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Fortebraccio di Danimarca

  • Vive a VARESE VA

I miei commenti (15)

  1. Boh, mi chiedo se qualcuno abbia realmente capito la pericolosità per le partorienti ed i propri figli di affidarsi ad un punto nascita con meno di 1000 parti/anno – perché questa dovrebbe essere l’unica domanda valida!
    Il DG/DS della ASST di Busto/Gallarate (nonchè i primari di ginecologia e pediatria) sono stati ‘poco cortesi’ coi colleghi? Può darsi, anzi, ci credo!
    Ma tenere in vita quei due reparti è pericoloso: sindaci e politici devono farsene una ragione e farla capire ai loro concittadini!

    in Monti: “Con la deroga del Ministero riapriremo il punto nascita”

    15 Dicembre 2016 alle 14:24
  2. E’ corretto e pertinente il tono sarcastico.
    Nota per il magistrato: ogni volta che un bambino o una partoriente avrà problemi ad Angera (o da Angera verrà trasferito in ritardo, o arriverà in ritardo presso un presidio più attrezzato), la responsabilità sarà da addossare a quei politici che da oggi (fino a data da stabilire) terranno aperto un punto nascita non sicuro.
    Non può essere di un medico/infermiere costretto a lavorare con turni massacranti e materiale non adeguato.
    Coloro che sono chiamati ad essere responsabili (i politici) hanno preferito fare i simpatici piuttosto che governare il territorio!

    in Le pance hanno vinto

    15 Dicembre 2016 alle 18:18
  3. Bravi!
    Questo è un ospedale su cui concentrare risorse (monetarie e di personale)!
    Ora la Regione ci spieghi perché vuole investire in piccoli centri periferici invece di SVILUPPARE le eccellenze che già abbiamo. Investire nel nuovo Ospedale ha senso: il nocciolo del personale c’è, va solo adeguatamente supportato per le nuove sfide.
    Non ci sono alibi – dite cosa volete fare -o dobbiamo venire ad occupare il Del Ponte?

    in Ospedale Del Ponte: tra i migliori punti nascita d’Italia

    19 Dicembre 2016 alle 16:45
  4. Ma vi rendete conto, scellerate, di che trappola andate chiedendo la ri-apertura?
    Due giorni fa sono stati pubblicati i dati relativi al punto nascita a voi tanto caro. leggeteveli (il link lo trovate in un articolo di VN)!
    L’ospedale di Angera ha numeri da ospedale campano-calabrese-pugliese per quanto riguarda frequenza di tagli cesarei, e questo per due ragioni:
    – al minimo problema (che per mille ragioni sanno di non poter gestire con serenità), zac, tagliano (esponendo la madre a operazione e bimbo ad anestesia e relative complicanze)
    – in caso di seri problemi, trasferiscono a Varese (non avendo a disposizione la terapia intensiva neonatale, ad esempio)

    E tutto questo per la comodità di non dover fare 15 minuti di strada…
    Contente voi – ma siate coscienti dei rischi a cui sottoponete i vostri figli!

    in Maternità di Angera, si attende il via libera alla “rinascita”

    21 Dicembre 2016 alle 9:13
  5. Occorre ricordare una cosa: nella riforma della sanità varata dalla Regione Lombardia neanche un anno fa, scritta da varesini (Maroni in primis), Varese è l’unica città sede di Facoltà di Medicina in cui non c’è né un IRCCS, tantomeno un’AO.
    Quindi credo che sia lecito aspettarsi altre illustri ‘defezioni’ in futuro (il meccanismo lo spiega bene questa lettera).
    E senza grandi insegnanti, non arriveranno buoni studenti, tantomeno si formeranno e resteranno sul territorio (rileggete le interviste al Prof. Boni su questo sito e contate quante volte nomina il Prof. Dionigi).

    Al prossimo dolorino, inviate un saluto a Bobo…

    in Professor Boni, la sua scelta è giusta

    10 Febbraio 2017 alle 14:37
  6. Per quanto riguarda radiologia, mi riferivo (ma non poteva saperlo – chiedo scusa per la confusione fatta, a lei ed ai lettori di VN) ad un’esperienza di quest’estate: il personale ci spiegò che i trasferimenti di gran parte dei radiologi al Circolo aveva fortemente limitato l’accesso al servizio al Ponte.
    Chiedo venia per la confusione (tutta mia).

