Guardiamo il colore della medaglia per celebrare un successo
2 Luglio 2018
Domenica con l’oro ai Giochi del Mediterraneo nella 4×400 di atletica, abbiamo assistito ad un esempio positivo d’integrazione nello sport.
Una prima assoluta per lo sport italiano, con Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo e Libania Grenot che hanno concluso davanti a tutte.
Gli atleti di colore, nel corso degli anni, hanno contribuito ai successi dello sport azzurro e l’Italia sta diventando una nazione multietnica anche nello sport.
Ai Giochi del Mediterraneo, l’Italia ha sbaragliato la concorrenza portando a casa 156 medaglie (di cui 56 d’oro) ma alcuni quotidiani hanno celebrato solo queste ragazze. Il rischio che pur di seguire il politicamente corretto, si arrivi a eccessi imbarazzanti, dimenticando di celebrare gli altri 55 ori.
Mark Twain diceva che non esiste un’idea, per quanto nobile, che scendendo sulla terra non abbia rovinato la sua reputazione. In un periodo dove il razzismo è dilagante, ciò che si rende necessaria è l’integrazione. Celebrando in maniera sbagliata il successo di queste bravissime ragazze, non si fa altro che rimarcare le differenze tra il “noi” e “l’altro, impedendo di abbattere quel muro che impedisce la “vicinanza”, necessaria nelle società multietniche.
Se sono italiane, il loro oro vale come quello degli altri. Focalizziamoci sul colore oro della medaglia e non sul colore della pelle per celebrare un successo.
Andrea Zirilli
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Forse si sta un pò troppo confondendo quella che è una invasione incontrollata con il razzismo.
Queste quattro ragazze ed atlete sono il frutto di una normale politica di immigrazione, fatta di matrimoni tra persone di diversi paese, riunioni familiari e richieste di cittadinanza. Una politica che nessuno ha mai messo in discussione.
Quello a cui si assiste ogni giorno sulle nostre coste è un continuo approdo incontrollato a cui sembra non esserci mai fine e a cui si riserva un futuro garantito nelle mani delle criminalità varie.
Quindi a costo di sembrare razzista solo perchè si desidera maggior controllo sarebbe opportuno dire che anche l’utilizzo politico di queste quattro ragazze è ovviamente buonista e sinceramente un poco razzista in quanto utilizzare la differenza di colore per esaltare una normale performance di una sportiva italiana è quantomeno discriminante.
questa volta sono d’accordissimo con il Sig. Felice,questa lettera è quantomeno fuorviante e oltretutto trae spunto da un articolo corredato dalla stessa foto letto su diversi siti in rete.