Gli autentici insegnamenti cristiani non sono quelli espressi dal fanatico puritanesimo protestante americano
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26 Febbraio 2025
Egregio Direttore,
alla luce dei fanatici interventi di carattere ultraconservatore espressi dai puritani protestanti nordamericani, che seguono la “teologia della prosperità”, di carattere neoliberista, e del fanatismo, privo di ogni cultura cristiana e umanistica, espresso dalla “pastora” protestante incaricata dal Presidente degli Stati Uniti di guidare l’Ufficio della fede del Governo americano, desidero evidenziare gli autentici insegnamenti di carità, di giustizia, di povertà e di semplicità proposti da Gesù nei Vangeli, come ci ricorda sempre e con coraggio Papa Francesco.
Questa errata interpretazione degli insegnamenti cristiani deriva dalla profonda differenza tra il protestantesimo della riforma di Martin Lutero, monaco agostiniano con un profondo senso del rigore morale, che voleva riportare la Chiesa all’originaria povertà evangelica (secondo cui “La ricchezza è la cosa più effimera che Dio possa dare all’uomo”), e quello della riforma di Giovanni Calvino, dalla quale successivamente è derivato negli Stati Uniti un puritanesimo fanatico, ipocrita e ultraconservatore sia in ambito economico sia in ambito civile e sociale, che interpreta non allegoricamente (come ci insegna Agostino d’Ippona) ma letteralmente l’Antico Testamento e che considera la ricchezza economica un segno della benevolenza di Dio nella vita terrena.
Il fanatismo ultraconservatore puritano è contrario all’autentico insegnamento pauperistico cristiano riguardo l’arida ricchezza materiale, infatti Gesù, oltre che nelle Beatitudini (Matteo V, 1-12), che esprimono un profondo contenuto umano di giustizia sia morale che sociale, ha più volte e chiaramente condannato la vuota ricchezza materiale: “Quale vantaggio avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero e poi perderà la propria anima?” (Matteo XVI, 26), “Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio! E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Marco X, 23-27).
Anche i testi sapienziali veterotestamentari invitano a cercare la sapienza e non le vane ed effimere ricchezze terrene: “Beato l’uomo che ha trovato la sapienza e il mortale che ha acquistato la prudenza, perché il suo possesso è preferibile a quello dell’argento e il suo provento a quello dell’oro” (Libro dei Proverbi). Secondo gli Atti degli Apostoli “nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune” inoltre i Padri della Chiesa consideravano la proprietà una condizione dell’uomo contro natura, non avendo un’origine naturale né divina, infatti Ambrogio, Vescovo di Milano, condannò l’idolatria della proprietà affermando che “ Quello che è dato in comune per l’uso di tutti è ciò di cui tu ti appropri. La terra è data a tutti, non solamente ai ricchi”. Alla luce dell’arido profitto economico al quale prevalentemente tende la nostra vuota società (“Pecunia non olet”) io continuo a richiamare il semplice pensiero di Seneca, che ben si addice ai tempi presenti: “Non qui parum habet, sed qui plus cupit, pauper est”! Il vero Cristianesimo è rivolto a tutti gli esseri umani, soprattutto ai poveri, ai deboli, ai bisognosi, ai sofferenti, agli emarginati e ai miserabili e non solo ai bianchi ricchi e ariani nordamericani!
Solo la Luce della Cultura e della Conoscenza, soprattutto della Storia, può aiutare gli esseri umani a vincere l’ignoranza, l’indifferenza nei confronti degli “altri”, del Bene comune e delle Istituzioni pubbliche e democratiche nonché l’egoismo individualista sempre più dilaganti e rappresenta la speranza di unire i vari popoli e gli uomini e di superare le loro divisioni e le loro differenze.
Alberto Morandi
Laveno Mombello (VA)
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