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Laura Prati due anni dopo

laura prati cardano al campo comune milano
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3 Luglio 2015

Egr. Direttore,

Non sono molto portato alle commemorazioni, mi piace molto di più fare memoria di un evento tragico che due anni or sono portò alla morte della Sindaca di Cardano al Campo, Laura Prati, uccisa da un dipendente comunale, sospeso dal servizio dopo aver subito una condanna per truffa. L’attuale sindaco di Cardano al Campo Angelo Bellora nella commemorazione dell’altro giorno ha affermato che … “a distanza di due anni rimane qualcosa di terribile, che ancora oggi non ha una logica, non ha una spiegazione”.

Eppure sindacati e partiti politici devono cercare una spiegazione e una logica dietro a questo efferato delitto. E una logica c’è: LAURA PRATI ha avuto un grande coraggio, è stata una grande riformatrice, ha avuto la forza sanzionare con la sospensione dal servizio un pubblico dipendente condannato per truffa ai danni del proprio Comune. Quello che è cosa normale per tutti i paesi europei, per l’Italia è una eccezione. Perché in questo Paese, con l’accordo di sindacati e partiti di governo, compreso il PD, c’è una sorta di privilegio degli intoccabili: il Pubblico Dipendente condannato per truffa, di norma, non perde il posto di lavoro. Lo stesso privilegio riservato alla casta politica per quanto riguarda atti di corruzione e del malaffare di cui sono piene le cronache dei giornali. Queste sono le ragioni che hanno spinto quel povero disgraziato – tale deve essere chiamato – Giuseppe Pegoraro, ad usare la violenza contro la sua Sindaca. Nella sua mente, come nella mente di tutti i pubblici dipendenti, perdere il proprio posto di lavoro anche dopo aver rubato o truffato, è un privilegio intoccabile. Non intervenire sul piano legislativo a modificare tale costume, è come uccidere per la seconda volta LAURA PRATI.

Chi ha responsabilità di governo deve avere lo stesso coraggio di Laura Prati, modificare queste norme assurde di privilegio, anche per un senso di giustizia nei confronti di tutti i lavoratori onesti, che per nostra fortuna sono ancor la maggioranza. Se vogliamo fare del nostro paese un Paese normale, deve diventare normale cacciare dal proprio posto, chi truffa o ruba. Sia esso un Amministratore Pubblico o un pubblico dipendente. In caso contrario le mele marce continueranno a fare scuola e a dettare legge. E anche il sindacato deve fare la sua parte: difendere come fa da sempre tutti i lavoratori, anche quelli disonesti, è a mio parere inaccettabile.

Solo con questo coraggio si può oggi ricordare Laura Prati. In caso contrario il rischio è quello di dire tante parole inutili, cariche di ipocrisia.

EMILIO VANONI

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