tesi che i documenti erano corretti. Comprendendo poi la situazione, porta un esempio di modulo ISTAT da compilare dopo la morte di un paziente e spiega che nella causa di morte deve essere inserita la cronologia degli eventi e che anche se la causa di morte è l’enfisema, dato che la paziente è entrata in ospedale per trauma cranico, la documentazione deve essere portata alla Polizia che poi la consegna al PM, poi è quest’ultimo che deve dare il nulla osta per procedere alla vestizione della salma che nel frattempo sarebbe dovuta stare in cella frigorifera. Invece la salma della nonna di 90 anni è già “pronta”per il suo funerale. 

Dato che la documentazione deve passare tramite PM, il funerale deve essere spostato a data da destinarsi. Emerge una considerazione: ma se una persona viene portata al pronto soccorso per trauma cranico dovuto a caduta accidentale, dato che è un trauma cranico, non sarebbe logico comunicare in quell’istante alla Polizia e poi PM l’evento in modo che il PM possa fare tutti gli accertamenti del caso? Al momento quindi se il trauma cranico fosse stato causato da un colpo sferrato da una persona, il delinquente sarebbe ancora in libera circolazione. Si evince dunque che se c’è la vittima, si cerca il colpevole, altrimenti l’ipotetico delinquente può stare tranquillo. 

I parenti oggi volevano SOLO sapere se spostare il funerale ed avvertire velocemente: parenti e amici vicini e lontano, parroco e responsabile cimitero. Nessuno ha preso la “grande” responsabilità di dire:”C’è stato un errore, ci scusiamo e vi diciamo di spostare il funerale a data da destinarsi”. 

La decisione dello spostamento è stata presa sulla base dell’esperienza pregressa dell’addetto pompe funebri che dopo 40 anni di attività si trova per la prima volta a rinviare un funerale.

 


La lettera dell’Azienda ospedaliera di Busto

Gentile Famiglia

sentiamo come Azienda Ospedaliera di porgervi delle scuse per la spiacevole vicenda che ha coinvolto la Vostra congiunta.

Davanti ad epiloghi come questi che trascinano inevitabilmente incomprensioni  e sofferenze vale la regola di anteporre una vicinanza umana a spiegazioni o giustificazioni.

E tuttavia in tutto quanto è stato da Voi percepito ed effettivamente vissuto come cattiva comunicazione e “scoordinamento” era insito un ultimo significato di aiuto e di servizio.

Tutti gli operatori che con Voi sono venuti a contatto, da punti di vista differenti hanno avuto in mente un unico fine buono che però non è valso a indirizzare le azioni e i comportamenti verso l’atteso.

Ce ne rammarichiamo con Voi e ci impegniamo a far valere anche questa infelice occasione in esperienza per il futuro.

Vogliamo come Direzione esprimere a Voi tutti  le nostre più sentite condoglianze.

Direzione Medica di Presidio

Roberto

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