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Riflessione sul commercio a Cassano Magnago

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11 Marzo 2025

Egregio direttore,
Cassano Magnago, quinta nella provincia varesina, attrattiva dell’Italia intera per “migliaia di persone” giunte “persino oltreconfine,” città dalle manifestazioni definite “pilastri culturali, sportivi sociali ed economici di cui non si può fare a meno”, nonché, sempre per l’occasione del carnevale di domenica 2 marzo, da poco celebrato, luogo dell’evento “più bello della provinciadi Varese”: rimarrà “nella storia”.

Al netto dell’entusiasmo, non sappiamo se giustificato se non per l’eloquenza dei numeri dell’ex Sindaco Nicola Poliseno, che parlano di migliaia di euro di impatto economico diretto, indiretto e da indotto, tutti calcolati con precisione come le migliaia di persone presenti alla sfilata, come le migliaia di vestiti, di maschere colorate ed i milioni di coriandoli lanciati per aria (1,6 miliardi, dice), pensiamo tuttavia all’evento successivo.

Trattasi dei Fashion Days della nostra provincia, da tenersi nella settimana che entra (dal 13 al 16 marzo 2025). Moda, sostenibilità, valorizzazione del territorio, disponibili diffusamente e facilmente
per i negozi, negli esercizi del commercio locale, tramite workshop, conferenze ed iniziative trasversali in loco; comprese le più fantasiose ed innovative per promuovere e costruire collaborazione, futuro commerciale ed imprenditoriale, ma anche comunitario e culturale.

Per parteciparvi basta(va) registrarsi su un sito, creato da Confcommercio Varese e Federmoda, avendo la bella possibilità di venire sostenuti, valorizzati nella propria crescita economica, territoriale.

Nel contesto dei Fashion Day trova fra l’altro posto un Concorso d’alto profilo riservato alle scuole superiori del varesotto, chiamate a sviluppare progetti originali ispirati al quotidiano nel settore
della moda e dell’eleganza.

Quante registrazioni per quell’evento nella Città cassanese? Tre.
Poche, troppo poche. E come mai? I commercianti che dicono?

Non lo sappiamo. O meglio, lo sappiamo, però non vogliamo dare credito alle voci che dicono che nessuno si sia fatto vivo per mostrare questa possibilità ai commercianti, che nessun comitato od associazione
dedicata abbia mosso qualcosa di pratico, che non ci sia stata rete comunicativa, che non esista fattiva volontà amministrativa a proposito. O magari che non ci sia capacità d’organizzazione, che sia
scarsa, magari interessata all’orticello proprio soltanto, dove non arrivano nasi che sentano l’interesse e l’affare per tutti.

In ogni caso, concordiamo con chi invece sostiene che il commercio nelle città sia “fondamentale per tanti nostri aspetti: non ultimi presidio e sicurezza, decoro e bellezza, aggregazione e comunità
locale”. Pensiamo all’iniziativa del recente emblematico “Sbaracco” dei negozianti bustocchi, quello così definito quale festa istituzionale di chi lavora, ma non solo.

Nei fatti, i Comuni sono consapevoli della necessità di impegnarsi per sostenere chi mantiene vive e fruibili le vie cittadine? Cassano lo sa?

Assistiamo ad una sana competizione di idee in tal senso tra le principali città lombarde, che cercano di valorizzare quanto hanno di meglio da offrire ed attrarre quante più persone sia possibile,
rendendo vivi ed attrattivi i centri storici, vivacizzandone le strade ed i quadrilateri.

Da noi ce ne sono. Quadrilateri commerciali, tuttavia anche sociali, logisticamente già predisposti per gli incontri, già pronti. Peccato non si vogliano vedere, recuperare, e si insista con opere e visioni presuntuose ed ambiziose che lasciano il tempo che trovano, quando non il danno che procurano.

Siamo per il ritorno all’antico o alla semplicità di altri tempi.
Forse le complicate modernità hanno stancato, non fanno più spendere, muovere, e non fanno più incontrare. Vorremmo riscoprire la prossimità, l’esposizione del nostrano, la compravendita solidale,
naturale, che fa lieti. C’è chi la fa, ha già capito. Si può fare facilmente e felicemente sotto casa, anche quella municipale, non pensate?

Massimo Crespi – Cassano Magnago Vicina

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