Un esame audiologico… “semplicemente ridicolo”
22 Febbraio 2012
Ho 31 anni e ultimamente mi è sembrato di avvertire una diminuzione dell’ udito all’ orecchio sinistro, così finalmente deciso di farmi prescrivere dal medico una visita specialistica prima all’ ospedale di Busto Arsizio dove il dottore non rileva nulla di anormale, poi all’ ospedale di Gallarate dove l’ otorino mi ha prescritto a sua volta un esame audiometrico. Non essendo un’ abitudinaria (per fortuna) di ospedali e cliniche, mi sono ritrovata in un contesto che oserei definire semplicemente ridicolo. Innanzitutto nel mio ambiente di lavoro chi vuol concedersi un caffè con i colleghi prima di iniziare l’ attività arriva un po’ prima, non timbra alle 8.00 E POI prende il caffè (tenuto anche conto dove lavoro io non ci sono persone che aspettano pazientemente che io inizi il turno …..). Infatti mi chiamano con dieci minuti di ritardo rispetto all’ orario del mio appuntamento, e io sono la prima paziente della giornata. L’ esame audiometrico si svolge in questo modo: la dottoressa ….prima prende i miei dati (e capisce male il mio cognome: ottimo inizio, direi), poi mi fa sedere in una cabina isolata acusticamente dove indosso delle cuffie. Il primo esame consiste nell’ ascolto di suoni e “fischi” diversi, devo semplicemente alzare la mano quando li sento. Al termine della prima tranche di suoni, vedo entrare un infermiere che inizia a discutere con la dottoressa che mi fa l’ esame e l’ altra collega presente in studio. Parla talmente forte che non solo non riesco a sentire i suoni, ma capisco che discutono della serata di San Valentino!! Al termine dell’ esame addirittura vengo fatta aspettare lì seduta come un’ idiota mentre i tre continuano tranquillamente a parlare dei fatti loro, credendo forse che io non riesca a sentirli attraverso le cuffie. Questo per dieci minuti buoni, poi finalmente la dott.ssa …. si decide a far partire l’ esame successivo, che consiste nel farmi ascoltare una serie di parole che dovrò ripeterle. Mi accorgo che mentre eseguo quello che mi ha chiesto, lei nemmeno mi ascolta perché sta continuando a parlare con i colleghi. Avrei voglia di uscire a fare una scenata, ma ho preferito tenermi tutto dentro e utilizzare altri mezzi come questo per esprimere il mio sdegno per queste persone che gentilmente definirei incompetenti e inette. Concluderei dicendo che solitamente sono le persone anziane quelle che fanno questi esami, inorridisco all’ idea che vengano tutte trattate in questo modo, come se avessero tutto il tempo del mondo da sprecare per un esame che eseguito normalmente durerebbe dieci minuti scarsi. Vergogna.
La risposta dell’Azienda ospedaliera Sant’Antonio Abate di Gallarate
Riteniamo che l’impegno nell’assicurare prestazioni diagnostiche e terapeutiche appropriate e rispettose dei protocolli innovativi nazionali e internazionali non possa essere disgiunto dall’interesse alla qualità del servizio, in tutti i suoi aspetti di erogazione di prestazioni attraverso operatori, oltre che alla qualità percepita dai pazienti che si rivolgono ai nostri ospedali. Comportamenti non consoni, oltre a mettere a disagio i pazienti, rischiano anche di inficiare l’operato di chi svolge il proprio ruolo con impegno e professionalità.
L’Azienda ospedaliera dispone di una procedura specifica per la gestione delle segnalazioni di reclamo con la finalità sia di adottare azioni correttive e di miglioramento dei servizi, sia di intraprendere azioni disciplinari qualora le contestazioni siano confermate. Pertanto, dispiaciuti, rassicuriamo la Signora che l’Azienda ospedaliera ha da subito avviato una attenta analisi del contesto in cui si sono svolti i fatti riferiti, anche con formale richiesta di chiarimenti all’operatore. A valle di tale verifica saranno adottati i provvedimenti conseguenti nel rispetto delle procedure vigenti volte a una doverosa e sempre maggiore attenzione alla qualità dei servizi e alla persona.
Cordiali saluti
Simonetta Bettelini
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