Riflessioni da una estate tragica…di 40 anni fa
4 Agosto 2020
Quando la bella stagione, si fa tempo di paura ed incertezza.
In questi mesi si è consumata una strage procurata da un virus con talune complicità di egoismi ed interessi di organismi più complessi chiamati uomini. Certi uomini. Altre donne uomini hanno speso il loro impegno per salvare vite. La guerra al virus non è ancora conclusa e l’appello è ancora soprattutto alla nostra capacità di scegliere tra cosa è giusto e cosa no per il bene del singolo e della collettività.
Non possiamo astenerci da una libera associazione su quanto accaduto con un altro virus mai debellato: il fascismo. Ci fu una grande occasione nel ’45 per chiudere definitivamente la partita, ma il lockdown per gli adepti a Mussolini ed Hitler non durò molto, se di lì a poco il Movimento Sociale Italiano, portatore di quegli ideali, avrebbe occupato gli scranni della Repubblica Democratica e Costituzionale nata dalla Resistenza.
Il virus sarebbe ancora dilagato in Spagna, in Grecia, in Portogallo, America Latina, ed anche Africa ed Asia non furono immuni dal contagio; complici della diffusione furono gli Stati ricchi che pur di non mettere in discussione i privilegi che il capitalismo garantiva a pochi, avrebbero dato manforte agli eredi di idee tanto nefaste contro ideali di giustizia ed uguaglianza.
In Italia sarebbero state stragi e bombe e i fascisti nell’arte di procurare orrore sono stati battuti ad oggi solo da un virus. Non dimenticare la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, la più pesante strage di mano fascista e dalla regia ancora oggi oscura (85 morti e 200 feriti), è azione non solo di coscienza civica, ma richiamo all’attenzione di una Storia che non va dimenticata, a cui far conseguire attenzione e vigilanza, capacità di riconoscere “portatori insani”, collocati con evidenza in formazioni che esplicitamente fanno riferimento alle idee e alle gesta del Duce e del Fuhrer e i fascisti asintomatici di questo virus che nella fragilità della “società liquida” si annidano ovunque, si posizionano trasversalmente riconoscibili dal loro sostanziale qualunquismo o opportunismo. E il basso tasso di democrazia e trasparenza di questo nostro Bel Paese ci porta a ricordare, tra i tanti fatti di sangue e politica irrisolti, cosa accadde un mese prima della bomba alla stazione di Bologna: sopra i cieli di Ustica un DC-9 veniva abbattuto. Certo è che 81 persone persero la vita, mentre la verità su quei fatti è ancora lontana.
Perché sapere e non prendere posizione per qualsiasi tipo convenienza è anche più colpevole di chi compie scelte sbagliate da posizioni di debolezza o ignoranza.
Non c’è vaccino contro il fascismo, perché è la parte oscura che dalla notte dei tempi alberga in ognuno di noi. Gli antidoti invece ci sono: quelli che da dopo la Seconda Guerra Mondiale accompagnano l’antifascismo vero e sincero. Informazione, cultura, partecipazione e, aggiungiamo, attivazione fino alla necessità, oggi più che mai, dato il conclamato tradimento della Costituzione a partire proprio dalla tolleranza con cui viene trattata la permanenza e la circolazione di idee fasciste, di rendere l’antifascismo progetto.
il comitato antifascista di Busto Arsizio
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