Il deserto a Malpensa
28 Febbraio 2009
Caro Direttore,
ieri sera verso le 22 sono atterrato a Malpensa con il volo Alitalia proveniente da Mosca.
Ero con un centinaio di imprenditori che, come me, ancora si ostinano a cercare di portare in giro per il mondo il "Made in Italy".
Contrariamente a ogni logica l’aereo non ha potuto accedere a uno dei numerosi attracchi liberi, direttamente collegati all’aerostazione: ha dovuto parcheggiare a un chilometro di distanza e siamo stati costretti a usufruire degli autobus di collegamento: come una volta e come ancora succede solo negli aeroporti di terza categoria.
Arrivati nella sala di riconsegna dei bagagli, deserta di altri passeggeri, squallida, con i pannelli del controsoffitto in parte ammaccati e in precario equilibrio, senza un solo addetto di SEA in grado di dare indicazioni, abbiamo atteso più di cinquanta minuti l’arrivo del primo bagaglio. Gli altri sono poi arrivati dopo più di un’ora dall’atterraggio.
Tutto questo avveniva, lo sottolineo, in una situazione di traffico inesistente.
Recuperati i bagagli siamo infine faticosamente saliti al piano delle partenze per poter essere "recuperati" da chi era venuto a prenderci. Con una cervellotica diposizione che non ha eguali nel mondo, da molti mesi è stato infatti interdetto l’ingresso all’area antistante gli arrivi alle auto private: è obbligatorio parcheggiare (a prezzi d’usura) a distanza. La difesa dell’utente/passeggero che conosce la situazione è quella di "arrivare" alle partenze dove invece (fortunatamente) le auto dei parenti possono ancora accedere.
Questa è oggi la situazione di Malpensa, resa deserta dopo la svendita di Alitalia a CAI con 4 miliardi di oneri aggiuntivi per i cittadini italiani rispetto alla cessione ad Air France prevista da Padoa-Schioppa.
Ma il vero problema di Malpensa, che troppi continuano a tacere, è il carrozzone politico di SEA, società mai liberalizzata, contrariamente a quanto avvenuto ini altri aeroporti italiani ed europei, che grava con le sue inefficienze sulla parte più produttiva del Paese. Il trasporto di un bagaglio a Malpensa costa molto di più che nel tanto vituperato aeroporto di Roma.
Leggo che il presidente/direttore generale designato dalla Lega, avvocato Bonomi, si è da tempo attribuito uno stipendio di 650.000 euro annui: se fosse vero (ma non mi sembra di aver mai letto una smentita) si tratterebbe di una cifra 70 volte superiore a quanto mediamente percepito da un dipendente della stessa azienda oggi in cassa integrazione.
In una situazione di fallimento economico e gestionale come quella che è oggi sotto gli occhi di tutti a Malpensa, mi sembra un fatto immorale e inaccettabile.
Un cordiale saluto.
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