La vita nelle RSA tra assistenza mirata, prevenzione e socialità
Scegliere di portare un parente in una residenza socio assistenziale è spesso dettato dalla complessità dell'assistenza che richiede costante presenza, capacità e competenze. Le strutture offrono personale qualificato nella cura ma anche nel coinvolgimento attivo dell'anziano

Un’età tra gli 80 e i 90 anni, capacità fisico psichiche in regressione, la voglia e il diritto di vivere una vita dignitosa e soddisfacente. La terza età non è rinuncia e rimpianto, può e deve trovare la sua dimensione qualitativamente adeguata. Lo sa bene il personale delle residenze socio sanitarie che lavora quotidianamente affinché gli ospiti traggano valore e apprezzamento da ogni nuova esperienza.
La gran parte, a volte la totalità, degli ospiti della rete di RSA presenta una media o grave compromissione motoria o una labilità mentale, a volte le presentano entrambe. Situazioni che richiedono interventi mirati e accudimento costante: « Le famiglie – dice Patrizia Salvemini direttrice della Fondazione Longhi Pianezza nella rete di Uneba – si ritrovano a dover sostenere il peso di un famigliare magari pluripatologico, cronico, con accenni di demenza. Un impegno che impone sacrifici e rinunce. Non sempre è possibile affrontare una sfida così complessa. Una risposta a questo bisogno arriva dalle strutture come quella che presiedo, dove si trovano servizi qualificati e l’attenzione alla persona sia sanitaria sia sociale, emotiva ed empatica: per questo il nostro personale è composto da figure mediche, sanitarie come la parte infermieristica, ma anche socio assistenziale con OSS e ASA, fisioterapisti, psicomotricisti, educatori professionali e anche psicologi e counsellor».

Al Melo onlus di Gallarate, residenza associata Uneba, trovano accoglienza 120 ospiti la cui età media è di 87 anni, accolti in diversi nuclei tra cui un nucleo Alzheimer e un altro con ospiti con deficit cognitivi medio gravi. Completano la residenza 24 minialloggi destinati ad anziani ancora autosufficienti che necessitano di supporto e sostegno nella quotidianità: « Dalla direzione sanitaria che coordina l’equipe medica, per passare alle figure infermieristiche e a quelle socio sanitarie – commenta la direttrice Rita Nichele – si lavora in modo sinergico così da costruire quell’ambiente protetto e famigliare che l’anziano percepisce come elemento di stabilità. Per questo le residenze hanno professionisti assunti in tutti i settori, non solo sanitario e assistenziale ma anche per la parte alberghiera di pulizie, cucina, manutenzione. Ogni dettaglio contribuisce a creare fiducia nei nostri ospiti: essere accuditi dallo stesso staff di personale facilita la sensazione di trovarsi in un contesto accogliente e rassicurante».
La fisioterapia e la psicomotricità sono attività quotidiane nelle residenze, condotte in modo individuale o di gruppo per mantenere le capacità residue dell’anziano: « I fisioterapisti verificano la postura del singolo Ospite e individuano le migliori tecniche per aumentarne il benessere – spiega Rita Nichele – Danno indicazioni a tutto il personale sulle corrette posizioni e accorgimenti da tenere in tutto l’arco della giornata e anche durante l’allettamento.
Tra le figure centrali delle RSA gli educatori professionali, professionisti che hanno seguito un corso di laurea apposito e che creano occasioni di animazione mirate alla sollecitazione dei punti critici dei singoli ospiti: « Al Melo lavorano 13 animatori ( figure formatesi con il vecchio ordinamento regionale) e 8 educatori laureati all’università. Sono tutti specializzati nell’area socio pedagogica e si occupano degli aspetti relazionali e progettuali di tutta la comunità. Nelle residenza sono parte integrante dello staff e sono presenti sin dal mattino, quando si fa colazione, per proseguire durante il giorno coinvolgendo gli ospiti in diverse attività con programmi più o meno complessi a seconda del grado di partecipazione del singolo. Sono attivati tra gli altri laboratori creativi, culturali, di ginnastica sia di gruppo o singola con musica, proiezioni cinematografiche, attività musicale, laboratorio di cosmesi e di stimolazione individuale. Chi ha problemi di compromissione cognitiva viene coinvolto in giochi psicoattivanti, nei laboratori di giardinaggio, attivazione psicomusicale, orientamento spazio temporale. Nei nuclei con ospiti affetti da Alzheimer, o da altre forme di demenza, si svolgono attività di stimolazione senso percettiva, fisioterapia o stimolazione alla reminiscenza. L’ospite viene coinvolto dall’operatore che verbalizza cosa sta avvenendo così da renderlo consapevole delle esperienze, anche le più banali o apparentemente insignificanti».
Prima dell’emergenza sanitaria, le attività ludiche e ricreative avevano agganci anche con altre realtà esterne: « Abbiamo partecipato alle olimpiadi della terza età – rivela la dottoressa Patrizia Salvemini – o a manifestazioni musicali. Proponiamo la Pet Therapy, attività di recupero della memoria o della propria storia con gli educatori professionali che svolgono il ruolo di facilitatore tra la persona e le sue capacità di finalizzare la quotidianità in cui si vive».

Esperienze vissute condivise con i famigliari che hanno libero accesso in tutte le RSA ( a parte questo momento di emergenza sanitaria dove permangono le regole di contingentamento) : dalle 8 alle 20 le strutture accolgono parenti e amici in visita, li fanno accomodare al tavolo del pranzo e della cena, li coinvolgono in feste e occasioni ludiche: «La fiducia dei parenti è legata alla massima trasparenza e al dialogo costante – spiega la direttrice della Fondazione Longhi Pianezza – Sin dal primo giorno di chiusura a causa della pandemia, abbiamo attivato ogni possibile mezzo di comunicazione per mantenere la relazione».
«La relazione – sottolinea Rita Nichele – si costruisce giorno dopo giorno con il lavoro continuo e il coinvolgimento del famigliare. Spesso viene offerto un servizio di counselling ai famigliari che si trovano in difficoltà rispetto alla istituzionalizzazione del proprio caro. A volte il trasferimento in una RSA è vissuto con senso di colpa quando in effetti non è più possibile assistere adeguatamente al domicilio il famigliare Il servizio è a disposizione per fornire un supporto psicologico a Ospiti e ai loro Famigliari in momenti di particolare criticità.
La scelta della RSA consente di ritrovare l’equilibrio, un diverso rapporto e una nuova serenità fatta di prevenzione, qualità e cura.
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