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La prima campanella: figli che di allontanano tenendosi per mano

primo giorno di scuola 2023
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7 Settembre 2024

La prima campanella. Uno degli aspetti più teneri della riapertura delle scuole è la presenza dei “primini”: i bambini che a, termine dell’asilo, iniziano le elementari.

Chi passa davanti ad una scuola in questi primi giorni di settembre, li riconosce subito: sono taciturni ed avvinghiati alle mamme. Sono belli, ordinati e pettinati – qualcuno ha la “crestina” – pronti per andare ad una festa.

Hanno sulle spalle zainetti più grandi di loro. Si guardano intorno disorientati dalla confusione. E’ un vociare dal quale spiccano le disposizioni di bidelli e maestre impegnati a “serrare le fila”. Gli ultimi istanti, quelli che precedono la “ carica dei “101”, sono dedicati a parole ascoltate mille volte in estate: “Vedrai come è bello! Conoscerai le maestre; imparerai scrivere, leggere e disegnare; andrai alle feste, avrai tanti di quegli amici che dovrai scartarne qualcuno. Ritroverai: Luca, Giacomo, Martino e Lucia. Mangerai meglio che a casa – aggiunge il papà – e, se fai il bravo, ti porteranno al museo”.

Insomma: mancherà solo una spintarella per vederli entrare in classe con spazzolino e dentifricio… Il problema sorgerà quando si staccheranno dalla tua mano. In molti casi, la mano della mamma: quella che li accompagnava alla scuola materna e ai giardinetti; quella che li vestiva al mattino e, a tavola, puliva il nasino imbrattato di sugo. La mano che cercavano nelle notti inquiete e scriveva la lettera a Gesù Bambino.

Ora, quella mano, è oltre la recinzione. Si leva dalla strada come un aquilone. Porta nel cielo un sentimento: la malinconia. Ricorda, “Ciao amore, ciao”: una canzone del festival del’67’, incompresa, come l’autore. “ Andare via, lontano – diceva — cercare un altro mondo, dire addio al cortile, andarsene sognando…” ”Ciao amore!…” E’ scritto oggi negli occhi lucidi delle mamme davanti alle scuole. Salutano i loro “pulcini” fermando in essi uno dei momenti “sacri” dell’esistenza: la fine dei sogni. «Ciao amore – sale dallo sventolio di fazzoletti bianchi — ti voglio bene: ti aspetto». Suona la campanella…

Figli che si allontanano tenendosi per mano: per darsi coraggio e chiudere nello zainetto le lacrime di chi, un giorno, diede loro la vita.

Fernando de Maria

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