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Giusto abrogare il reato di abuso d’ufficio

giustizia giudice
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10 Luglio 2024

Egregio direttore,

riguardo l’abrogazione del reato di “abuso d’ufficio” da parte del Parlamento desidero esprimere la mia semplice riflessione favorevole fondata sulla mia dura esperienza personale, evidenziando il carattere troppo generico di tale reato che permetteva ai magistrati di procedere nei confronti degli amministratori e dei funzionari pubblici in base a una loro “interpretazione” troppo soggettiva degli atti.

Nel 2012 ero dipendente del Comune di Luino nonché Giudice onorario presso il Tribunale di Varese; non mi sono astenuto da un procedimento esecutivo civile in cui il Comune compariva come debitore e il sindaco mi ha denunciato così sono stato condannato per abuso d’ufficio e, forse in modo sproporzionato, licenziato sia dalla Magistratura sia dal Comune, unico dipendente pubblico in Italia ad essere stato condannato e licenziato non per corruzione né per peculato o per truffa ma soltanto per non essersi astenuto da un procedimento esecutivo civile in cui il giudice svolge solo una funzione di controllo senza discrezionalità di giudizio, pur avendo il sindaco chiesto la mia astensione solo alla seconda udienza mentre per legge tale istanza doveva essere presentata entro la prima udienza.

Diversamente la Procura della Repubblica di Varese ha ritenuto lecito e non un abuso d’ufficio che il sindaco e il dirigente comunale avessero assunto discrezionalmente come collaboratore esterno una persona senza titolo, senza aver svolto alcuna preventiva selezione interna tra il personale dipendente del Comune, che avessero incaricato come responsabile dei servizi finanziari e tributari del Comune una cittadina tedesca senza la cittadinanza italiana mentre la legge prevede che i cittadini stranieri membri dell’Unione europea possono svolgere impieghi nelle pubbliche amministrazioni che però non implichino l’esercizio di pubblici poteri e che il Comune avesse pagato al sindaco, avvocato libero professionista, i contributi previdenziali che però la legge riserva solo agli amministratori locali i quali, durante l’espletamento del loro mandato elettorale, rinunciano a svolgere la libera professione.

La contestazione del reato di abuso d’ufficio era rimessa all’interpretazione troppo discrezionale dei magistrati: il presidente della Regione Lombardia, per aver assegnato un appalto pubblico a un suo familiare durante la grave emergenza sanitaria, è stato indagato per turbativa d’asta e non per abuso d’ufficio; il sindaco di Roma Ignazio Marino è stato incriminato per abuso d’ufficio per aver fatto allontanare i commercianti ambulanti dal Colosseo mentre nessun abuso è stato contestato al sindaco di Firenze Matteo Renzi per aver fatto allontanare i commercianti ambulanti dalla Basilica di San Lorenzo.

Se le istituzioni pubbliche funzionassero in modo imparziale gli illeciti commessi dagli amministratori e dai funzionari pubblici nell’esercizio delle loro funzioni, quando non si concretizzano gravi e specifici reati come la corruzione, la concussione, il peculato o l’associazione a delinquere dovrebbero essere sanzionati in ambito amministrativo dall’Anac, dal Ministero dell’Interno e dalle Prefetture, in ambito disciplinare dal Dipartimento della Funzione Pubblica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e in ambito contabile dalla Corte dei Conti, come di fatto avviene con sanzioni amministrative in Germania, e non con onerosi processi penali che quasi sempre si concludevano nel nulla e che gravavano ulteriormente sulle Finanze dello Stato.

Alberto Morandi – Laveno Mombello

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