Sono anch’io per un esercito europeo, ma…
24 Dicembre 2024
Dopo aver letto l’intervista che Romano Prodi ha rilasciato al Corriere della Sera sabato 30 novembre scorso, gli ho scritto una lettera. Prodi era il premier del governo cui anch’io, senatrice nel 2006, votai la fiducia. Nella lettera ho espresso mie considerazioni in merito ad alcune osservazioni e proposte registrate in quella pagina.
Le parole di Prodi su cui mi sono soffermata maggiormente, riguardano l’Europa, di cui egli lamenta il ruolo insignificante, subalterno, gregario e la totale assenza dai processi di cambiamento, in atto, orientati verso la costruzione di un mondo multipolare. Tra le soluzioni prospettate da Prodi per il superamento dello stato di dipendenza e inferiorità di cui soffre l’Europa c’è la scelta di disporre di un proprio esercito e sottrarsi alla NATO.
“Putin non avrebbe mai attaccato l’Ucraina se avessimo avuto l’esercito europeo. Lui non si aspettava una risposta NATO così compatta, mentre un esercito europeo avrebbe avuto una funzione decisiva di deterrenza”… Sono anch’io favorevole alla costruzione di un esercito europeo e rinuncia alla NATO, una formazione militare predisposta nel 1948 in funzione della “guerra fredda”, su impulso dell’Inghilterra di Churchill e degli Stati Uniti di Truman.
Nelle “pieghe” del suo statuto è indicata la Russia come il nemico da combattere… Con il colpo di stato operato in Ucraina nel 2014 l’asse politico su cui da anni reggeva questo Paese fu capovolto, da amico della Russia, che gli forniva grandi quantità di risorse energetiche a prezzi vantaggiosi, ne diviene nemico insidiando anche i caratteri e i dati storici della sua sicurezza nazionale.
Sono anch’io per un esercito europeo… ma ad una condizione irrinunciabile: i suoi capi militari, i dirigenti politici conoscano “a memoria” le sorti di tutti gli eserciti dei vari paesi europei che in ottocento anni di storia hanno tentato di invadere e dominare la Russia; essi sono sempre stati sconfitti!
Nel 1242 i cavalieri teutonici e i mercenari danesi, svedesi, estoni al loro seguito, che avanzavano nemici in terra Russa, furono sconfitti sul Lago dei Ciudi presso l’attuale confine tra Russa ed Estonia
La strategia del principe russo Aleksander Nevskij li aveva spinti ad attraversare il lago in punti dove lo strato di ghiaccio era più sottile finendo inghiottiti nelle sue acque
Nel 1610, insieme alla Svezia una coalizione polacco-lituana invase la terra di Moscovia. Per due anni Mosca fu controllata dagli invasori e Ladislao IV di Polonia divenne sovrano russo. La liberazione avvenne per opera di un corpo di volontari russi guidati dal mercante Kuz’ma Minin e dal principe Dimitrij Pozarskij . Poco dopo salì sul trono del Cremlino il primo esponente della dinastia Romanov
Nel 1709, vicino alla città di Poltava lo zar Pietro il Grande distrusse l’esercito svedese del re Carlo XII, il sovrano che aveva impedito per anni l’accesso della Russia al mar Baltico.
Nel 1812 seicentomila soldati francesi guidati da Napoleone invasero l’impero russo attaccando Riga. Le sue forze proseguirono per Smolensk che bruciarono e marciarono verso Mosca. Dopo che lo zar Alessandro I aveva respinto la proposta di resa, si organizzò una guerriglia popolare che insieme alle azioni dell’esercito regolare, soffocò le forze francesi e poi le ricacciò a Parigi.
Nel 1918, dopo il trattato di Brest che poneva fine al coinvolgimento della Russia nella prima guerra mondiale, diversi stati iniziarono ad occupare militarmente vari territori russi: Inghilterra, Francia, Finlandia, Italia…. In totale 14 stati.
Nel 1919, a causa delle azioni militari e diplomatiche del governo guidato da Lenin, la maggior parte delle forze straniera lasciò i territori russi.
Nel 1941, nel corso della seconda guerra mondiale, la Germania di Hitler lanciò contro la Russia la più grande e mortale operazione militare nella storia dell’umanità. I tedeschi lanciarono il loro attacco in varie direzioni occupando l’Ucraina, assediando Leningrado, puntando verso Kursk a sud e Arkhangelsk a nord. L’invasione cui presero parte l’Italia fascista e altri alleati del Terzo Reich (Romania, Finlandia, Ungheria e Slovacchia) si estese su gran parte della Russia europea raggiungendo Stalingrado nel sud.
Ma dopo la devastante battaglia di Stalingrado l’esercito di Hitler fu respinto a Kursk e costretto a ritirarsi in Germania dove fu definitivamente sconfitto.
Maria Agostina Pellegatta
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