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Un’unica Patria sotto il Tricolore. No al revisionismo dietro una bandiera della pace

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3 Novembre 2005

Il 4 novembre 1918, con lo storico annuncio del generale Armando Diaz, l’Italia concludeva vittoriosamente la Grande Guerra e scriveva l’ultima pagina del Risorgimento. Quel giorno, l’obiettivo agognato da generazioni d’italiani, il completamento dell’unità e dell’indipendenza nazionale, diventavano realtà. Il 9 novembre 1989 cadeva l’odioso Muro di Berlino, luogo simbolo della separazione in due dell’Europa e dell’oppressione comunista subita da nobili nazioni europee. Il 12 novembre 2003 sedici militari e due civili sacrificavano la loro vita nell’adempimento del proprio dovere a difesa della libertà, della pace e per la costruzione di una vera democrazia in Iraq. Sono tre date apparentemente lontane perché legate a contesti storici diversi; e, invece, a ben vedere sono accomunate da un unico grande valore: la Libertà. Gli italiani, per oltre mezzo secolo, avevano lottato per dare uno Stato unitario alla loro millenaria nazione, così come per quasi mezzo secolo i popoli europei avevano lottato per liberarsi dall’oppressione comunista che li emarginava dalla crescita civile ed economica dell’Occidente libero. Lo slogan di tante nostre manifestazioni “il comunismo non passerà” è risultato alla fine vincente, nel contempo il grido “Italia, Italia” che ci ha sempre accompagnato, non si spegnerà mai. Anche a Samarate dove la revisionista neoamministrazione di sinistra ha pensato bene, in pochi mesi, di esporre – in pieno difetto legislativo – la bandiera della pace; ripristinare con attenzione la scritta del balcone dell’edificio nato come “Casa della Gioventù del Littorio” ribattezzato poi “Casa Mauri” in memoria del Comandate partigiano Mauri; cancellare la celebrazione in ricordo dei 10 repubblichini samaratesi fucilati il 27 aprile 1945 “Poiché il sangue dei vinti e la tragedia della guerra civile siano di monito per le future generazioni”, affinché come dichiarato dal sindaco si potesse “celebrare nel migliore dei modi” il 25 aprile… noi vogliamo che la storia sia una sola e che la verità porti ad un’unica riflessione: che gli italiani tutti siano ora e sempre fratelli e genitori dei loro eredi, perché l’Italia e tutto l’Occidente solo alla luce di tale solidarietà sopravvivranno all’assalto diretto dal fanatismo strumentale contro la pacifica convivenza dei popoli.

Giorgio Svezia - coordinatore Alleanza Nazionale collegio 6 Samarate

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