La Priorità dello Spritz

27 Aprile 2021
Gentile direttore
nel weekend è stato presentato alla Corte Europea il Recovery Plan di Mario Draghi e del governo (governo in cui ricordo esserci anche ministri del centro-destra). E’ stato revisionato completamente e riscritto in alcune sue parti al fine di presentare un piano decennale programmatico di investimenti solido e credibile.
Insomma il frutto del lavoro e della competenza di un uomo ma anche di una intera squadra di governo.
Se fossi Salvini mi vanterei di aver partecipato ad una realizzazione così importante, forse la più importante, dal dopoguerra in poi. Invece la sua priorità (come sempre) è stata quella di fare polemica (strano avete notato… nessuna alleanza sembra durare più di 3 mesi di pace con Matteo)… Il dubbio amletico da qualche giorno sui TG e la più grande sfida Salviniana è capire se finire l’aperitivo alle 19/20 per poi cenare e chiedere il conto (si spera con scontrino fiscale) entro le 22/23.
Gli “aperturisti” sostengono una posizione legittima se solo avessero il coraggio di raccontarla perbene. Repubblica ha secondo me espresso magnificamente il concetto nel suo articolo “Fare i conti senza le bare”: cit. “preferiamo qualche migliaia di morti in più piuttosto della morte di alcuni settori economici che ci stanno particolarmente a cuore, anche perché è soprattutto in quel bacino elettorale che noi peschiamo voti.”
Ecco so benissimo che così può sembrare rude, schietta ma nella sua fredda logica avrebbe un senso e sarebbe anche rispettabile.
Sarebbe molto più accettabile che berciare “riapriamo tutto” oppure “gli italiani vogliono tornare a vivere, amare ed essere felici” con sempre il solito lessico destinato ad infanti et simila.
Salvini di un problema strilla solo la parte che gli fa più comodo omettendo che la ripresa di un particolare settore dell’economia per una parte politica vale qualche fila di bare in più.
Insomma è più importante capire a che ora possiamo bellamente pagare il conto al ristorante piuttosto che capire come spendere i prossimi 200 e passa miliardi di euro.
Prosit!
Felice
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Il recovery plan sarà l’ultima e definitiva trappola della BCE per ingabbiarci definitivamente,il tutto sotto la regia del suo miglior esponente l’illustrissimo supertecnico Draghi,da tutti osannato e considerato il toccasana per l’Italia. Ad oggi,all’infuori di molte chiacchere e proclami nulla è stato fatto e questo è il campanello d’allarme che dovrebbe farci prevedere lo tsunami in arrivo,i famosi oltre 200 miliardi in arrivo dall’europa sono nella realtà un megaprestito che dovremo iniziare a restituire tra pochi anni,questa sarà la pietra tombale per il nostro futuro perchè anche l’ultimo degli ingenui riesce a capire che nelle condizioni in cui siamo e che saremo non potremo mai restituire questi denari se non a costo di sacrifici immensi che si tramuteranno per noi in un disastro sociale senza precedenti.