» Invia una lettera

Un ricordo di Luigi Vermi

Luigi Vermi, architetto varesino del Novecento
1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle
Loading...

30 Dicembre 2020

Egregio Direttore,

ho letto un doveroso ricordo dell’architetto Vermi in occasione della presentazione di una importante  raccolta dei suoi lavori voluta e realizzata  dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Varese e patrocinata da Comune. Provincia e Regione Lombardia.

Credo di essere l’unico vivente ad essermi ritrovato in  Consiglio Comunale,con Vermi come consigliere del MSI. Io  ero consigliere del P.C.I. e posso dare  una testimonianza  diretta di una presenza che ha certamente giovato alla nostra città. Per prima cosa mi sembra dover smentire dandone un altro significato l’impegno politico dell’architetto.  Lo si descrive .. “ indomito esponente del MSI  insieme all’avvocato Luigi Bombaglio.”  adombrando  scontri tra fascisti e comunisti .MSI e PCI erano entrambi all’opposizione di Giunte centriste a prevalenza DC responsabili dei guai maggiori nell’urbanistica di Varese . Quindi  erano dalla stessa parte sul piano amministrativo e il consiglio comunale non era campo tra scontri fascisti -comunisti al tempo della presenza sia di Luigi Vermi che di Luigi Bombaglio. Due esponenti del MSI dal passato con tanti aspetti comuni. Entrambi ex combattenti nell’esercito italiano ed entrambi fatti prigionieri di guerra in Africa settentrionale.   Stesso destino seppure a migliaia di km. di distanza. Vermi  rinchiuso nei campi algerini, e Bombaglio addirittura nella lontana India. Saranno liberati e torneranno in Italia parecchi mesi dopo il termine del conflitto. 

Con Vermi, poco loquace ebbi  soltanto qualche contatto istituzionale, Della propria prigionia ho saputo di più da Bombaglio. Di frequente narrava divertito o indignato del trattamento subito  da quei  gentlemen inglesi che dominavano l’immenso impero indiano sfruttandone le divisioni di caste e regionali. 

                     Luigi Vermi era un profondo conoscitore della legge urbanistica del  1942, in vigore, quella approvata in piena  guerra  dal Regime Fascista. La spiattellava in ogni occasione come l’unica ricca di norme innovative e precise a fronte di chi ora  la aggirava con Regolamenti Edilizi fatti su misura da Giunte compiacenti.

Men che meno si può ritenere conflittuale il rapporto personale che ebbi  con l’avvocato Luigi Bombaglio, uno dei pochi colleghi consiglieri coi quali mi scambiavo con l’amichevole tu. Cosa difficile per me non avendo rapporti professionali coi numerosi notai, avvocati, ingegneri, commercialisti, professori allora presentii. Una maggiore confidenza mi venne con Bombaglio anche dal fatto che per caso mi trovai in vacanza nello stesso albergo dove alloggiava la famiglia di suo fratello , industriale di valigeria. Ebbi modo di giocherellare , far disegni e “”spaciuggare colori “ con Fabio un bambino sveglio e birichino.  Fabio. Che da “grande” divenne il  noto avvocato Fabio Bombaglio. Si rafforzò una reciproca stima.

Non so se mi capiterà di poter vedere la recente pubblicazione delle opere di Vermi e avere  conferma della sua visione di abitare   il paesaggio. Qui entrerebbe nel discorso la sua collaborazione con un altro personaggio della vita varesina il notaio dottor Luigi Zanzi senior, presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Varese. Non so se appare   ma negli archivi si dovrebbe trovare un elegante opuscolo molto originale sul futuro della montagna varesina. Non un territorio intoccabile. Se in altre epoche altri avveduti imprenditori hanno investito capitali sul Campo dei Fiori con alberghi , ristoranti e funicolari. perché non completarne l’opera?

E l’opera, se ben ricordo, veniva completata cosi : costruiamo case e servizi di alto livello nel versante del Campo dei Fiori . Una  soluzione che farebbe urlare di indignazione gli ambientalisti di oggi, ma vista dal duo Vermi Zanzi  si trattava  della prospettiva di una Varese  residenza primaria di Milano . Con ovvi richiami avveniristici. Elicotteri che approdavano ai Giardini Estensi e ripartenza per la montagna non più ridotta ad ospitare solo Gran Hotel ristorante e funicolari.  Penso che ritrovare quell’opuscolo non solo servirebbe a verificare la mia capacità mnemonica  ma soprattutto confermerebbe la visione che Vermi aveva per Varese. Una città sempre più collegata a Milano, tanto da rendere addirittura di secondo livello i collegamenti stradali e ferroviari.

Abitare il paesaggio aveva dei precedenti che Vermi conosceva molto bene. Lugano  e le residenze che declinavano da destra e  da sinistra. Il monte Bre da esempio. Il vicino Lago di Como con tutto l’abitato sopra Cernobbio, quasi a nobilitare quel territorio. Abitare il paesaggio voleva dire gestire l’ambiente con cura non rozzamente. Vermi  rimase in Consiglio Comunale solo un quinquennio.

Luigi Bombaglio potrei  definirlo un fascista d’antan, uomo da puri ideali mai nascosti e insofferente dell’atteggiamento di certi novelli camerati rissosi. violenti ed esibizionisti. Non un nostalgico ma un uomo privo delle pagine più brutte delle RSI , della sudditanza ai tedeschi, della guerra civile tra italiani, delle nefandezze conseguenti.
Certamente Luigi Bombaglio ne sentì parlare, forse si documentò, ma  non avere vissuto dal di dentro quella tragedia fu certamente il suo limite politico .

Ambrogio Vaghi, Varese

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.