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Ritiro raccomandata Poste Italiane: Mission impossible (Con risposta dell’azienda)

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Ritiro raccomandata Poste Italiane = Mission: Impossible!
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26 Novembre 2020

Pubblichiamo in calce alla lettera la risposto di Poste Italiane al nostro lettore


Egregio Direttore,
desidero portare alla sua attenzione un problema che ho avuto nei giorni scorsi con Poste Italiane.
Vivo in un’abitazione composta da due appartamenti nel comune di Cadrezzate con Osmate. Un appartamento, fino a qualche mese fa, occupato da mio padre 93enne attualmente ricoverato presso una Rsa di Gorla Minore e l’altro dal sottoscritto. Qualche giorno fa ho trovato nella cassetta della posta l’avviso di mancata consegna, da parte di Poste Italiane, di una raccomandata indirizzata a mio padre per assenza o impossibilità al ritiro da parte del destinatario. Sorvolo sul dubbio che l’incaricato abbia effettivamente suonato il citofono e considero valida l’ipotesi che nessuno abbia risposto anche perché mio padre, come già detto, da oltre un mese si trova ricoverato presso una Rsa di altro Comune per problemi fisici e neurologici.
Ieri mi sono quindi recato presso l’Ufficio Postale indicato nell’avviso per il ritiro della raccomandata con i documenti necessari ovvero le Carte d’Identità mia e di mio padre e, dopo paziente attesa del mio turno in coda (distanziata), ho richiesto la consegna della raccomandata presentando il famoso avviso accompagnato dai documenti personali mio e di mio padre. Risultato?
Non c’è stato nulla da fare: il solerte ed estremamente ligio impiegato dell’Ufficio Postale di Cadrezzate con Osmate non ha voluto sentire ragioni e, applicando alla lettera il regolamento mi ha detto che per il ritiro della famosa raccomandata, oltre al documento è necessaria la firma del destinatario.

Ora chiedo:
non Le sembra assurdo o quantomeno discutibile, soprattutto in questo periodo di limitazioni degli spostamenti, che io mi debba recare per forza presso l’Rsa (dove peraltro anche le visite parenti ora non sono consentite) che si trova piuttosto lontano e, comunque, non nel Comune di residenza e chiedere che a mio padre per cui, ahimè, ormai nutro seri dubbi anche sulle residue capacità mentali, venga fatto firmare l’avviso per il ritiro della raccomandata?

E poi, come si giustifica tutta questa burocrazia allo sportello quando invece, se la consegna avviene da parte dell’incaricato, può ritirare chiunque ed è sufficiente una firma?

E se la raccomandata recasse un documento, una comunicazione importante, magari con scadenza, non potendola ritirare non rischio forse di incorrere in sanzioni penali?

Possibile che il regolamento delle nostre “efficientissime” Poste Italiane non contempli queste situazioni?!?!
A me rimane un’unica, ovvia, soluzione……

Cordialmente,
Luca Tomasina


Gentile Direttore,

in riferimento alla lettera “Ritiro raccomandata Poste Italiane: Mission impossible”, Poste Italiane precisa che il ritiro delle raccomandate non consegnate per assenza del destinatario è possibile presso l’ufficio postale di riferimento da parte del destinatario o, in alternativa, di un suo delegato.

Poste Italiane non può in alcun modo derogare dalle disposizioni attualmente vigenti in materia che prevedono, a tutela del destinatario, la formale espressione della volontà di incaricare una persona terza al ritiro della corrispondenza.

L’Azienda ricorda infine che in caso di assenza prolungata dal proprio domicilio è possibile attivare il servizio “Seguimi”, che prevede l’inoltro della corrispondenza ad un indirizzo diverso da quello di residenza.

Cordiali saluti,

Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da carlo196

    La risposta di Poste italiane è da Ponzio Pilato. Molti portalettere hanno il vizio di lasciare l’avviso senza neppure tentare la consegna.

    1. Avatar
      Scritto da lucat

      @carlo196
      grazie per la sua risposta che condivido appieno: proprio come Ponzio Pilato, Poste Italiane, se ne lava le mani.
      Per quanto riguarda l’avviso senza il tentato recapito da parte dei portalettere, se effettivamente questo succede è una pessima abitudine che poi costringe il cittadino a perdere tempo per il ritiro.
      Cordiali saluti

  2. Avatar
    Scritto da lucat

    Spett.le Azienda,
    ringrazio per la precisazione che però non fa altro che ribadire ma il problema rimane:
    1) come fa mio padre a delegarmi se si trova presso una Rsa di altro comune e per le regole del lockdown io non posso uscire dal mio? E se anche potessi uscire dal comune, sempre per i motivi che ben conosciamo, l’accesso alla Rsa e la visita parenti sono precluse.
    2) infine, visti i problemi mentali di papà, che validità avrebbe la sua delega?

    Non mi sembra che l’Azienda abbia dato una risposta utile come non mi pare che, soprattutto in questo particolare e delicato momento in cui siamo tutti invitati ad evitare spostamenti e assembramenti, siano state adottate soluzioni per venire incontro alle difficoltà dei cittadini.

    Cordialità.
    Luca Tomasina

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