Moto di rabbia verso l’ennesimo femminicidio
20 Novembre 2023
Davanti alle telecamere un altro padre che porta il suo dolore con rassegnazione e dignità, la vita di sua figlia strappata dall’ennesima mano maschile. Dice il padre ” Che la morte di mia figlia non sia vana, che sia l’ultima”. Ma noi lo sappiamo che non sarà l’ultima. In ordine cronologico in questo 2023 è la numero 103 e tale rimarrà per la statistica. Non illudetevi figlie, sorelle, cugine, la numero 103 non sarà l’ultima. E allora che fare in questo paese che si finge civile e in cui le pene vengono scontate e nulla funge da deterrente, tanto meno la voce della pubblica giustizia? Armarsi è l’unica cosa possibile, armatevi figlie e sorelle e cugine! Con l’arma che ancora possiamo affilare e che nessuno può toglierci: l’istinto di autoconservazione. Potete sentirlo gridare nelle viscere prima che la mano maschile vi colpisca, prima che il senso di inadeguatezza vi faccia vergognare, prima che gli accessi di gelosia del partner vi costringano in una gabbia, prima che le pareti domestiche diventino la vostra prigione, prima di ogni subdola e finta giustificazione che siete pronte ad applicare ad ogni violenza subita, sperando che sia l’ultima o credendo di poterla redimere. Armiamoci madri, insegniamo alle nostre figlie che l’amore non opprime, non picchia, non insulta, non sminuisce, non controlla, non rende dipendenti, non limita, non lega, non costringe. E a chi chiude gli occhi davanti a cotanta violenza perpetrando l’antica brutalità animale della supremazia del maschio sulla femmina diciamo tutte insieme: anche tu sei complice, anche tu hai premuto quel grilletto, anche tu hai sferrato quel colpo, anche tu ti sei girato dall’altra parte. Sei tu Stato? Che perdi di credibilità con tue sentenze ridicole? Sei tu madre? Pronta a giustificare tuo figlio solo perché carne della tua carne? Armatevi figlie, cugine, sorelle! Date retta alla saggia voce che erompe dalle vostre costole e che vi dice che la prima persona che dovere amare e proteggere siete voi stesse. Diletta Lombardo
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