Il saluto romano è un gesto offensivo verso le vittime del nazifascismo

10 Agosto 2015
Gentile Direttore, gentile Redazione,
scrivo per segnalare che la fotografia a corredo dell’articolo sui funerali di Fabio Castano mi ha colpito negativamente. Ha suscitato in me più di una perplessità sia di ordine morale sia di ordine storico. Capisco e rispetto il dovere di cronaca di ogni giornalista: se al funerale ci sono stati saluti fascisti, il giornalista riferisce. Quello che non capisco invece, è, perché, tra le tante foto scattate durante la cerimonia funebre, molto sentita e tanto partecipata, abbiate dovuto, o voluto, scegliere la foto di un’assemblea di reduci che alzano il braccio, in omaggio a Hitler e a Mussolini che tanto male hanno arrecato al nostro paese e all’Europa intera. Sono passati settant’anni da allora, ma il ricordo dei danni di quell’ideologia è ancora vivo.
La foto invece mostra l’orgoglio di un gruppo di persone che, tanti anni dopo i tragici eventi del ventennio e della guerra, salutano la bara con il braccio alzato. Io percepisco il saluto romano come un gesto offensivo nei confronti delle tante vittime di quel periodo.
Leggendo il vostro giornale si butta l’occhio sull’immagine allegata all’articolo: si vede il sagrato di una chiesa, che è un luogo pubblico, si vedono tante persone tra cui autorità, amici, privati cittadini, una folla ricca e composita al cui interno alcuni compiono un gesto all’apparenza normale. Che invece normale non è! L’Italia è una democratica e antifascista per definizione, è un paese in cui l’apologia di fascismo è reato.
Voglio aggiungere anche che, per deviazione professionale, ho sempre presente che i ragazzi e i giovani ci guardano e ci giudicano. Non sarebbe più corretto celare, anche solo per pudore storico, il revival di coloro che, puniti dalla storia ed estromessi dai principi fondativi della nazione sorta dalla Resistenza, si ostinano a celebrare i loro riti di morte?
Sono certa che dovremmo sforzarci tutti, anche con l’aiuto dei mezzi di comunicazione, di costruire un contesto civile, fondato sul riconoscimento dei nostri errori storici e capace di ripudiare definitivamente un’ideologia superata e i suoi esecrati simboli.
Augurando buon lavoro, saluto cordialmente tutta la redazione: siete il mio, il nostro, giornale!
Margherita Giromini
Presidente di ANPI Varese
(nella foto, la chiesa di Arnate dove si è tenuto il funerale)
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Gentile Sig.ra Giromini, Le scrivo con tutta la stima
mi consenta di darLe la mia visione da cittadino neutrale ne di destra ne di sinistra. A me il saluto romano non dà noia o almeno me ne dà tanto quanto sentire “bella ciao” sulle televisioni “NAZIONALI”. I morti ci sono stati da entrambi gli schieramenti o oggigiorno, se proprio vogliamo ben guardare, sono più i morti dei “rossi” che quelli dei “neri” comunque sia come si rispettano i morti dell’olocausto vedete di rispettare e riconoscere anche gli altri!!! cordialmente Alessandro Umberto Galbiati
Gentile sig. Galbiate,
di grazia, spiegatemi con parole semplici che usereste con un ignorante perché una persona nel 2015 deve alzare il braccio testo quando quello stesso braccio inequivocabilmente è associato ad una dittatura sanguinaria ed ad un periodo nefasto della storia europea e mondiale.
Ovviamente stesse parole di sdegno per i milioni di morti stalinisti e mai e poi mai nella mia vita mi permetterei di appoggiare queste idee sanguinarie ed i gesti a loro associate.
Se poi dobbiamo stare qui a questionare su quali morti abbiano più peso nella storia, quelli neri o quelli rossi o quelli a stelle e strisce, oppure quelli gialli…beh signori siam messi male e permettetemi che questi discorsi non hanno molto senso se non quello di giustificare la vostra innata indole nel corteggiare il mito di grandezza di queste dittature, grandezza pagata sulle vite di milioni di persone, compresi i vostri lontani parenti.
E non si dicano sciocchezze sul rispettare i morti dell’olocausto. Ogni volta che viene alzata quella mano tesa i morti dell’olocausto vengono insultati. Senza troppi giri di parole cordialmente la saluto sperando che un giorno le mie idee non vengano usate per farmi sparire definitivamente a chi si elegge a giudice e censore.
Signor Galbiati,proprio le posizioni come la sua fanno si che si faccia del pessimo revisionismo storico. Non c’entra nulla la conta dei morti neri o rossi. C’entra invece il fatto che salutare a braccio teso significa fare l’apologia di un dittatura. Negare questa verità è la solita mistificazione della storia. Piaccia o meno il Fascismo fu dittatura. Vera,non all’acqua di rose. E i rappresentanti della destra odierna non si dissociano mai da questi comportamenti assolutamente odiosi..