Mastoplastica additiva a Varese, che cosa c’è di nuovo?

Il dottor Paolo Montemurro, specialista in chirurgia plastica, spiega le novità della mastoplastica additiva alle molte donne che desiderano rivolgersi al chirurgo estetico per aumentare il volume del seno

Dott. Paolo Montemurro

Così come tutte le branche mediche e chirurgiche, negli anni anche la chirurgia plastica è andata incontro a progressi ed evoluzioni che la hanno notevolmente cambiata e migliorata. Nuove tecniche operatorie, nuovi materiali ed un diverso approccio al paziente hanno reso parecchi interventi di chirurgia plastica molto più semplici e meno invasivi, garantendo un risultato più naturale ed un recupero post operatorio più rapido.
Abbiamo incontrato il Dott Paolo Montemurro, chirurgo plastico considerato esponente di spicco nel settore della chirurgia estetica del seno, a cui abbiamo fatto alcune domande per capire quali siano le novità nel campo di uno degli interventi più richiesti in chirurgia estetica: la mastoplastica additiva.

Dottore, che cosa ci può dire a riguardo delle protesi che vengono utilizzate al giorno d’oggi per questo tipo di intervento?

Le protesi al silicone che si utilizzano per l’intervento di mastoplastica additiva sono chiamate “protesi di quinta generazione”, proprio a sottolinearne l’evoluzione che è avvenuta negli anni. Queste protesi non contengono più silicone liquido ma sono composte di gel di silicone, assomigliando in qualche maniera a quelle caramelle gommose che piacciono tanto ai bambini. La grande differenza sta quindi nel fatto che laddove queste protesi dovessero rompersi all’interno del corpo, cosa per altro molto rara, non ci sarebbe più fuoriuscita di silicone come invece poteva avvenire in passato. Il gel rimarrebbe comunque all´interno della protesi, mettendo al riparo la paziente da ogni rischio.
Un’altra grande miglioria associata alle protesi di ultima generazione, è la loro consistenza. Le nuove protesi sono infatti molto più morbide, fattore questo di importanza non trascurabile considerato come molte donne associno ancora l’immagine della mastoplastica additiva con un seno duro e poco naturale. Con i materiali di oggi, è invece possibile ottenere un seno molto naturale che anche al tatto risulterà piuttosto morbido e mobile, donando alla paziente un decolté che la renderà più a suo agio con il proprio corpo.

Per una donna che pensa di sottoporsi a questo intervento, una delle paure maggiori è quella di avere cicatrici grandi e visibili: è così?

In realtà, non più. La tecnica che impiego durante ogni mastoplastica additiva che eseguo, è la cosiddetta “short scar technique” (tecnica a cicatrice corta). Una delle preoccupazioni piú frequenti di chiunque si sottoponga ad un intervento chirurgico è infatti quella di avere una cicatrice che sia il meno visibile possibile. Questa tecnica permette di ottenere cicatrici molto corte grazie all’uso di strumenti chirurgici personalizzati e di una speciale “sac à poche” chiamata Keller Funnel. Questa funziona come una specie di “sacca da farcitura da pasticcere”, che consente al chirurgo di spingere la protesi in maniera molto semplice all’interno della tasca del seno, attraverso un’apertura piú piccola. Il risultato é quindi una cicatrice corta e appena visibile, nascosta nella piega naturale sotto il seno (il solco sotto-mammario).
Le cicatrici lunghe e molto visibili sono dunque solo un ricordo che appartiene al vecchio modo di effettuare la mastoplastica additiva, quando ancora non esistevano questi strumenti e queste nuove tecniche.

Dottor Montemurro, prima accennava al fatto che ci sono stati miglioramenti anche nella tecnica chirurgica. In che cosa consistono?

Al giorno d’oggi, la mastoplastica additiva è un intervento molto più semplice e meno impegnativo per le donne che scelgono di sottoporvisi. Per cominciare, è un’operazione rapida che dura solo 35-40 minuti e che sebbene venga eseguita in anestesia generale, non necessita più dell’intubazione. L’anestesia è quindi molto meno pesante e meno rischiosa, consentendo alla paziente di star bene sin dalle prime ore dal risveglio. In secondo luogo, ritengo che l’utilizzo dei drenaggi sia un qualcosa che dovrebbe appartenere al passato. Con le nuove tecniche operatorie non c’è infatti nessuna necessità di inserire drenaggi, che oltre ad essere scomodi e dolorosi da rimuovere, posso anche essere fonte di infezione, veicolando germi all’interno della tasca. Inoltre, poiché il Keller Funnel di cui ho parlato prima consente di inserire la protesi senza eccessive manipolazioni (la protesi viene spinta all’interno della tasca senza venire toccata dalle dita del chirurgo), il suo utilizzo ha anche il grande vantaggio di ridurre al minimo il rischio di contaminazione batterica e quindi di infezione dopo l’operazione. L’uso di questa sacca minimizza oltretutto il trauma sui tessuti del seno, rendendo più rapido il processo di guarigione, riducendo il dolore post-operatorio e garantendo alle pazienti un recupero più rapido dopo la mastoplastica additiva.

Va da sé che anche in questo campo, c’è una notevole differenza tra la mastoplastica additiva effettuata anni fa e quella effettuata al giorno d’oggi. È facile comprendere come un intervento che duri solo 35-40 minuti, senza intubazione, senza drenaggi e con una cicatrice molto corta, avrà una guarigione ed un tempo di recupero che saranno molto più rapidi rispetto ad un intervento che duri un’ora e mezzo, con protesi più dure e tagli molto più lunghi, con intubazione della paziente ed inserimento di drenaggi. I miei pazienti possono infatti generalmente andare a casa la sera stessa, hanno di solito un dolore moderato per 3-4 giorni e possono uscire a fare una passeggiata o farsi la doccia già dal giorno dopo la mastoplastica additiva.

Dott Montemurro, lei deve la sua fama alla capacità di ottenere risultati naturali, è questo che si prefigge la mastoplastica additiva del giorno d’oggi?

Certamente si, i tempi sono cambiati ed oggigiorno non vanno più di moda seni troppo grandi e non in armonia con il resto del corpo. Sempre più donne richiedono infatti un risultato che imiti il più possibile un seno naturale, che abbia una bella forma ed un volume proporzionato. Inoltre, è stato dimostrato da più studi che maggiore è il volume della protesi scelta, più alto sarà il rischio di complicazioni dopo l’operazione. Questo perché il corpo umano non è stato creato per essere modificato con un intervento chirurgico ed “accetta” quindi questa modifica solo a patto che essa non sia esagerata. La mastoplastica additiva di oggi si focalizza dunque sull’ottenimento di risultati naturali, aumentando le dimensioni del seno con l’obiettivo di mantenere una silhouette dall’aspetto naturale. Questo comporta la scelta di protesi al silicone di dimensioni e forma adatte ad integrarsi al corpo della singola paziente in modo appropriato. Ciò contribuisce tra l’altro anche ad evitare l’insorgere di dolori alla schiena o al collo comunemente associati a seni molto grandi e facilita il normale svolgimento delle attività quotidiane e sportive.

Ringraziamo il dottor Paolo Montemurro, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Il dottore effettua tutti gli interventi di chirurgia estetica e riceve al Medical Point di Varese sito in via Veratti 3. Per prenotare un appuntamento è possibile chiamare lo 0332 242971.

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Pubblicato il 22 Giugno 2020

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