    Le opere pubbliche (come costruzione d’ospedale) devono -devono!- essere accompagnate da un piano di finanziamento credibile che -si suppone- copra tutte le spese (opere, macchinari e personale) e che deve vincolare il committente (Stato e/o Regione) alla realizzazione dell’opera ed al corretto, successivo, sfruttamento. Altrimenti l’opera non parte.
    Detto questo, un conto è prevedere la spesa da affrontare in bilancio, un conto è far arrivare i finanziamenti promessi.
    (rif. VI Atto integrativo Accordo di Programma Quadro per il Settore degli Investimenti Sanitari
    Inoltre, al cap.”Sostenibilità economica e finanziaria” si legge:
    <>)

    E quindi mi/le/vi chiedo: ma questa III fase era prevista nel progetto originale o no? Dire che mancano “10-15 milioni” non è cosa da poco, considerando che il progetto al momento è costato 27 milioni (più 9 di macchinari/allestimenti). stiamo parlando (in valore) del 30% delle opere civili, mica briciole…
    O, se preferisce: quale progetto è stato presentato per il finanziamento allo Stato/Regione?

    Chiedo a voi per capire(anche perchè negli articoli del 2013 non si parlava di III fase/lotto)…

    in “Senza la terza fase, il Del Ponte sarà solo un ospedale più grande”

    4 Settembre 2015 alle 13:56
  7. Sono un semplice lettore dei suoi articoli, niente di più (ed un frequentatore di ospedali per motivi più o meno lieti, come tutti).
    A- Per quanto riguarda il terzo lotto, mi chiarisca una cosa: per realizzare un’opera pubblica come un’ospedale, non bisogna -per legge- prevedere PRIMA la copertura finanziaria del progetto? Si può improvvisare strada facendo?
    Non credo. Credo piuttosto che i fondi “mancanti” siano stati, strada facendo, semplicemente stornati su altri progetti: scelta politica, ovviamente.

    B- 100 letti, macchinari e padiglioni resteranno chiusi a far muffa senza assunzioni… e non si tratta di 1 chirurgo pediatrico, magari! si tratta, ad occhio e croce, di almeno tre equipe operatorie complete (più il personale necessario per le rotazioni, più il personale in formazione), più il personale ambulatoriale e di assistenza. Ed il potenziamento del personale di Ostetricia ovviamente (perchè i bambini più bisognosi sono quelli che nascono con dei problemi – e quindi vanno gestiti fin dalla gravidanza, in modo da creare una “filiera” dell’accudimento, senza la necessità di rimandare le persone avanti/indietro a Milano, Bergamo eccetera!)

    C- Lei ha ragione: il Del Ponte si sta traformando da una futura realtà (che sottointende capacità progettuali, investimenti, capacità gestionali) ad una scommessa (aleatorietà, affidamento alla cieca sorte e ad i capricci del destino). Curioso vero, visto come è rappresentata la Città in ai vertici della Regione (Maroni e Cattaneo) e presso il competente assessorato (Bergamaschi)?
    Ma un PS senza laboratorio analisi e radiologia, come fa a funzionare? E se in quel momento non ci sono ambulanza disponibili? e se al corriere non parte l’auto come li preleva i campioni da analizzare?

    E- in 100metri scarsi ci sono: Polo MaternoInfantile; un asilo, una scuola, uffici di municipalizzata, chiesa+oratorio, campo sportivo, uffici sindacato, giardino pubblico (ovviamente residenti e negozi). Mi dite come si fa ad accompagnare una persona (un bambino o magari un’anziana, con problemi deambulatori temporanei – quindi in assenza di contrassegno per il parcheggio disabili) per una medicazione in Ospedale? Questo è un problema aperto, quotidiano, concreto e reale, non una discussione superflua. E non bastano una manciata di posti auto per risolverlo.

    Mi scusi per l’animosità.
    Ovviamente affido a lei le mie domande, ma è verso chi non fornisce risposte (e soluzioni) che corre il pensiero…

    in “Senza la terza fase, il Del Ponte sarà solo un ospedale più grande”

    2 Settembre 2015 alle 11:54

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