Gianluigi Canziani è mancato improvvisamente all’età di 64 anni.
Punto di riferimento per la comunità di Samarate e della frazione di San Macario, Gianluigi Canziani era da sempre presidente del Comitato Cascina Sopra, membro del Gruppo Corale San Macario di cui faceva parte, spesso comunicava le attività della parrocchia. «In questi giorni stiamo un po’ alla volta riprendendo le attività della comunità parrocchiale tra messe e riunioni: ogni giorno di più sento la mancanza di Gianluigi», racconta don Giorgio Maspero (vicario della parrocchia di San Macario), «Con lui mi consultavo e mi confrontavo , con lui programmavo le iniziative e fino all’ultimo è stato così. Poi, quando tutto si è fermato è stato ricoverato ed in punta di piedi se ne è andato».
«Era un punto di riferimento sicuro per tutta la parrocchia: curava l’aspetto economico mettendo a frutto la sua competenza ed esperienza». Era un vulcano di proposte e di iniziative, una persona autorevole riconosciuta da tutti, «nonché una presenza significativa in ogni ambito parrocchiale. Era anche amico con cui era piacevole condividere il lavoro nelle molte ore che trascorrevamo insieme. L’intera comunità parrocchiale ringrazia il Signore per averlo avuto per molti anni come riferimento sicuro, è vicina alla famiglia con cui condivide il senso di vuoto dovuto alla sua mancanza e invoca per lui la pienezza della vita nel regno dei cieli».
La sua passione era la musica, ricorda il direttore del gruppo corale di San Macario, Marco Sironi: «Oltre ad essere da sempre storica voce guida di varie funzioni liturgiche, Gigi – o ancor meglio per tutto il paese “Gigione” – era anche un corista del Gruppo Corale San Macario. Ricordo ancora con piacere quando appena terminati i festeggiamenti per il nostro novantesimo, mi comunicò, credo in sacrestia, la decisione di tornare a cantare in Corale.
Si percepiva in lui l’entusiasmo di poter rientrare dopo anni di assenza a causa dei suoi tanti impegni! Gigi si sentiva… e insieme ai suoi colleghi tenori era spesso più da contenere che stimolare per udirne la voce: segno anche questo del suo non risparmiarsi in tutto ciò che faceva. Mentre di tante cose era il motore, con tutte le responsabilità e difficoltà che ciò comporta, cantare in coro mi viene da dire che fosse invece per lui una sorta di relax, il piacere che si regalava e gustava senza preoccupazioni. Sono certo che appena ritorneremo in coro lui da lassù insieme alla corale celeste sarà ancora con noi e la nostra voce avrà ancora una volta: un motivo in più per continuare a cantare».
Un vulcano di idee e di solidarietà, come quella di fondare il comitato Cascina Sopra: «Ha promosso varie iniziative ed era sempre pronto a coinvolgere i partecipanti per le varie attività del comitato, nato per mantenere viva l’attività religiosa nella comunità di Cascina Sopra e per far fronte alle esigenze di manutenzione della chiesetta di San Giuseppe. Di queste manifestazioni si possono citare le più importanti: la patronale, la giòebia, il carnevale e le sagre di primavera e d’autunno.», racconta l’amico Felice De Tomasi. «Nessuno se l’aspettava, ma è accaduto – continua De Tomasi improvvisamente è venuto a mancare il mio caro amico Gigi. Sono ancora incredulo dell’accaduto. Per molti anni abbiamo condiviso momenti belli e meno belli, sempre in amicizia; sono stato fortunato ad averlo conosciuto. Fra i momenti più rilassanti ed allegri vissuti con lui e gli amici mi viene in mente sicuramente la briscola (chiamata al dù) e le chiacchierate in occasione delle feste mentre mangiavamo uno dei tuoi piatti preferiti, il risotto».
In prima fila anche quando si trattava di aiutare i bisognosi, «ha aderito senza esitazioni al programma Banco Scuola e Siticibo», ricorda il volontario Dario Mazzucchelli. «Nel periodo scolastico, ogni mercoledì, animato da una gioiosa intraprendenza e disponibilità ad affrontare i bisogni delle persone faceva il giro delle scuole di Verghera, Samarate e San Macario. Era innanzitutto un’occasione per incontrare e salutare le inservienti della mensa, quindi raccoglieva il pane e la frutta che poi distribuiva alternativamente alle Caritas o alla Fondazione Zaccheo creando con loro un rapporto collaborativo». Per il Banco Scuola, invece, «entrava nelle classi per parlare agli studenti della sua esperienza maturata nel raccogliere il cibo per donarlo, del valore del cibo che non va sprecato, dell’attenzione verso i compagni di scuola e in generale verso le altre persone, del gusto di dedicare il tempo e le capacità al servizio di un’opera. Raccontando con il suo entusiasmo e semplicità, catalizzava l’attenzione facendo partecipare attivamente gli studenti. Le ore di “lezione” passavano troppo velocemente. Tutti i volontari di Siticibo della zona si ricordano di Gigi quando durante le cene, molto partecipate, con il microfono intratteneva i convitati organizzando l’estrazione e comunicando i numeri vincenti della lotteria».
Aveva a cuore anche la promozione della cultura nella sua città, tanto che nel 2020 ha fatto nascere il gruppo Dialogando, i cui volontari parlano di lui con affetto e stima profonda: «In lui erano profondi il senso del bene comune e la ricerca di giustizia di fronte alle disuguaglianze sociali ed umane. Al termine del primo ed unico incontro, preparato con tanto entusiasmo, la sera del 7 febbraio scorso, ci siamo salutati con la promessa di vederci presto. Abbiamo iniziato insieme e certamente con la sua supervisione: porteremo avanti questo progetto».
Semplice, preciso, fermo nei tuoi principi etici e morali: un esempio per tutti, che non si è fatto mancare neppure l’impegno amministrativo tra le file della storica lista civica “Samarate città viva“. « Gigi è stato un compagno di viaggio speciale e amico sincero. Ha servito la nostra città nei mille modi che la sua fantasia gli suggeriva», spiega Giovanni Borsani.
Animatore instancabile, appassionato della storia del suo paese e organizzatore di eventi, era capace di prenderti a cuore il bene di ciascuno ed era «testimone concreto della sua fede». «In quarant’anni di amicizia i ricordi raccolti sono stati tanti. Ho fatto molte esperienze con Gigi», racconta l’amico Alberto Pedotti, «tra progetti, impegni e vacanze, senza dimenticare anche qualche discussione. Mi piace ricordare una cena a Lubiana: in compagnia, dopo aver mangiato, lo invitiamo a cantare. Lui acconsente e canta canzoni, arie famose, classiche. La sua bella voce incanta tutti e ferma il ristorante. Si crea un’atmosfera particolare, bellissima: un trionfo. Ero commosso e orgoglioso di essergli amico».
«I ricordi ci pervadono e costantemente ci rimembrano quanto amore e impegno lui hai messo in tutto quello che faceva. Vogliamo ringraziare tutti gli amici, i colleghi, le associazioni, i conoscenti e la nostra comunità pastorale che ci hanno fatto sentire la loro vicinanza in questo momento così difficile», ricordano i famigliari Emanuela, Matteo e Tiziana, «Il grazie più grande va a Gigi, perché con la sua presenza costante ci ha insegnato a vivere il grande dono della vita con le nostre gambe, ma pronto a sostenerci e supportarci sempre. Continuerà a farlo anche da lassù, pronto ad indicarci la strada giusta da intraprendere. Con il suo esempio ci ha anche fatto capire il vero valore della famiglia nella fede e nella comunità per arrivare a tendere alla felicità vera».